Interviste – Sabina Bello

Interviste – Sabina Bello


Nell’intervista di oggi andiamo a vedere le risposte date da Sabina Bello ai nostri Q&A per la rubrica “Interviste”. Autrice di “Advaita”, di cui potrete sapere molto di più seguendo questo link, che ringraziamo per la cordialità e la serietà con cui si è posta verso di noi. Speriamo di poter collaborare nuovamente con lei in futuro!

INTERVISTE – LE DOMANDE E LE RISPOSTE DELLA NOSTRA AUTRICE


1 – Cosa l’ha spinta a voler entrare nel letterario? Trae ispirazione da cosa o chi per scrivere?

Scrivere è sempre stato naturale per me, sin da quando ero molto piccola le parole si componevano e fluivano naturalmente. Ho sempre saputo di voler scrivere, probabilmente perché ho sempre amato le storie raccontate, lette, illustrate. Scrivere è rispondere ad un impulso. Credo che entrare nel letterario sia un secondo passaggio, altrettanto importante, che è capire come entrare in contatto con chi legge. Nell’incontro col lettore avviene un piccolo miracolo, quella forma di comunicazione così intima che è fra anima ed anima e fa sì che le parole siano materia viva, come se la storia venisse scritta di nuovo ogni volta che qualcuno la legge.

Per scrivere mi ispiro alla vita, a ciò che mi accade e che mi circonda, al rifletter e soprattutto a quella che una ricerca costante di significato e poesia.

2 – Cosa l’ha ispirata nello scrivere Advaita? A cosa pensava?

Advaita è un insieme di frammenti, di immagini ed esperienze personali che ho composto in un mosaico.

Al suo interno ci sono persone, luoghi e canzoni, strumenti diversi che amo come la pilot 04 e gli acquerelli. Advaita è ricchissima di livelli diversi di interpretazione e al suo interno c’è la mia anima, il modo stesso che ho di immaginare.

Raccoglie le mie riflessioni su come l’identità sia molteplice, sul nostro confrontarci con i personaggi che ci abitano e cercare in qualche modo un equilibrio con noi stessi e con il mondo.

A seguito di quella che fu una delle esperienze più dolorose che possano esserci un’amica, una sorella, mi disse “devi scrivere qualcosa, non puoi lasciar passare tutto così”.

Quelle parole mi hanno scavato dentro. Ho scritto e ho disegnato. Ho pensato che quell’esperienza potesse essere tesoro non solo per me, ma anche per altri.

Non si parla dell’aborto in termini umani, ma quasi sempre ideologici, come se questo ci difendesse dall’affrontare il dolore.

Fatichiamo a sospendere il giudizio per dare spazio alla comprensione, alla fragilità.

Ho pensato che questo potesse essere per tutti un libro sulla speranza, per guardare al dolore come qualcosa che si tocca e che può essere attraversato, perché tutti in un modo o nell’altro abbiamo incontrato esperienze che nella vita ci hanno messo a dura prova e possiamo trovare il modo di splendere anche attraverso di esse.

Tutti ci confrontiamo con fantasmi ed ombre, interiori ed esteriori e in qualche modo abbiamo bisogno di accogliere questa nostra vulnerabilità, per poter meglio cogliere la nostra forza.

3 – Ha progetti futuri? Se sì, vuole parlarcene?

Ho storie e immagini che si aggirano attorno a significati forti che vorrebbero essere un nuovo graphic novel, ma dato che non so quando questo diventerà concretezza… preferisco mantenere la sorpresa!

4 – Se potesse scegliere se solo disegnare e solo scrivere, cosa sceglierebbe? Perché?

Ma non si può scegliere! Si compenetrano, credo che unendole raggiungo la maggiore efficacia comunicativa, anche se in alcuni casi ci sono contenuti che possono prendere solo l’una o l’altra forma.

5 – Si definisce “nerd”? Se si, perché? Se no, come mai?

Un po’ sì, la passione per i libri, il fantasy e le cose abbastanza lontane dalla massa durante la mia crescita mi ha fatto in vari momenti trovare a mio agio nella nicchia più confortevole e accogliente della “nerdaggine”. Come se vi fosse una maggiore accettazione della diversità.

Uno stare insieme e relazionarsi che si aggira di più attorno alla condivisione di interessi piuttosto che su un bisogno di prevalere sugli altri.
Ovviamente questo è parte della mia esperienza ed oggi la mia visione si è allargata, ma come aspetto continua ad avere la mia simpatia.

6 – Come vede la situazione sociale italiana da qui a 20 anni? Crede che vi saranno miglioramenti e aperture mentali tra i giovani?

