Tokyo Ever After – Un Pretty Princess in stile orientale

Tokyo Ever After: uno Young Adult Ambientato tra i Fiori di Ciliegio

“Born a foreigner
I carry two halves with me
Loose skin I pull on
To go places and don’t fit
Like apple pie and mochi!”

– Tokyo Ever After

Izumi Tanaka ha sempre avuto lo stesso grande problema che affligge molt* figl* di immigrati: non si è mai sentita davvero parte di qualcosa. La storia non cambia mai: per gli americani è ancora troppo asiatica mentre per i giapponesi è semplicemente una straniera. Lei, d’altronde, non ha mai davvero approfondito la cultura nipponica proprio perché la sua vita si è sviluppata in un luogo totalmente differente. Non conosce nemmeno l’identità del padre e la madre si è sempre dimostrata, in un certo senso comprensibilmente, restia a parlare della questione.

Fino ad un bel giorno in cui, tra la moltitudine di libri di botanica che riempiono la camera della madre, trova un indizio che sembra gettare luce su un passato da sempre rimasto oscuro e incerto. E grazie a google e a una migliore amica inarrestabile ecco che si scopre la verità: il padre, da sempre sfuggente e senza un nome, non è altro che l’erede al trono dell’impero giapponese (o come direbbe la stampa, il George Clooney asiatico).

Ecco quindi che Izumi si ritrova, dal giorno alla notte, ad essere principessa di uno dei paesi più potenti del mondo in cui etichetta e tradizione sono gli unici aspetti da curare al limite della maniacalità. Ma sarà in grado di tenere testa ad una situazione così rocambolesca? Oppure soccomberà alle ingiurie della stampa, dei parenti acquisiti e ai doveri del mondo reale?

Copertina dell’edizione inglese di Tokyo Ever After

Un Libro che mi ha Aiutata a Superare il Blocco del Lettore

Come ci si può aspettare da una storia in cui una ragazza scopre di essere principessa nel giro di pochissime ore, si tratta di un argomento estremamente leggero e veloce che, però, ha avuto il grande merito di riportarmi ad un hobby che avevo accantonato da settimane per colpa degli impegni. Non mi aspettavo nulla di diverso da Tokyo Ever After e, di conseguenza, posso dirmi totalmente soddisfatta della lettura.

In primo luogo è raro creare una storia poco interessante se il Giappone è il luogo in cui si sviluppa: c’è talmente tanta storia da scoprire all’interno del paese che, spesso, sembra di avere a che fare con un mondo immaginario, una potenza che esiste in un mondo differente in cui il rispetto e la reverenza sono portati ai livelli massimi. Dall’altra parte però il Giappone nasconde un lato, come gli altri paesi dell’epoca contemporanea, molto più oscuro: come scoprirà la giovane Izumi, far parte dell’élite sociale giapponese comporta una serie di doveri e di responsabilità che potrebbero far soccombere i più fragili.

Balli, matrimoni, raccolte di beneficenza, ma anche etichetta, ambiti del giusto colore, modi affabili e mai scortesi, gossip. Essere nobile significa spesso non mostrare mai le proprie debolezze e avere poco spazio per sfogare le emozioni. Izumi però non è sola. Akio, il bodyguard scelto per accompagnarla in ogni singolo momento, sembra capire come lei quanto la famiglia imperiale possa essere complessa da gestire e come, a volte, venga richiesto di mettere da parte i propri sogni per seguire i doveri imposti.

Lui è il classico grumpy-boy scontroso e apparentemente solitario, pronto a difendere la protagonista da ogni ingiuria del mondo. Vive però una situazione abbastanza complessa a casa quindi quanto potrà davvero essere utile a Izumi? Riuscirà a restare lucido e distante come si richiede ad una guardia del corpo o darà mostra di emozioni considerate dalla società inopportune?

Consiglio totalmente Tokyo Ever After se avete bisogno di qualcosa di divertente, ma allo stesso tempo intriso di alcuni degli enigmi più forti che ancora scuotono la nostra società. Quanto sono importanti i legami di sangue e che cosa significa sentirsi a casa?

Citazione tratta da Tokyo Ever After

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