Blog Tour: Le passioni di Ero lì per te di Lida Bram
Benvenuti in un nuovo articolo della baia. Nell’articolo di presentazione e che potete recuperare Qui. Nerd’s Bay prenderà parte del blog tour di Ero lì per te di Lida Bram, insieme ad altre colleghe. Il romanzo è uscito il 26 aprile in self ed è un romanzo rosa/ narrativa. Oggi conosciamo attraverso le passioni dei personaggi del libro, scopriamoli insieme.
Ero lì per te di Lida Bram
Titolo: Ero lì per te
Autore: Lida Bram
Editore: Self
Genere: Romanzo rosa/ Narrativa
Pubblicazione: 26 Aprile 2021
Pagine: 244
Link di acquisto: Qui
Trama
“Non ci posso credere. Stiamo parlando di sesso, della velata possibilità di farlo, cosa che mi sta già facendo formicolare la pelle e la testa di pensieri sconci e non ci siamo ancora nemmeno baciati. Mi va così tanto, lo voglio, un suo bacio. Non mi importa del poi, se lo vorremo davvero il poi succederà. Voglio solo le sue labbra. Adesso. E toccarlo. Toccare il suo viso. Assaporarlo. Capire intimamente se questa alchimia che sento a distanza continuerebbe a esserci, dopo un contatto così profondo come un bacio.”
Maia ha un passato sentimentale da dimenticare. Il suo unico desiderio è riscattarsi dal più grande errore della sua vita e tornare a essere felice, aiutata dalle Girls, le sue amiche che per lei sono come sorelle. Per farlo, si butta anima e corpo in una nuova attività, che la porta a lavorare a casa di un uomo misterioso.
Matteo è un ragazzo a metà, spezzato da una donna che ha corroso il suo passato. Il suo obiettivo è riprendere in mano la propria vita, il rapporto con la famiglia e gli amici, il lavoro e lo sport, che è sempre stato per lui motivo di orgoglio. Nel turbinio del lavoro e della vita quotidiana, Maia e Matteo si troveranno spesso vicini per caso, ma non troppo. Complici, curiosi, spaventati dal passato e dalle ferite profonde delle loro anime.
Cosa può accomunare una ragazza appassionata di cucina, che balla e canta mentre spadella piatti pugliesi, a un ragazzo affascinante, tenebroso e quasi glaciale?Un romanzo autoconclusivo, intenso, profondo e passionale, sulle seconde occasioni.
Le Girls ballano il country; La pallacanestro dove Matteo è un ex giocatore professionista; La cucina di Maia e Leo è istruttore. Non vi svelo altro!
La precisione dei gesti in cucina, la meticolosità che ci metto affinché sia tutto perfetto, la cura per i dettagli, dall’indicare su ogni contenitore i tempi di cottura o riscaldamento, fino a sigillare tutto e conservarlo
sui diversi ripiani del frigo, in base ai giorni di consumo, ogni cosa mi è utile per trovare la mia calma interiore, una sorta di ordine mentale trasposto in ciotole e tegami.Lo trasferisco nel lavoro, attraverso la mia idea
di equilibrio dei sapori e dei colori, tramite la mescolanza di ingredienti conosciuti, ma che combinati in modo diverso sanno sempre sorprendermi. Godo nel vedere il cibo prendere forma grazie alle mie mani.
È una immensa soddisfazione e credo che traspaia da me, dalla postura eretta e dallo sguardo fiero che abbraccia la cucina perfetta dopo tanta fatica.
In effetti oggi faccio una fatica insolita a sollevare le gambe, i polsi sembrano cedermi all’impatto col sacco da boxe, trattenuti a stento dai guantoni e dalla mia poca collaborazione mentale. Fare le serie di addominali mi è sembrata una tortura cinese e al plank sono vergognosamente crollata al tappeto, dopo soli trenta secondi. Trenta secondi. Normalmente ogni mia serie dura tre minuti.
Arrivo sfatta alla fine dell’allenamento e me ne vergogno con il mio io atletico, perché non è da me. Mi trascino negli spogliatoi con un macigno nello stomaco e osservo il mio riflesso nel grande specchio dell’antibagno. Sciolgo i capelli ridotti a un ammasso di scure alghe mollicce, che mi si appiccicano sul viso sudato.
Al momento mi sudano anche le mutande. Mi osservo bene. Occhi vacui, bocca imbronciata, spalle basse. Con i polpastrelli tiro in su la pelle delle tempie, cercando di riportare il sorriso nel mio sguardo. Schiaccio le guance tra i palmi aperti e le tiro verso l’alto, guadagnandomi un ghigno dalla me riflessa, per nulla di allegro. Inquietante. Non mi riconosco. Questa specie di medusa non sono io.
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