Lucifer, la serie tv che fa switchare l’opinione pubblica su un qualcosa considerato comunemente come malvagio che troviamo avere, in realtà, le intenzioni migliori del mondo.
In occasione dell’uscita della seconda parte della quinta stagione di Lucifer, non potevo farmi sfuggire una recensione che racchiudesse in breve le mie modeste opinioni sulla serie in toto, considerando anche che è la mia preferita. Dunque, andiamo ad analizzare insieme lo show sul Diavolo.
Lucifer è una serie televisiva fantastica-poliziesca dai toni comico-drammatici, creata nel 2016 e ancora in produzione. La serie è ideata da Tom Kapinos, creatore di Californication, che si ispira all’omonimo personaggio di Mike Carey nel fumetto Sandman di Neil Gaiman pubblicato dalla casa Vertigo (gruppo DC Comics). Lucifer è prodotta da Warner Bros ed è stata trasmessa dalla Fox fino alla terza stagione, qundo decise di cancellarla a causa degli ascolti negli USA, ma fu salvata grazie a Netflix che la prese con sé e ne fece un enorme successo a livello globale. È composta da cinque stagioni da 45 minuti/un’ora l’uno e il numero di episodi varia in base alla stagione, in tutto sono comunque 93.
L’incipit della trama, presentazione della serie è:
“In principio l’angelo Lucifero fu esiliato dal Paradiso e condannato a dominare l’Inferno per l’eternità… finché non decise di prendersi una vacanza”.
Ebbene sì, la storia racconta di Lucifero, il diavolo, che stanco della sua vita all’Inferno, stanco di una vita che non ha scelto, stanco di tutto ciò che ha subito da suo Padre, Dio, decide ancora una volta di fare di testa sua e immischiarsi tra gli uomini tra un vizio e un peccato e la scoperta di qualcosa che gli hanno sempre fatto pensare di non avere: i sentimenti.
Infatti, per quanto la serie dalla prima stagione ci viene presentata come un crime poliziesco, in realtà la storia principale tratta proprio altro. L’elemento poliziesco non ha assolutamente funzione protagonista, è un contorno dettato anche dalla presenza della Detective Chloe Decker, che possiamo considerare la protagonista femminile, che ha un enorme impatto nella vita del nostro Diavolo preferito. La struttura della parte poliziesca in questione ha una funzione marginale, possiamo vedere come sia più un dettaglio che va piano piano a costruire il personaggio del protagonista, in quanto, attraverso i vari casi che passano dall’LAPD, con il quale Lucifer collabora dopo aver incontrato Chloe nel Pilot, e alla soluzione di essi, arriviamo insieme alla storia ad attaccare un piccolo pezzo di puzzle nella vita e nella personalità di Lucifer Morningstar.
Il cast di Lucifer, oltre ad essere molto talentuoso e a crescere insieme alla serie, è anche esteticamente bello. I personaggi principali, a parte Lucifer, interpretato brillantemente da un incredibile e talentuosissimo, oltre che affascinante, Tom Ellis, sono la DETEEEECTIIIVE (chi lo ha visto coglierà la cit), Chloe Decker, interpretata da Lauren German; Mazikeen Smith, leader dei demoni Lilim, figli di Lilith, amante di Lucifero, interpretata dalla splendida Lesley-Ann Brandt; Amenadiel, angelo e fratello di Lucifer con la capacità di fermare il tempo, rappresentato dal professionalissimo D. B. Woodside. E ancora abbiamo Linda Martin, la psicologa di Lucifer che ha un ruolo molto importante nella serie in quanto aiuta a far capire la scrittura dei vari personaggi; Dan Espinoza, ex marito di Chloe; Trixie, figlia nata dal loro matrimonio; Ella Lopez, medico legale della scientifica molto legata alla religione; Dea, la madre di tutti gli angeli, Caino, Eve e nella quinta stagione si introducono Dio e Michael, fratello gemello di Lucifer interpretato sempre da Ellis (che tengo a ricordare soprattutto capace, non solo di bell’aspetto, così come tutto il resto del cast, purtroppo non solo apprezzato ma anche troppo sessualizzato).