Non so come sarà la situazione sociale, credo variegata, come al solito. Più che fare ipotesi, vorrei continuare a lavorare affinché alcune qualità vengano coltivate. Quello che con i più piccoli faccio con l’idea di educazione in natura e Scuole Naturali, quello che mi piacerebbe sviluppare con gli adolescenti e i giovani nell’idea di Educare ai Sentimenti. Abbiamo bisogno di imparare a parlare dell’intangibile.

Credo che i giovani siano delle bombe di energia, poco comprese, che per questo a volte vanno in stallo o in sfiducia.

Sono convinta ci siano molte più capacità e potenzialità in giro di quante non si creda, ma che bisogna imparare a guardare, ad ordinare meno, giudicare meno, comprendere di più ed una cosa oggi rara, che è ascoltare piuttosto che pretendere dall’alto.

L’apertura mentale da coltivare è innanzitutto la nostra.

7 – Un film che guarderebbe più e più volte? Perché?

Before Sunrise perché in qualche modo è uno di quei film che si interrogano sul senso delle cose.

8 – Come è nata questa sua passione per lo scrivere?

Come accennavo prima, dall’ascoltare e dal leggere. Posso dire che in terza elementare era già naturale e familiare per me scrivere. È anche vero che a quell’età avevo già divorato una quantità non piccola di saghe e libri d’avventura. Sicuramente il gusto per l’avventura c’entra.

Anche i pro e i contro di un contesto familiare originale, senza tv e con libri e alberi come compagni di giochi. Mio padre leggeva per me, poi ho continuato da sola. Credo sia importante far vivere ai bambini questi spazi come passioni condivise. Leggere arricchisce il linguaggio, ti trasmette naturalmente la struttura della frase, della composizione del testo e del racconto. A quel punto, almeno per me scrivere è stato naturale. È come se il pensare stesso si fosse abituato a funzionare attorno ad una struttura poetica, narrativa, fatta di immagini.

9 – È legata al suo territorio di nascita o si ritiene più una cittadina del mondo? Perché? (L’una non esclude l’altra)

Ho tante case nel cuore. Il luogo in mezzo alla natura dell’Umbria dove sono cresciuta sicuramente si è impresso in me come su una pellicola. Ho avuto anche la fortuna di viaggiare e vivere all’estero e alla fine posso dire che mi sento sicuramente abitante di questo pianeta, ma con la specifica prospettiva dell’identità del luogo da cui provengo.

L’identità culturale, gli archetipi, le strutture di pensiero in cui cresciamo sono in noi uno strato molto più profondo di quanto pensiamo ed è qualcosa che piuttosto che accettare o rifiutare va riconosciuto, compreso, va presa consapevolezza di quali idee e strutture di pensiero agiscono in noi e come lo fanno.

10 – Ha mai pensato di collaborare con altri autori? Se si, con chi le piacerebbe collaborare?

Al momento non ho un’idea strutturata su possibili collaborazioni, ma mai dire mai.

11 – Cambierebbe qualcosa di Advaita? Se si, cosa?

Verso la fine faccio un riferimento al perdonare se stessi, non so se oggi userei quelle parole.

12 – Cosa ne pensa di Entheos Edizioni? Come è nata la vostra collaborazione?

È stato un regalo inaspettato, segno che quando arriva il momento giusto, le cose avvengono naturalmente. Dopo vari anni di conoscenza reciproca, quasi per caso Advaita è uscita dal cassetto per arrivare nelle loro mani.
Non avrei potuto sperare di trovare maggiore apprezzamento, sostegno, stima e fiducia in quest’opera di quelle che tutto il Team di Entheos ha saputo mostrarmi, segno di una comprensione dei significati profondi che porta con sé che è andata dritta al cuore.


INTERVISTE – RINGRAZIAMENTI


Ringraziamo Sabina Bello per aver risposto alle nostre domande, davvero tanto gradite, e speriamo di poterla risentire presto! Ringraziamo anche Entheos edizioni, senza cui non ci satebbe stato nulla di tutto ciò!

E voi cosa ne pensate delle nostre interviste e, sopratutto, del libro di Sabina Bello? Fatecelo sapere nello spazio commenti! Per noi la vostra opinione, finché elaborata e pacifica, è importante! Inoltre vi ricordo che potete continuare a seguirci e che potete trovarci anche su Instagram (qui), Facebook, Discord e Twitter come nerds_bay ! Se non riuscite a trovarci secondo quel tag, vi basterà scrivere il nostro nome e cercare il nostro stemma caratteristico! Ci vediamo prossimamente per altre interviste!