Interviste – Andrea Petrozzi

Interviste – Andrea Petrozzi


Nell’intervista di oggi andiamo a vedere le risposte date da Andrea Petrozzi ai nostri Q&A. Il buon Andrea Petrozzi, autore di “Tre Impostori” e “Poema Numerico”, è stato così gentile da consentirci questa esclusiva con tempestività e lo ringraziamo per l’opportunità.
Le sue due opere, che potrete trovate recensite sul nostro sito cercando Poema Numerico e Tre Impostori, si ritrovano ad essere due Graphic Novel davvero ben fatte. Ma oggi non siamo qui per parlare di ciò, andiamo a vedere le risposte di Andrea, partiamo con un’altra delle nostre interviste!

Interviste
Interviste – In esclusiva Andrea Petrozzi alla nostra redazione

INTERVISTE – LE DOMANDE E LE RISPOSTE DEL NOSTRO AUTORE


1 – Cosa l’ha portata al volersi interfacciare al suo percorso lavorativo?

    Direi che è stato un graduale processo di autoconsapevolezza. Avevo poco più di vent’anni, ero un ragazzino confuso come tanti a quell’età. Le uniche cose che avevo era una curiosità smodata per l’arte, senza interessarmi ad un particolare genere, e il coraggio di mettermi alla prova in ambiti che sentivo affini al mio modo di esprimermi.

All’epoca mi colpì molto la frase “Nosce te Ipsum” [Conosci te stesso]. Come punto di partenza non era male, sentendo che l’epicentro alla base di ogni azione (e creazione) è, e sarà sempre, la nostra mente. Sotto questi presupposti, mi iscrissi alla facoltà di psicologia per raccapezzarmi un po’ in questo mare di caos. Fu uno dei periodi più belli, sicuramente un punto di svolta. Da allora, ho fatto tante cose e tante ancora ne voglio fare.

  

  Da diversi anni mi occupo di illustrazione e grafica e, ad oggi, non desidererei fare altro nella vita oltre ad avere la possibilità di sviluppare nuovi progetti.

2 – Quando ha capito che avrebbe voluto creare una graphic novel?

    In parallelo con il periodo universitario. Per me fu un periodo molto vivo a livello intellettuale. Le idee scorrevano portate da letture di gente più matta e perversa di me, consapevole che il medium del fumetto è un qualcosa di potente sia a livello comunicativo che di libertà d’espressione.

Mi ci sono buttato, non sapendo pressoché nulla, imparando da autodidatta (sarà stato anche questo uno stimolo ulteriore) senza avere particolari pretese artistiche o letterarie.

Lo scopo che mi ero prefissato (e che tutt’ora mi prefiggo) è cercare da un lato, di rendere una storia più “emotiva” possibile, concentrarmi sulla forma, l’architettura, la struttura del disegno, dall’altro, catturare il lettore con l’idea che, anche sfogliando una pagina a caso, vi troverà una frase o una particolare illustrazione in grado di attrarlo, di sedurlo.

Partendo da queste premesse decisi di realizzare romanzi grafici.

3 – Si definisce un nerd? Se si, cosa la rende tale?

    No, non mi definirei un nerd. Non mi sono mai riconosciuto in alcun gruppo. Come tutte le cose nella vita, incluso il (magico) mondo dei nerd, vi sono aspetti che mi entusiasmano ed altri di cui mi interessa poco approfondire.

Mi affascina vivere, osservare e apprendere ogni cosa da chiunque, in base alla mia personalità, senza frequentare o etichettarmi in un solo determinato gruppo o seguire particolari tendenze.

4 – Cosa l’ha ispirata nella stesura di “Tre Impostori” e perché lo ha creato?

    Il romanzo grafico è nato poco dopo essermi laureato, dopo storie finite male, notti insonni e infinite chiacchierate con amici.  

    Ciò che mi ha ispirato maggiormente era l’idea di narrare una storia atipica e misteriosa che partiva, all’inizio, come un incubo fino a raggiungere, pian piano, un sogno fatto d’armonia ed equilibrio. Per me il libro è una versione immaginifica e intimistica di cosa sta provando dentro di sé uno scrittore nel momento in cui realizza un libro. Un viaggio di introspettivo, felliniano, sotto ambientazioni noir, psichedeliche e post-impressioniste.

   

 È stato per me divertente e stimolante realizzarlo, aggiungere spunti ed elementi come l’inserimento di una battuta per pagina come linea emotiva della tavola o come i tanti easter-eggs con il costante riferimento al numero tre, teorie psicologiche, richiami artistici e tanto altro.

5 – Potesse cambiare qualcosa di quest’ultimo, cosa cambierebbe? Sempre se decidesse di dire si

    Direi di no, penso che qualunque cosa che si realizza, nel bene o nel male, vada letto e lasciato così com’è nel momento in cui è stato realizzato.

    

Dicendo così mi salvo un po’, altrimenti non ne uscirei vivo, perché confesso di essere molto ipercritico in ciò che cerco di realizzare. Ogni libro è un’esperienza per me, un viaggio, e come tale va vissuto con la speranza che possa essere per i lettori piacevole ed il più interessante possibile.    

  Sicuramente i lettori troveranno pregi e difetti (e nella stragrande maggioranza dei casi può capitare che non ci troverà nulla) ma il bello è proprio questo: i tanti punti di vista e il divertimento per me nel realizzare un viaggio, narrare una storia e soprattutto viverla.

6 – Cosa l’ha ispirata nella creazione di Poema Numerico perché ha deciso di cambiare così drasticamente il proprio target, passando da investigativo a storico?

