
“In quei quattro giorni maledissi la mia camera, Vercelli, il coronavirus e soprattutto me stesso. Quattro giorni di ripensamenti. Di masturbazioni mentali sul solito, irrisolto quesito senza risposta: chi sono io?” – La suora – Remo Bassini
La suora – Remo Bassini
Questa è la domanda che si pone Romolo Strozzi su se stesso. Dopo aver lasciato il Salento e Milano dove ha abbandonato l’insegnamento, si rifugia in Valsesia. Qui cerca di ricrearsi una vita come venditore abusivo di tome e formaggi che acquista dai pastori e rivende in città.
Scrive articoli per un giornale e collabora con un’associazione che aiuta le donne maltrattate. Nel 2010 dopo aver preso la decisione di lasciare l’insegnamento, sul lago d’Orta conosce una giovane donna con cui inizia una lunga conversazione, all’inizio impacciata e distaccata ma che con il passare del tempo diviene più colloquiale.
Romolo si accorge di essere attratto da questa donna che, pur non essendo particolarmente bella, lo sta conquistando. Nora, questo è il suo nome, il giorno dopo entrerà in convento per diventare una suora di clausura con il nome di suor Beatrice. A causa della clausura Romolo riesce a parlare con lei di tanto in tanto per telefono, mentre la sua vita prosegue con la presenza di donne che si avvicendano, ma senza nessuna continuità.
Nora è sempre nei suoi pensieri, si accorge di esserne innamorato e si stupisce il giorno in cui lei gli telefona dicendogli che devono vedersi perchè ha bisogno di parlargli per qualcosa di estremamente urgente. Durante l’incontro Nora gli dice che la madre ottantenne ha ucciso una donna investendola con la propria auto. Gli chiede di scoprire quale sia il motivo di questo delitto poichè si rifiuta di parlarne con la figlia.
Indagando scoprirà che dietro al delitto c’è una storia d’amore finito tragicamente, di identità nascoste e altri segreti familiari.
Mi sono letteralmente innamorata di questo romanzo man mano che procedendo nella lettura ne ho apprezzato il protagonista e l’ambientazione.
Romolo è un uomo solitario e questa sua condizione è descritta con dovizia di pensieri, gesti e atteggiamenti, credo che non sia casuale la scelta di vivere in Valsesia dove questa sua solitudine si esprime compiutamente nelle scarse relazioni sociali e in un clima che favorisce il chiudersi in se stesso e la contemplazione delle bellezze del lago d’Orta. Il lago da sempre considerato un luogo malinconico, dove uno spirito contemplativo ha modo di riflettere su se stesso e la propria vita.
In questa esistenza solitaria, volutamente cercata, si innesta quella forzata dovuta alla pandemia, Romolo trascorrerà molto tempo investigando con il pc. Tutta la storia è pervasa da una malinconia che ha catturato la mia attenzione e che si contrappone al desiderio di proseguire la lettura per capire quali sono i motivi del delitto. Ovviamente non mi addentro nei particolari per non sciupare la lettura, ma posso affermare che La suora non ha niente da invidiare ai gialli letti nella mia lunga vita di lettrice.
Un finale sorprendente – La suora – Remo Bassini
La matassa si scioglie piano piano e man mano che ci si incammina verso il finale e i segreti vengono svelati, l’attenzione aumenta di intensità. Tutti i misteri troveranno una spiegazione, non rimarranno punti in sospeso.
Scopriremo meglio anche Nora che, come tutti, presenta luci ed ombre nella sua personalità, Una figura con cui ho empatizzato poco, troppo fredda e distaccata, ho apprezzato invece la madre comprendendone le scelte che hanno poi portato al delitto. Ho amato subito Robertino, perchè le anime candide, sensibili, sono quelle che soffrono maggiormente per l’incapacità da parte degli uomini di comprendere che non siamo solo razionalità, ma che possediamo un cuore capace di “vedere” più degli occhi.

In conclusione una bella sorpresa di fine anno.
Consigliatissimo
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Grazie Aylene, grazie di cuore (anche se di tempo ne è passato da questa recensione, una delle più belle)