Tre, Valerie Perrin

Tre, un libro necessario.

“Ci sono libri, e anche incontri, che sono occasioni perse. Passiamo accanto a storie e persone che avrebbero potuto cambiarci la vita senza vederle a causa di un malinteso, di una copertina, di un riassunto sbagliato, di un atteggiamento prevenuto. Per fortuna certe volte la vita insiste.”

Tre, il numero perfetto. Tre, come i vertici di un triangolo, il numero giusto perché la relazione fra le parti sia sempre paritaria. Tre, il gruppo di amici protagonista di questa opera -la terza- di Valérie Perrin, che ancora una volta non delude le aspettative di chi si accinge a leggerla.

La vita di Nina, Etienne e Adrienne inizia a dieci anni, nel cortile della scuola, il primo giorno di quinta elementare. I tre si conoscono e si riconoscono, dalla casualità di sedersi allo stesso banco mettono le radici di un’amicizia che durerà per sempre e che sempre li farà tornare gli uni dagli altri, nonostante la distanza fisica e di vedute, nonostante la vita che può prendere pieghe molto diverse e inaspettate.

Questo è un libro sull’amicizia, ma non solo. Lo definirei un libro sulla vita, sulla sorte che oggi dà ma domani toglie, e quando inizia a togliere rischia di non smettere più. È incredibile come l’autrice riesca a creare e a raccontare così tanti personaggi in modo tale da farli sembrare così realistici, così coerenti con se stessi e con i loro ruoli.

Non è facile riuscire a gestire l’invenzione di un personaggio, seguire la sua crescita nel mondo e il suo cambiare in base a ciò che la vita gli offre; figurarsi cosa possa significare fare questa cosa non con un solo personaggio, ma con tre: bambini che diventano adolescenti e poi adulti, persone in divenire che vivono tre storie molto diverse tra loro, anche se sempre legate a quelle degli altri, personaggi a tutto tondo descritti così bene che mentre si è immersi nella lettura non ci si accorge che ciò a cui stiamo assistendo è tutta finzione.

Tre personaggi con cui si empatizza così tanto da immaginarsi lì, tra loro, a scuola, nella stanza di Etienne, mentre compongono e cantano le canzoni con cui sperano, un giorno, di far crescere e diventar famosa la loro band.

E a proposito di canzoni, tutto il libro è disseminato della musica che accompagna questa amicizia fuori dall’ordinario; un consiglio potrebbe essere quello di ascoltare questa musica, accompagnandola alla lettura, per meglio entrare nella vicenda di Nina, Etienne e Adrienne.

Non c’è un protagonista in questa storia: tutti e tre gli amici hanno la stessa importanza, lo stesso peso, la stessa parte nel mandare avanti la vicenda. E al netto di quanto questo rischia di rendere il tutto caotico, in realtà Tre è il caso in cui la pluralità di voci, di punti di vista, il continuo variare dei capitoli in base alla storia di chi si sta seguendo in quel momento è un arricchimento. Come nelle relazioni più simbiotiche, la vicenda di uno non potrebbe andare avanti e sembrerebbe inutile senza l’intreccio con le vicende degli altri.

Per un attimo diventano protagonisti anche i personaggi secondari, la costellazione di persone che gravitano intorno al trio nucleare e che hanno il potere di modificare la storia e le relazioni, sia quelle interne ai tre che quelle esterne, la valanga di parenti, fidanzati, amici che toccando le vite di Nina, Etienne e Adrienne riescono a poco a poco a erodere ciò che questi hanno creato così spontaneamente, a modificare gli equilibri che via via vengono stabilizzandosi e infine ad andarsene dalle loro vite con la stessa facilità con cui sono entrati, ma lasciando modifiche sostanziali, capaci di spostare l’asse della Storia e di far prendere ai protagonisti strade diverse rispetto a quelle che ci si aspetterebbe.

Perché quando un’amicizia è vera, solida, radicale, qualunque cosa accada, anche a distanza di anni, ci sarà sempre un’auto col serbatoio pieno di benzina pronta a salvare chi si ama dalla vita che ha scelto.

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