The Meyerowitz Stories: comicità e riflessione

The Meyerowitz Stories, la pellicola del giovane regista Noah Baumbach, diventato ormai un professionista grazie all’unicità con cui rappresenta le storie che scrive avvicinandosi il più possibile allo spettatore.

Ieri cercavo un film comico su Netflix per passare una serata tranquilla all’insegna di un po’ di divertimento, risate e comunque un buon film, così mi sono messa a spulciare le commedie sulla piattaforma e ho trovato questo film con Adam Sandler, Emma Thompson, Ben Stiller, Adam Driver e Dustin Hoffman e a vedere questi grandi nomi e un cast stellare, mi sono lasciata convincere in quanto una premessa più che soddisfacente, andiamo dunque ad analizzarlo insieme.

The Meyerowitz Stories è una commedia a tratti drammatica del 2017 scritto e diretto da Noah Baumbach, regista del film di successo Storia di un matrimonio, che ha presentato addirittura anche al pubblico di Cannes le vicende ambientate in una New York artistica, di una famiglia allargata di origine ebraica che dopo tanto tempo di allontanamento, a causa di caratteri e passioni differenti, si riunisce facendo riemergere frustrazioni, fallimenti e rancori passati nei rapporti familiari.

Noah Baumbach, con il suo stile minimalista, in cui mi azzardo a scorgere anche un tocco di ispirazione alla modalità narrativa di Woody Allen, dalla scelta dell’ambientazione alla scrittura e alla regia ricca di jump-cut (sequenze tagliate e montate per ricavarne un succo, un riassunto), realista, coinvolgente, moderata, soprattutto nel film che stiamo trattando, ci racconta la storia di questa famiglia poco tradizionale e alquanto disfunzionale, con spirito comico ma sottolineando l’umanità di ogni personaggio, invitando alla riflessione subito dopo aver provato emozioni di allegria.

Infatti, il film risulta molto leggero ma ci lascia comunque ad un brain storming sociale ma anche individuale grazie alla caratterizzazione psicologica dettagliatissima di ogni personaggio che ci permette di trovare un po’ noi stessi i questi particolari protagonisti. In effetti, il prodotto, ci pone davanti a delle scelte di vita e a dei pensieri anche personali che ci mettono su una determinata strada nel corso della nostra esistenza, in particolare in giovinezza.

Al centro, vi è soprattutto la differenza di pensiero nella famiglia Meyerowitz che li ha portati ad prendere percorsi diversi e a suscitare anche dei sorta di malumori. Da una parte abbiamo infatti una famiglia di artisti, una famiglia che vive nell’arte, tra scultura e musica, chi alla ricerca di approvazione esterna, quindi il riconoscimento del pubblicitari, e chi invece è alla ricerca di semplicità, libertà di esprimersi senza ricevere niente in cambio ma solo regalare attimi di puro piacere estetico ed emotivo; Dall’altra parte, invece, abbiamo una componente più socio-economica, un pensiero che tiene con i piedi per terra, senza stravaganza, solo rigore e finanza, rifiutando la creatività della famiglia e la famiglia stessa, in un certo senso.

Baumbach, con The Meyerowitz Stories, sostanzialmente, non fa altro che presentarci una condizione di comunicazione familiare che avviene in ogni famiglia e ne sottolinea le differenze generazionali con i discorsi sulla concezione di guadagno e profitto e sentimento di appagamento personale rispetto a quello che si vive. Quindi, riesce ad unire filosofia di vita, costruzioni sociali e generazionali e umorismo ben collocato e lanciato come una freccia allo spettatore.

In conclusione: se volete divertirvi con un prodotto comico ma che non sia povero di significato, lasciato a sé, banale e dimenticabile, The Meyerowitz Stories di Noah Baumbach è la pellicola che fa al caso vostro, ricca di significato, possibilità di riflessione da affrontare con tranquillità, avvenimenti che riescono a suscitare risate e una tecnica registica unica di un professionista dalle grandi capacità comunicative nell’ambito cinematografico, plus, un cast divino di attori superbi.

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