Il male che gli uomini fanno – Sandrone Dazieri

Il nuovo libro di Sandrone Dazieri “Il male che gli uomini fanno” è assolutamente da leggere?

“Non so se ci credo al Male in quel senso lì” disse. “Invece esiste, credimi. Tutte le persone normali sono una combinazione di Bene e Male, angeli e diavoli. Ma ci sono gli anormali, persone che nascono con un buco, Amala. Dove noi abbiamo i sentimenti migliori, l’amore, la passione per la musica, la gentilezza…loro non hanno niente. È come se il Signore si fosse dimenticato un pezzetto. Non hanno niente e non sentono niente. Provano piacere solo quando commettono degli atti malvagi, quando fanno soffrire gli altri. È un modo per riempire quel buco, capisci? Ma più lo riempiono con il Male, più il buco diventa grande e più commettono azioni terribili.”

Torna Sandrone Dazieri e lo fa ripartendo da Shakespeare, il titolo del romanzo è infatti preso da una frase del Giulio Cesare.

E torna alla sua maniera, con una storia di quelle toste, descrizioni forti e non sempre adatte alle anime più nobili e sensibili, ma per gli amanti del genere è una goduria.

Tutto ha inizio trent’anni fa, un serial killer chiamato Persico, le indagini che non portano a niente di concreto, e una poliziotta, Itala Caruso, corrotta ma capace ancora di separare ciò che è giusto da quello che è sbagliato, a cui viene dato il compito di fabbricare prove per mandare in carcere un innocente.

Trent’anni dopo una ragazza, Amala Cavalcante, viene sequestrata e sua zia Francesca, avvocato che a suo tempo aveva difeso senza successo il presunto Persico, coglie subito il collegamento fra i fatti e decide d’indagare coadiuvata da un occasionale ancorché misterioso turista israeliano, Gershom Peretz, che ovviamente è tutt’altro rispetto a ciò che sostiene di essere.

Dazieri è abilissimo nel manovrare i due piani di lettura, lo ha dimostrato ampiamente nella trilogia di Dante e Colomba, una volta che ti ritrovi immerso nella storia, e servono due pagine due per entrarci, non vuoi e non puoi uscirne più, devi obbligatoriamente sapere come va a finire.

La parte per così dire “Cold case” è la più affascinante, nulla ci attrae come il delitto irrisolto, ma anche quella ambientata ai giorni nostri riesce a mantenere altissima la tensione, Itala e Gershom sono due personaggi che non si dimenticano, in entrambi, come pure in Francesca, prevale una fortissima volontà di riscatto, una voglia di agire per correggere in extremis gli errori commessi, ed è proprio quest’imperfezione a portarci dalla loro parte sebbene in certi momenti è più difficile rimanerci perché stare lì significa non tanto infrangere le regole quanto demolirle.

Il male che gli uomini fanno | Fonte: Harper Collins

Il male che gli uomini fanno: parliamone

Il male che gli uomini fanno è un romanzo dove spesso i protagonisti prendono decisioni discutibili, ma sono proprio queste a volte che permettono di giungere alla verità.

Il male non di rado viene combattuto in modo quasi speculare perché soltanto così è possibile sorprenderlo, costringerlo se non ad arretrare a mostrarsi col suo vero volto.

Molto spesso, leggendo, ho immaginato delle scene cinematografiche o magari di una fiction, Dazieri da valente sceneggiatore quando scrive sembra quasi volersi portare avanti col lavoro, e questo la dice lunga sul perché venga da più parti considerato uno degli autori italiani più avvincenti.

E ovviamente non poteva smentirsi con il suo nuovo lavoro, tensione ai massimi livelli per tutte le 500 pagine abbondanti, e quando finalmente arriva il momento in cui pensi, erroneamente, di poterti finalmente rilassare, che i colpi di scena siano finiti, ecco che Dazieri affonda perentorio l’ultima stilettata, quella che nemmeno il più navigato, il più consumato dei thrillerofili avrebbe mai pensato di poter mettere ancora in cascina.

Da leggere, mai come stavolta, fino ai titoli di coda… ed anche oltre.

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