THE ASCENT – Recensione

The Ascent è un titolo con una miriade di elementi a suo favore che è difficile ignorare. In primi sa va certamente a dare sollievo a quel fastidioso prurito insistente che molti di noi ancora hanno addosso dopo  Cyberpunk2077, ha un pedigree impeccabile, è stato sviluppato da un superteam di sviluppatori già al lavoro su titoli come Far Cry 3, Gears of War e Doom, è stato lanciato al D1 sul Game Pass donandogli immediata visibilità a milioni di giocatori e, ovviamente, è estremamente bello da guardare, proponendosi come un’opera finalmente in grado di offrire una “Tech Demo” adatta a mostrare le potenzialità delle console di attuale generazione.

Per le prime 5-6 ore di gioco, sono rimasto letteralmente estasiato. Sin dal suo tutorial nel quale eliminare qualche fastidioso “ratto” da un complesso produttivo, c’è da restare increduli riguardo l’incredibile lavoro svolto da un team di soli 11 elementi. Un mondo dove ogni centimetro cubico è curato all’inverosimile ed arricchito di mille dettagli, tra pistoni che si muovono, cartelloni pubblicitari al neon con luci che tremolano e tubi d’acqua che perdono..

Il mondo di gioco non è da meno: E’presente un livello di dettaglio quasi “Tolkieniano” in ogni suo ambito, ricco di incredibili storie, dettagli e particolari.. Il tutto creato con coscienza ed attenzione, adeguatamente supportato da dialoghi (ottimamente recitati) e compendi di varia natura, utili a permetterci di fare nostra la terminologia di questo universo. E’ come trovarsi in classico un RPG Fantasy nel quale i classici Dunegon sono stati rimpiazzati da Corporazioni,  sventrate per parti e profitti.

E’facile intuire come il titolo di Neon Giant abbia preso forte ispirazione da Diablo nel dare vita alla sua struttura di gameplay: durante le nostre scorribande, ci faremo strada in aree dense di mob da abbattere, raccogliendo tutto il loot utile ed esplorando ogni angolo alla ricerca di bauli contenenti materiali di varia natura, utili ai nostri fini. A differenza del capolavoro Blizzard però, the Ascent opta per un gameplay da Twin Stick Shooter. Il mix ottenuto è quanto mai riuscito ed estremamente piacevole, in quanto si allontana dall’idea puramente arcade che da sempre accompagna questo genere, fondendolo perfettamente con le meccaniche del famoso hack n’slash.

Tutto è poi lucidato e reso user friendly in maniera eccelsa: L’azione di gioco è sempre rapida e soddisfacente, camminare sopra casse etc, le apre/distrugge facendovi recuperare in automatico il loot, le opportunità di hacking sono ovunque all’interno del mondo di gioco e tutte attivabili con la sola pressione di un tasto, senza tediosi minigiochi o lungaggini. Il combattimento è estremamente dinamico, accompagnato da un cover system simile a quello di Gears of War, seppur decisamente più intrigante e con una maggior libertà di movimento a rinforzare il tutto.

A tutto questo si aggiunge la possibilità di giocare in co-op sino a quattro giocatori, sia online che in split screen, inserendosi senza problemi all’interno di una partita in qualunque momento e rendendo meno evidenti le principali debolezze dell’opera di cui andremo a parlare da tra breve.

Dove quindi The Ascent perde qualche colpo? Il primo prevedibile punto critico è la perdita dell’effetto “wow” iniziale, in quanto dopo le prime sessioni di gioco passate a bocca aperta, la routine prende il sopravvento, il grinding inizia a pesare sempre più e le 20 ore necessarie a completarlo si fanno via via più pesanti. Con ciò non significa che il titolo sia in qualche modo scadente o privo di stimoli, solo è innegabile che la prima metà di esso risulti innegabilmente la più piacevole del pacchetto.

La stessa storia narrata da The Ascent parte con il botto e continua in un escalation sempre più incontrollabile piuttosto che svilupparsi in modi nuovi ed interessanti; il tutto si traduce anche in questo caso in premesse interessanti e dall’enorme potenziale narrativo purtroppo mal sviluppate, il che concretamente ci porterà, dopo una prima parte ricca di momenti intriganti, a svolgere missioni di semplice “recupero dati” per il resto del tempo, con pochi colpi di scena veramente importanti o significativi. Non aiuta il fatto che tutto resti sempre permeato da un’eccessiva serietà in ogni ambito; da questo punto di vista, qualche elemento umoristico sparso avrebbe certamente favorito il mix.

Il combattimento, come tutto il resto, è inizialmente assolutamente spettacolare. Diverrà quasi una seconda natura lo schivare in rotolata dagli attacchi AoE avversari, l’accovacciarsi dietro un muro offrendo fuoco alla cieca mentre i nemici lentamente lo sgretolano sparando all’impazzata, per poi emergere dalla copertura eliminandone 5 o 6 in una sola volta con un colpo ben mirato. The Ascent riesce senza difficoltà a regalare scene estremamente spettacolari e difficilmente viste in altri prodotti simili. Dove però inciampa, è soprattutto nel suo livello di difficoltà e soprattutto nella sua estrema ripetitività.

The Ascent è difficile, è innegabile. Va comunque detto che durante la run non abbiamo quasi mai percepito di trovarci di fronte ad un prodotto frustrante o troppo “scorretto”. Va comunque detto che rigiocare alcune zone anche 3-4 volte diverrà la norma in zone avanzate, per cui dovrete armarvi di pazienza e della voglia di masterare appieno il cover system, oltre a mantenere sempre upgradati al meglio i vari equipaggiamenti e le armi, onde evitare di restare bloccati in una certa zona all’infinito.

Come detto sopra però, è davvero la ripetitività di fondo di the Ascent a risultare come l’elemento più fastidioso della produzione: un riciclo costante di nemici, miniboss e boss, uniti alla necessità non sporadica di farmare per potenziarsi quanto bastava a proseguire, creano alla lunga fastidio ed indeboliscono fortemente il desiderio di allungare la propria sessione di gioco. Esisterà sicuramente una fetta di giocatori amanti del grinding e del lento upgrade del proprio PG, ma in linea generale il tutto risulta più vicino ad un concetto di MMO che di avventura single player.

In conclusione, The Ascent è un titolo che vive di una sua dualità: da una parte colpisce visivamente e dona ore di estasi videoludica, dall’altra cade nella seconda metà in una ripetitività eccessiva, supportata da una trama centrale che va a sua volta a perdersi, seppur immersa in un mondo intrigante e ben pensato. Il gameplay sa divertire ed entusiasmare, raggiungendo il suo massimo picco se affrontato in co-op, cosa che vi consigliamo vivamente di tenere in conto nel caso voleste procedere all’acquisto (Attualmente disponibile per PC e console XBOX di nuova generazione).


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