The Last Duel- Iudicium Carrouges

Dal 14 ottobre nella sale italiane, The Last Duel, nuovo film di Ridley Scott. Riprende la vicenda dei Carrouges

Dalla mente brillante di Ridley Scott, regista di film diventati iconici come Alien (https://it.wikipedia.org/wiki/Alien) e Il Gladiatore (https://it.wikipedia.org/wiki/Il_gladiatore) un nuovo film che delizia i suoi fan e non solo. Non è la prima volta che Scott si cimenta in drammi a sfondo storico, abbiamo citato Il Gladiatore ma anche “Le crociate – Kingdom of Heaven” fa parte del suo repertorio.

 Al fianco del famoso regista abbiamo un cast che riesce a seguire i suoi passi perfettamente, i tre attori protagonisti sono Matt Damon (https://it.wikipedia.org/wiki/Matt_Damon), Adam Driver (https://it.wikipedia.org/wiki/Adam_Driver) e Jodie Comer (https://it.wikipedia.org/wiki/Jodie_Comer). Damon e Driver avevano già recitato per Scott in tempi non troppo distanti da noi, Matt Damon è stato il protagonista di Sopravvissuto – The Martian (basato sul romanzo di L’uomo di Marte del 2011 di Andy Weir) del 2015.

Mentre Driver è al suo doppio progetto per quest’anno con Scott, l’altro è l’attesissimo House of Gucci che uscirà nelle sale statunitensi il 24 novembre, mentre in Italia l’uscita è programmata per il 2 dicembre

La Trama

La trama del film riporta sullo schermo eventi realmente accaduti. Francia, XIV secolo, Jean de Carrouges sa di essere destinato a diventare cavaliere e seguire quindi, le orme di suo padre morto al servizio del re Carlo VI. Il suo carattere ostile e orgoglioso sembra attirare diverse antipatie, tra cui quella del suo feudatario, Conte Pierre d’Alençon (https://it.wikipedia.org/wiki/Ben_Affleck).

Cosa che non succede al suo amico e collega lo scudiero Jaques Le Gris che riesce a salire nella gerarchia medievale proprio grazie al legame che stringe con il conte Pierre. Dopo essersi allontanati per più di un anno i due amici si rivedono ad un evento pubblico e Le Gris conosce la bellissima moglie di Carrouges, Marguerite de Carrouges per la quale perderà la testa.

Marguerite de Carrouges

Carrouges si trova a Parigi quando sua moglie, attraverso un inganno viene violentata da Le Gris. Ma Marguerite Carrouges deciderà di non tacere e parlerà con il marito dell’evento, mettendo in pericolo la sua vita e quella del coniuge.

Infatti, secondo la legge dell’epoca solo un combattimento all’ultimo sangue, avrebbe permesso di scoprire la verità. Dio non lascerebbe impunito chi mente sotto il suo sguardo, ma se non dovesse essere vero quello che affermano i due coniugi, lui morirebbe nel duello e lei sarebbe spogliata e bruciata al rogo

Le Scelte Registiche

È interessante il modo in cui Scott decide di dividere il film. Abbiamo infatti una suddivisione della vicenda che potremo paragonare ad un trittico, il primo sportello o capitolo come viene chiamato si concentra sul punto di vista di Jean de Carrouges che ci presenta lui come un uomo dall’animo buono e gentile che non è mai stato veramente apprezzato dalla corte francese per colpa dell’amico\nemico Le Gris.

 Anche il matrimonio con Marguerite è un atto di amore, pieno di passione e piacere per entrambi e il suo personaggio è dipinto come quello della classica moglie accondiscendente che asseconda le scelte del marito anche se totalmente sbagliate e che porteranno entrambi alla rovina.

Il secondo capitolo (Sportello) che la pellicola ci mostra è quello di Jaques Le Gris. Molto simile al capitolo precedente ma con delle piccole modifiche, che danno allo spettatore una visione più completa della vicenda. Per la prima volta vediamo lo stupro commesso da Le Gris, ma non lo vediamo come un atto romantico: nonostante per il personaggio quello rimarrà per sempre un momento di passione condiviso con una persona consenziente la regia è irremovibile, lo stupro è uno stupro.

