“Un graffio al cuore” di Daniela Carboni

“Un graffio al cuore” di Daniela Carboni: un segno indelebile ma non visibile

Senza alcuna fretta o malizia, la modella si prende il suo tempo, aumentando così l’impazienza nella platea. Quindi si gira e, con un deciso colpo di mani, tira indietro la folta chioma che fino a quel momento nascondeva alla perfezione le guance rosate. È allora che la riconosco come la ragazza che fissavo dall’alto del terrazzo. Un improvviso mutismo si impadronisce degli studenti, i cui sguardi, per un motivo che ancora non riesco a comprendere, sono adesso puntati in un’unica direzione: il volto della ragazza.

Come mai? Non posso fare a meno di chiedermi. Quando i mei occhi seguono la direzione di quelli degli studenti, tutto mi è chiaro: una cicatrice. Lunga, vistosa e bianca. Stona in contrasto con il rosato delle guance. Sembra il segno inferto da un coltello, ma non posso esserne sicuro. Nonostante sia lo sfregio ad aver attirato l’attenzione di tutti, lei non dimostra segni d’imbarazzo, anzi, tiene la testa alta, segnale inequivocabile di orgoglio e fierezza.

Quando l’accappatoio bianco cade a terra, svelando la sua nudità, gli sguardi di tutti si spostano sulla pelle lattea e sulle protuberanze che sembrano brillare come due perle, mentre i miei occhi continuano a essere incatenati al solco che attraversa il suo viso.

Davvero incantevole. Sono in subbuglio, non tanto per la nudità orgogliosamente esposta, ma per quel rilievo marcato che spicca in contrasto con i lineamenti regolari

Già dall’antica Grecia, tra gli artisti più rinomati, si ricercava la perfezione. La pelle doveva essere perfetta, priva di segni, le forme dovevano essere armoniose, il volto doveva rappresentare un’espressione ieratica, priva di qualsiasi sentimento. Una passione che si concentrava solo negli occhi, lo specchio dell’anima, il racconto delle parole non dette. Non ci doveva essere nessun tipo di imperfezione, tutto si basava sull’armonia e sull’equilibrio. Una sola cicatrice ti poteva rovinare. Ma molti non sapevano che era proprio quel piccolo particolare a donare un’aurea di interesse e di unicità all’intera opera.

Violet Chapman è una studentessa di infermieristica che, per pagarsi gli studi, fa la modella all’istituto d’arte. Stephan Miller, invece, è un famosissimo scultore. Le loro vite si incrociano nel momento in cui, per una serie di eventi manovrati e strane coincidenze, lei dovrà diventare la sua musa per un’opera commissionata. Quello che lo incanta sarà un tratto particolare, doloroso per lei, indimenticabile per lui: una cicatrice che le solca il viso.

Un segno che l’ha scossa nel profondo e dal quale non si potrà più scostare, perché l’ha condannata a non ritrovarsi, a pensare di non poter essere amata da nessuno, a credere di non meritare l’amore. Allo stesso tempo, l’ha resa consapevole della sua forza, del fatto che nessun altro uomo, in futuro, le provocherà dolore.

Più passa il tempo, più Stephan si rende conto che non può più rinnegare i sentimenti che prova, quando ritrae Violet, una musa imperfetta. Nascerà un amore, destinato a soffrire per mano del passato, ma si tratterà di un amore a cui sarà donata una possibilità, per vederlo fiorire.

Un graffio al cuore di Daniela Carboni, edito Literary Romance, è un libro che ho letto in meno di due ore, l’ho praticamente divorato. È un romance scritto molto bene e la storia che sta alla base del libro, un amore tra artista e musa, attrae. Tuttavia, c’è un ma enorme, gigantesco quanto l’oceano, ovvero la frenesia.

La loro storia è nata così all’improvviso, senza nessun preannuncio e, di conseguenza, si è consumata con la stessa rapidità, con cui si consuma una piccola fiamma. I personaggi non hanno avuto tempo, né per conoscersi realmente, né per comprendere i propri sentimenti e amarsi. Non c’è stata una storia raccontata nei minimi dettagli e, non essendoci stato questo elemento, non c’è stato nemmeno trasporto.

È un libro che si legge piacevolmente, ma il tutto rimane in superficie, non scende in profondità, nemmeno ci prova. In realtà mi dispiace, perché è una storia che aveva davvero tanto potenziale, anche cambiando qualche particolare ed era un libro che avevo adocchiato da tanto tempo.

Inoltre, una scelta che io non avrei mai fatto, è stata quella di rinunciare alla sua cicatrice. Violet decide di sottoporsi ad un intervento, per modificare l’aspetto di quel taglio, se non per farlo sbiadire del tutto. È una scelta che non andava fatta, per il semplice motivo che ormai era parte di lei, simboleggiava il suo passato e quello che le hanno fatto, era una parte da amare, da rispettare e non da nascondere e cancellare.

Nonostante questo, se volete capire di cosa sto parlando, provate comunque a dargli una possibilità. Se avete voglia di esprimere una vostra opinione, scriveteci nei commenti qui sul blog nerds_bay, oppure su Instagram.