The Night House – La Casa Oscura, quando i veri mostri sono dentro e fuori di noi.

su Disney+, arriva “The Night house”, l’emozionante l’horror con protagonista Rebecca Hall.

Negli ultimi anni, l’Horror è sicuramente diventato il genere di punta, sopratutto delle piattaforme di streaming, che ne sfornano ormai tantissimi, e vien da se che quelli davvero degni di nota si possono poi contare sulle dita di una sola mano. Ecco perché ogni volta che viene pubblicizzato un nuovo horror in esclusiva sulle varie piattaforme, prima di iniziarne la visione, lascio sempre passare qualche giorno per decidermi a prendere coraggio. Il rituale abituale prima di pigiare play è un bel respiro e qualche preghiera, giusto per evitare di perdere quelle due ore della mia vita che potrei invece investire e fare qualcosa di più meritevole.

La stessa cosa non è però successa per The Night House, un film disponibile sulla piattaforma Disney+ , per la regia di David Bruckner (The Signal, Il Rituale), con protagonista la bravissima Rebecca Hall, già amata per il suo ruolo da protagonista ne “Il mistero di Rookford”, un film horror/thriller diventato ormai cult.

Le aspettative erano alte? Per niente. Tra l’altro la trama sembrava una di quelle trite e ritrite: Beth, una donna rimasta vedova dopo il suicidio di suo marito Owen, resta quindi sola nella casa da egli costruita, ed inizia ad avvertire delle presenze che aumentano man mano che si addentra nella scoperta di un oscuro segreto che avvolge la casa e il passato di Owen.

Una scena tratta del film “The Night House”.

Ma questa, vi anticipo, è stata una di quelle rare volte dove mi sono ricreduto. Il film inizia in medias res, dove tutto è già accaduto, con un’atmosfera tetra e cupa, colori scuri e scene che prendono luogo maggiormente di sera, o, nelle poche scene di giorno, senza sole. Già questo dettaglio, che sembra di per se secondario, è essenziale per immergere totalmente lo spettatore nello stato d’animo in cui si trova la protagonista, che si ritrova a provare già da subito una certa empatia per lei e per ciò che sta vivendo ed ha vissuto fino a quel punto.

Si avverte il dolore, la tristezza e la depressione, anche dal paesaggio, dalla luce e da un lago dalle acque scure sulle cui rive è stata costruita la casa, che spesso viene inquadrato, quasi come se quelle acque, calme ma profonde e nere, fossero l’emblema di ciò che Beth prova nei primi giorni di lutto, il tutto ovviamente per accompagnare le doti dell’attrice che sono magistrali.

Fin da subito, nonostante la parte paranormale non faccia capolino dalle prime scene, si avverte che qualcosa non è come sembra, in quella casa perfetta, dagli infissi in vetro, c’è qualcosa che non va, qualcosa che mina la sicurezza e la privacy di chi la abita.

A portare in scena il paranormale e l’horror è la stessa Beth che, trascinata dalle emozioni e dalla ricerca di qualcosa che ancora la leghi materialmente a suo marito, inizia a rovistare nella casa e nelle cose di Owen, riportando a galla dei misteri e degli orrori che faranno prendere una piega diversa alla sua vita, degli orrori che la porteranno alla scoperta di demoni e presenze con cui sarà costretta a fare i conti e che metteranno in dubbio ogni cosa.

Il film ci porta appunto in questa casa oscura, dove tutto è tutto fuorché quello che sembra, dove ogni ombra nasconde sempre qualcosa di inquietante e dove la mente (dello spettatore come quella della protagonista) viene continuamente messa alla prova. E la mente è proprio il punto di inizio e di fine, l’alpha e l’omega, in un connubio di verità ed immaginazione, di perdita ma allo stesso tempo di ritrovo di se stessi, dove non è mai palese il filo sottile che li divide. La casa in se lascia la sua connotazione di ambiente sicuro e si trasforma in metafora, in alterazione, di percezione distorta e decadente, diventando nido di demoni esterni e proiezione di quelli che risiedono dentro di noi.

il finale porta lo spettatore faccia a faccia con la realtà che ha avvolto gli eventi che vengono inizialmente concepiti come qualcosa si incomprensibile, di confusionario, dove ogni cosa sembra avere un senso solo se analizzata singolarmente ma l’insieme stona come note di spartiti diversi. Il tutto ad un tratto diventa chiaro, con una consapevolezza che lascia un dolore allo stomaco, come un calcio ben assestato che lascerà il suo bel livido per un po’ di tempo.

e Il film funziona, non solo per la trama che da semplice diventa intricata ed estremamente interessante, ma per la regia dove le scene e la fotografia meritano una menzione speciale nella recensione di questo film è che forse poi alla fine di tutto diventano il fulcro stesso. I jump scare e le scene dove è possibile notare le presenze all’interno della casa sono architettate in modo tale da sfruttare a pieno il fenomeno della pareidolia, dove ogni angolo ed ogni anfratto della casa può nascondere facce e figure antropomorfe in agguato.

il film, ricordiamo ancora, è disponibile dal 27 ottobre in esclusiva sulla piattaforma streaming di Disney+.