Fino alla quarta stagione, il prodotto seriale scorre senza, letteralmente, nemmeno un errore all’interno della sceneggiatura, troviamo solo qualche imperfezione all’interno della produzione. La CGI va sempre migliorando, nella prima stagione risulta molto finta, sfiora probabilmente il trash, ma va sempre progredendo fino a rendere il viso del Diavolo e dei suoi demoni sempre più conforme al realistico e ben realizzato. La regia si mantiene semplice e anche questa va soddisfa sempre più ad ogni stagione. Quello che rende eccellente la qualità dell’immagine luciferiana sono: la fotografia, le luci, i dettagli della scenografia e dei costumi e soprattutto il montaggio che insieme alla Soundtrack migliore di tutte le serie tv (insieme a The 100, Sons of Anarchy e Peaky Blinders), riesce a costruire un’azione d’impatto ed emozionante, sia nelle scene d’azione che soprattutto nelle scene drammatiche.
Per quanto riguarda la sceneggiatura non troviamo mai buchi di trama. Ogni passo viene spiegato e con una logica che si intreccia anche alla storia bibblica, quindi rende il tutto ancora più intrigante e misterioso e da un certo punto di vista fa riflettere lo spettatore sulla religione stessa. Infatti, quello che succede è un completo ribaltamento della storia, dello stereotipo del Diavolo e del demoniaco per come ce lo hanno presentato da sempre nella cultura occidentale. Lucifero e il suo demone, Mazikeen, non risultano affatto cattivi e il motivo di tutto ciò che c’è di brutto al mondo. Conosciamo un Diavolo comico e amorevole, con delle daddy issues e un grande bisogno di affetto e di amare, vulnerabile di fronte alla sua amata, e un demone che è addirittura in grado di provare dolore e piangere davanti alle ingiustizie della vita. Tutto ciò che vogliono è il libero arbitrio, problema principale nella disputa da Lucifer e Dio, in quanto, quest’ultimo non fa altro che decidere della vita altrui giocandoci sopra.
La costruzione dei personaggi è veramente meticolosa. Si trova anche piacere nello scoprirli, è come conoscere realmente una persona, esserci amica, prenderla a cuore totalmente e imparare a comprenderla. La scrittura riesce a far trovare una connessione con ognuno di loro e questo fa in modo che si crei un legame emotivo e, per l’ennesima volta, porta lo spettatore ad appoggiare quello che nella cultura comune è il male più totale, ma in ogni caso è incompreso e in qualche modo si tifa per lui, per la sua felicità, ci si ritrova nella sua storia sentimentale oltre che nel suo carattere particolare e ci si immedesima o comunque si empatizza. Questo processo avviene con tutti i personaggi della serie, non solo con Lucifer o Mazikeen, accade anche con Chloe, nonostante la sua serietà, Linda, Amenadiel ed Ella principalmente.
Diverso è il discorso per quanto riguarda la quinta stagione appena uscita. In questa stagione, purtroppo, la sceneggiatura trova una sorta di vuoto, la storia sentimentale non dà la stessa adrenalina e le stesse emozioni delle stagioni precedenti, la presenza di Dio è costruita in modo confusionario e illogistico, troppo fantasioso e poco basato, nel senso, non vi è più la connessione bibblica che dava curiosità nella vita reale e, a mio malgrado, sono presenti diversi buchi di trama, probabilmente dovuti al cambiamento totale degli scrittori e quindi del pensiero iniziale che aveva comunque un filo e una connessione. La produzione Netflix ha preferito rendere Lucifer una serie più stilisticamente varia, di fatti troviamo episodi di vari generi: noir, vintage, musical eccetera, che però il pubblico ha apprezzato tanto quanto o per niente, considerandolo trash, perché ciò che ci teneva appiccicati allo schermo era proprio il sentimento che suscitava il protagonista e la sua storia sulla terra.
Per concludere: Lucifer è uno show molto intenso e interessante, è ricco di mistero per la sua connessione con la religione, tema comunque affascinante nella vita reale e di conseguenza tocca anche temi sociali molto importanti oggi, come il femminismo e l’omosessualità. L’aggiunta crime è un dettaglio che serve alla scoperta dei personaggi e del nostro incredibile protagonista. La storia su cui ci si deve concentrare e quella del Diavolo buono e comico, diverso dai racconti della tradizione popolare, e la sua storia d’amore con un’umana. Nonostante la poca enfasi ed emozione che scaturisce la quinta stagione, leggermente deludente rispetto al resto del prodotto e alle prime quattro stagioni, vale totalmente la pena vedere questo show che si può trovare facilmente sulla piattaforma streaming Netflix, perché innanzitutto ci sarà una sesta stagione, quindi ancora non è detta l’ultima parola, sperando non rovinino tutto come con GoT e tante altre serie tv molto durature, ma soprattutto perché è una serie di qualità, intrattenitiva e che lascia anche qualcosa interiormente tra una battuta comica e una dichiarazione d’amore.
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