SPECIAL PRIDE MONTH: Will&Grace

Will&Grace, la sitcom che ha sdoganato diversi temi sociali ancora tabù come l’omosessualità, tra drama e ironia.

Come già sapete, e come ho spiegato nell’articolo sulla serie Netflix, Orange Is The New Black, ci troviamo nel bel mezzo del Pride Month, il mese dedicato all’orgoglio e alla comunità LGBTQA+ dunque, trovo doveroso parlare di Will&Grace, una delle serie più importanti che ha per prima parlato di omosessualità senza censure. Andiamo ad analizzarla insieme.

Will&Grace
Karen, Will, Grace, Jack

Will&Grace è una sitcom del 1998 terminata nel 2020, con la bellezza di undici stagioni e 246 episodi molto leggeri dalla durata classica di poco più di venti minuti ad episodio. La serie comica è ideata da David Kohan e Max Mutchnick, il quale ha donato l’appartamento dei due protagonisti alla Emerson College Library che lo ha esposto. Inoltre, Will & Grace è stato filmato di fronte a un pubblico in studio dal vivo allo Stage 17 nel CBS Studio Center dal regista James Burrows.

La trama della serie racconta delle vicende quotidiane, ambientate nella città di New York, che ruotano attorno ai due protagonisti principali: Will Truman, un avvocato dichiaratamente gay, e la sua migliore amica, nonché coinquilina, Grace Adler, un’arredatrice d’interni ebrea, e vivono la loro quotidianità insieme ai due co-protagonisti della serie: Jack McFarland, anch’esso dichiaratamente omosessuale, un ragazzo con il sogno di diventare un attore e che nel frattempo si dà da fare nel riuscirci e Karen Walker (Megan Mullally), una donna ricca di cui, personalmente, non escluderei la bisessualità.

Nelle ultime stagioni, la serie, oltre che sensibilizzare sulla tematica omosessuale, si schiera su una politica anti-trumpiana, parlando dei movimenti anti-razzista contro la politica di Trump nei confronti degli immigrati messicani o di movimenti femministi, come il movimento MeToo della quale fa parte la protagonista Grace, interpretata da Debra Messing, dopo un brutto episodio di violenza.

Ma perché Will&Grace è un pilastro sociale della comunità LGBTQA+?

Sicuramente non solo per la presenza di due uomini apertamente gay all’interno del prodotto o di alcune donne trans che appaiono di tanto in tanto.

Will&Grace è un prodotto che tratta il tema dell’omosessualità usando il modello sociale del gay stereotipato dalla società eteronormativa nella quale viviamo, e visto da quest’ultima in maniera dispregiativa in quanto utilizza dei comportamenti che non appartengono al prototipo maschilista di uomo, normalizzando gli atteggiamenti differenti da quelli dell’uomo etero medio. Infatti, i due gay della serie, Will e Jack, vivono la loro sessualità e le loro relazioni sociali in maniera completamente diversa e seguendo due cliché molto comuni:

Will, interpretato da Eric McCormack, è un uomo tutto d’un pezzo, bello, serioso, professionale ma alla fine un tenerone che vive la sua sessualità liberamente ma cercando una stabilità sentimentale e una famiglia con la persona giusta. Al contrario Jack, interpretato dall’attore Sean Hayes, realmente gay e sposato con il musicista Scott Icenogle, è un uomo eccentrico, sfarzoso, ironico e autoironico, egocentrico, un po’ spinoso ma anch’esso molto dolce, soprattutto in amicizia, a livello sentimentale preferisce essere una persona libera dalle catene relazionali, più che altro per paura, un timore che esprimerà soprattutto nelle ultime stagioni.

Sono entrambi due tipi di omosessuali stereotipati dalla comunità etero della quale facciamo parte. Da una parte abbiamo la stereotipizzazione dell’uomo considerato “normale”, virile, bello e in carriera che quando si scopre essere gay la si vive come una perdita sociale, dall’altra la convenzione comportamentale del cosiddetto gay “effeminato”, del gay superficiale, che vive la sessualità come puro vizio, quando in realtà sappiamo tutti che Jack cerca soprattutto amore ed è capace di darne a sua volta.

Ebbene, nonostante le molte critiche sullo stereotipo gay, nella sitcom tutto ciò viene, innanzitutto, adattato al prodotto comico e poi totalmente abbattuto affrontando e facendo vivere e capire, con leggerezza ma allo stesso tempo con spirito serio, la realtà di una persona che vuole semplicemente vivere la sua vita, la sua sessualità, liberamente senza che gli si affibbino stupidi cliché infondati, senza di base conoscere la persona in questione.

Infatti, la caratterizzazione di essi e gli eventi che li riguardano, sono molto importanti e sensibilizzanti rispetto a come una persona omosessuale vive in una società etero cose come il coming out, il matrimonio, l’adozione o in generale la possibilità e la volontà di avere dei figli, anche grazie all’utero in affitto, argomento di attualità molto discusso, empatizzando, creando simpatie e normalizzando, appunto, la tematica e il comportamento inusuale dell’uomo etero medio sul piccolo schermo.

Dwight Blocker Bowers, il curatore del progetto a sostegno della comunità LGBTQA+ dello Smithsonian Institution, aggiunge degli oggetti presenti nella serie alla collezione sulla storia LGBT affermando che:

«la sitcom ha utilizzato la commedia per familiarizzare un pubblico mainstream con la cultura gay in un modo audace e aperto con il pubblico medio statunitense»

Persino Joe Biden, allora vicepresidente degli Stati Uniti d’America, disse:

«lo show che probabilmente ha fatto di più per educare il pubblico americano sulle tematiche LGBT, più di qualsiasi altro, aiutato e migliorato l’opinione pubblica della comunità LGBT»

Al contrario dei classici prodotti di educazione su topic sociali, Will&Grace affronta gli argomenti che tratta con autoironia e sarcasmo, facendo divertire il pubblico e a fine episodio dando anche la possibilità di un ragionamento sul contenuto discusso durante la puntata. Nasce per intrattenere e far ridere, come una qualsiasi sitcom comica. In seguito, riesce ad avere anche un grande impatto sociale, proprio grazie al sostegno della comunità omosessuale negli USA.

In sostanza, Will&Grace è una sitcom comica e in quanto tale è normale utilizzi l’ironia per raccontare e comunque, con una certa informazione, accrescere la curiosità dello spettatore e farlo riflettere e dibattere sul soggetto, sulla tematica che espone. Sicuramente, utilizza due protagonisti gay convenzionali e dei luoghi comuni, ma non li stereotipizza e basta in quanto li normalizza in una società etero normativa che considera certi atteggiamenti come errati sfociando nell’omofobia e nell’intolleranza verso il prossimo.

Non è ai livelli di altre serie come Queer as Folk, come disse McCormack, ma c’è da dire che sono strutturate in maniera totalmente diversa in quanto, nonostante il sul linguaggio molto esplicito, Will&Grace è un prodotto per tutta la famiglia che quindi aiuta a maggior ragione l’educazione riguardo la sessualità, l’identità di genere e tutti quei dettagli che riguardano la comunità LGBTQA+ che è bene conoscere per arrivare in futuro a non dover nemmeno utilizzare determinati cliché che risulteranno comportamenti comuni e usuali.

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