Dall’autrice best-seller, un nuovo thriller al femminile
Dopo la pubblicazione del suo primo romanzo, La ragazza del treno, tutto era perfetto per la Hawkins. Stava cavalcando un successo inaspettato, considerando i tempi in cui pubblicò i suoi quattro romanzi rosa sotto lo pseudonimo di Amy Silver, romanzi che avevano avuto poca visibilità e che sono spariti presto dagli scaffali. Ma sono tempi passati ormai. Adesso c’è solo Paula Hawkins, scrittrice di thriller al femminile. E così, come tutti ci saremmo aspettati, ci riprova “Un fuoco che brucia lento” un nuovo romanzo con protagoniste quasi esclusivamente donne ambientato ancora una volta nella sua Londra. Ma tutto si ferma. La ragazza del treno era un romanzo che portava avanti un’idea brillante, prendeva un luogo comune a tutti, le stazioni con i propri treni pronti a partire, e lo trasformava in qualcosa di inquietante, pieno di ombre e misteri. Un fuoco che brucia lento non lo è per niente. I personaggi presentati sono tanti, così come nel precedente romanzo, ma se lì la trama era intrecciata alla perfezione e ogni personaggio era un tassello importante per delineare e raccontare la storia, qui non hanno forse motivo di esistere. Un fuoco che brucia lento racconta una storia semplice, ma che si aggroviglia inutilmente intorno alla vita di sei persone, trascinate forzatamente in una trama che forse poco li riguarda, se escludiamo i due veri protagonisti, su cui si sarebbe potuta incentrare tutta la vicenda. Inoltre risultano finti, pre-impostati, e si fa sicuramente fatica ad empatizzare con loro.
“Un fuoco che brucia lento” sarà il ritorno alla ribalta della Hawkins?
La trama poi non solo semplicemente banale, ma anche poco interessante. Il tutto parte dal ritrovamento del corpo di un ragazzo su una barca ormeggiata lungo un’alzaia, da qui si dipanano le storie di tutti i personaggi che vengono legati, anche con fili sottilissimi, al cadavere. Fili che si fa fatica a digerire. Quasi come se la Hawkins fosse stata sicura che se nel precedente romanzo aveva funzionato tenere all’attivo molti personaggi, il solo inserirne di nuovo molti, sarebbe stato il preludio di un successo assicurato. Invece il tutto sarebbe sicuramente stato più interessante se i soli eventi avessero riguardato i personaggi principali, se il tutto si fosse limitato a girare e rigirare intorno a loro, come un serpente che prima aggroviglia e poi dà lo strattone finale. Oltre ai numerosi personaggi manca anche una forte atmosfera di inquietudine capace di invogliare il lettore alla lettura, infatti, come unico incentivo a proseguire, oltre alle poco più di 220 pagine, ci sono solo i capitoli brevi. Fin dal prologo, poi, è presente quello che avrebbe dovuto promettere un libro nel libro, cosa che si scopre poi essere solo parte di una trama secondaria, ancor meno interessante della trama principale, che porta a sua volta ad velato secondo finale, sicuramente non richiesto ed evitabile. Un fuoco che brucia lento sarà ritorno alla ribalta della Hawkins? un affermarsi nel mondo letterario come la madrina dei Thriller a carattere femminile, romanzi dove le protagoniste sono persone rotte e incomplete ma che alla fine riescono sempre a riscattarsi in qualche modo, nel bene nel male. Magari con un nuovo contratto con la DreamWorks SKG, che nel 2016 acquistò i diritti per La ragazza del treno, producendone un film, e riscuotendo forse ancora più successo del romanzo, sperando invece non sia solo il preludio di un incendio che bruci tutte le sue aspettative.