    Direi che mi innamoro più delle idee che del genere. Amo esplorare diverse tematiche poiché, in fondo, c’è “poesia” in tutto.

    Poema Numerico è per me un inno alla Vita con la V maiuscola. Uno stimolo non solo a guardare le cose (in questo caso la matematica) sotto diverse prospettive ma ad essere partecipi degli eventi sia a livello sociale che intellettuale e tentare di darne un proprio contributo sostenendo liberamente le proprie idee.

  

 Mi è stato proposto per caso questo personaggio, Èvariste Galois, e leggendo mi sono letteralmente innamorato della sua vita, così struggente, romantica e drammatica ma sono convinto che le sue idee superano di gran lunga le amarezze subite, che rifarebbe tutto di nuovo e sarebbe ben felice di farlo.

    

C’è da aggiungere che il mio legame con la matematica direi che è stato a dir poco odioso e conflittuale. La lettera di richiamo di fine anno alle superiori era, per me, la mia unica “corrispondenza d’amore”.

Ciò che mi ha tolto ogni dubbio nel realizzare questa graphic novel e mi ha fatto accendere la lampadina è stato chiedermi: Quale persona che odia questa materia farebbe un lavoro ad esso dedicata? Ho sentito che era un buon punto di partenza per ricavarne qualcosa di buono e, sotto questa prospettiva, è partita questa personale sfida artistica e questa specie di “viaggio di riconciliazione”.

7 – Cambierebbe qualcosa in “Poema Numerico”?

    Assolutamente no. Magari aggiungerei una tavola in cui Galois tira le orecchie ai suoi professori ma sarebbe troppo anche per uno come lui.

8 – Qual è il suo rapporto con la community fumettistica italiana?

    Il boom creativo e fumettistico di questi anni credo sia davvero incredibile soprattutto a livello tecnico. Qui in Italia abbiamo talenti incredibili. Unici nel mondo. C’è veramente molta gente in gamba che sa il fatto suo.

   

 Se devo fare una critica, credo che personalmente i talenti del mainstream, sono a volte sopravvalutati o comunque possono fare molto di più. Percepisco un tipo di creatività d’élite, che va in direzioni che, almeno per i miei gusti, non hanno molto senso e che sono dei veri e propri vicoli ciechi perché finiscono quasi sempre ad essere prudenti, senz’anima, non vedendo la bellezza anche nel rischio o la voglia di essere fuori dagli schemi.

La vita è un continuo divenire e penso che la narrazione (e anche la narrazione a fumetti), serve a questo: a farci pensare, aiutarci a vivere e divertirsi. Se invece accompagna o asseconda tendenze non è più narrativa è propaganda. In sintesi, personalmente mi aspetto molto di più e voglio essere ottimista.

9 – Ha mai pensato di fare delle collaborazioni con altri fumettisti?

    Non escludo mai nulla nella vita. Tutto sta nelle idee. Penso che fare delle collaborazioni sia un’esperienza favolosa, direi quasi un rapporto tra amanti! Però si deve incontrare “l’amante” giusta per realizzare qualcosa di bello. Sarebbe molto divertente se ciò accadesse.

10 – Dovesse scegliere se scrivere o disegnare, cosa sceglierebbe tra i due e perché?

    Amo entrambi allo stesso modo.

11 – Ha un fumettista o mangaka da cui trae ispirazione? Cosa ne pensa dei suoi lavori, se si? Se non lo ha, perché?

    Ne ho tantissimi, un mare di artisti (pittori, registi, attori, scrittori e tanti altri) che, col loro genio, mi hanno sempre accompagnato e ispirato fin dall’infanzia. Se devo dire quattro fumettisti italiani che sono stati per me “maestri” del genere dico: Guido Crepax, Andrea Pazienza, Sergio Toppi e Lorenzo Mattotti. Tutti questi hanno dato sempre un personale contributo fuori da qualunque canone, esprimendosi nella forma più autentica e intimistica possibile.

12 – Cosa ne pensa di Ali Ribelli? Cosa l’ha spinta verso la pubblicazione?

   Ciò che mi ha spinto è stata la voglia di propormi, di dare il mio personale contributo oltre la voglia di fare esperienze. Ali Ribelli è stato il trampolino che mi ha permesso di mettermi alla prova, nell’esordire come autore di graphic novel e non ringrazierò mai abbastanza la Casa Editrice di Gaeta nell’aver creduto con fiducia, passione ed entusiasmo in entrambi i miei progetti.


Interviste – Ringraziamenti

Ringraziamo nuovamente Andrea Petrozzi per averci concesso questa intervista e, sopratutto, per le risposte ad ogni singola domanda, che mi fanno ribadire che sia una persona tutta da scoprire e con cui spero e speriamo di poter collaborare in futuro!
Inoltre, un ringraziamento va nuovamente ad Ali Ribelli Edizioni che ha consentito di fare da “tramite” con il caro Andrea!

E voi cosa ne pensate delle nostre interviste e, sopratutto, dei lavori di Andrea Petrozzi? Fatecelo sapere nello spazio commenti! Per noi la vostra opinione, finché elaborata e pacifica, è importante! Inoltre vi ricordo che potete continuare a seguirci e che potete trovarci anche su Instagram (qui), Facebook, Discord e Twitter come nerds_bay ! Se non riuscite a trovarci secondo quel tag, vi basterà scrivere il nostro nome e cercare il nostro stemma caratteristico! Ci vediamo prossimamente per altre interviste! Anche perché, non vi spoilero nulla, di interviste ne abbiamo già qualcuna in programma.

Dunque, ci vediamo alla prossima de “Interviste”!