Quello che infatti sorprende lo spettatore, è la sicurezza del personaggio di Le Gris sulla purezza dell’atto. Anche quando avrebbe potuto lasciarsi andare ad una confessione con l’amico e feudatario Pierre d’Alençon, che avrebbe comunque garantito per lui, egli non lo fa.

Lo sportello centrale, la verità, il terzo e ultimo capitolo è incentrato sulla figura di Marguerite de Carrouges. Ed è qui che la verità risorge e le maschere vengono calate, mostrando le vere condizioni nella quale le donne erano costrette a vivere.

 Il matrimonio con Jean de Carrouges non è stato un atto d’amore, ma economico; infatti, lui è sempre stato più interessato alla sua dote che alla sua persona. Le notti passate insieme non erano caratterizzare da passione e piacere per entrambi, date le scarse attenzioni che suo marito le rivolgeva non riuscendo a provare piacere.

La frustrazione di non poter aver figli, la colpa che il personaggio si dà per tutta la durata del film e lo sguardo di pietà e disprezzo che le altre donne le rivolgono per non essere capace di donare un erede al suo signore e marito.

Tutto si concentra poi sulla scena dello stupro, in cui possiamo vedere la crudeltà di un atto disumano come la violenza carnale. Lei disperata e impaurita dalla figura grande e forte di un uomo folle.

Ma la cosa più terribile da vedere per lo spettatore è tutto quello che accade subito dopo l’evento. Marguerite decide di parlare con il suo coniuge, ma lui non le crede immediatamente (come ci viene fatto vedere nel suo capitolo) e anzi l’accusa di aver provocato l’uomo. Ma non solo, quando l’accusa viene fatta pubblica, le altre donne, la sua amica più stretta si allontana da lei inorridita per la vicenda e perché convinta che il rapporto sessuale sia stato consenziente.

E infine, la scena dell’interrogatorio la più spietata e disturbante a livello psicologico. La coniuge Carrouges, incinta, è messa al centro di una sala fatta in pietra, davanti a sé il re e la regina di Francia, intorno un gruppo di giudici e dietro una massa di persone. I giudici cominciano a farle domande che vanno a sfiorare lo sfondo sessuale, fino a chiedere se provasse piacere con suo marito. Questo perché nel medioevo c’era la convinzione che se la donna non provasse “la piccola morte” durante il rapporto sessuale, non potesse rimanere incinta.

Tutto il film, per quanto possa essere lento nella lunga prefazione, crea un climax di tensione costante che esplode con la scena dell’ultimo duello tra Carrouges e Le Gris. La regia qui aumenta, Scott evidenzia la fisicità della situazione, le armature che si scontrano, il sudore, la fierezza e infine la morte che incombe quasi come un miracolo su Le Gris.

Opinioni Finali

Il film, che sembra ripercorrere vicende lontane da noi, riporta tematiche fin troppo vicine alla società in cui viviamo. Marguerite de Carrouges è il riflesso delle tante vittime di stupro, “Che abiti indossava quella sera?” “Hai mai detto di trovare lo scudiero Le Gris attraente?”, le domande inopportune che cercano di mettere una luce di colpevolezza sulla vittima, lo sguardo inorridito di altre donne che vivono un maschilismo interiorizzato e che pensano sia una cosa normale, quasi giusta.

Le ambientazioni e la scenografia lasciano senza fiato, ogni frame della pellicola è ispirato alla storia dell’arte. La pellicola è dominata da toni freddi, tendenti al blu soprattutto nelle scene finali e quelle che trattano il duello tra i due.

È un film che mi sento di consigliare ai nostri lettori, nonostante la lunghezza della pellicola sarete lieti di esservi immersi in un medioevo cupo e controverso.

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