La tempovia: Il brillante investigatore – L Lawliet

Oggi, in “La tempovia”, L Lawliet


Persone della baia, cari lettori e, magari, nuovi arrivati in questo blog benvenuti in questo nuovo episodio de “La Tempovia“. Questo è il secondo episodio in totale e dopo esser partiti in grande con Zeke Jaeger scorsa settimana, trovate l’articolo qui, oggi voglio continuare con qualcuno di ancor più grande.
Il titolo la dice lunga e, onde evitare faide, vi sarà appena possibile il terzo episodio di questa ormai, almeno da me, amata rubrica. Perché, si, a me piace quindi posso definirla amata. Problemi? Tsk. Quindi, sicuramente, al più presto vi sarà anche un episodio di questa rubrica con protagonista il rivale più grande del nostro personaggio odierno.

Il protagonista dell’articolo di oggi è niente e poco di meno di L Lawliet, uno dei personaggi più amati di sempre e di cui si sa, allo stesso tempo, così poco rispetto a quanto si vorrebbe sapere. A partire dal nome, incognita ancor oggi, e da quale data di nascita possa esser quella canonica: nell’anime è nato nel 1982, nel manga nel 1979.
Comunque sia, bando alle ciance e iniziamo.

Secondo volume del manga di DN, raffigurante L Lawliet – Death Note

Attenzione: fermatevi qui in caso non abbiate visto Death Note e abbiate voglia di godervi l’opera senza spoiler. So che, a tanti, risulta difficile ma vi è sempre qualcuno che non ha visto o letto questa storia.


Come detto, L nasce il 31 Ottobre 1979/1982. Dei suoi genitori non si sa praticamente nulla. Difatti, viene adottato all’età di 8 anni da Watari, come specificato da Mello in una delle Light Novel della serie, e le sue capacità deduttive vengono da subito mostrate dopo il suo arrivo alla Wammy’s House. Figuratevi che di lui si sa così poco che le sue origini vengono descritte come un misto tra Giapponesi, Inglesi, russe e francesi o italiane.
L, come dice la storia, pian piano si guadagnerà la fama di miglior detective del mondo.

Locandina per l’anime, raffigurante Light Yagami e L Lawliet – Death Note

Quando iniziano gli omicidi di Kira, l’Interpol chiede aiuto a Elle nelle indagini. Scoperto con uno stratagemma che Kira si trova in Giappone, Elle decide di recarsi di persona sul posto e di presentarsi e collaborare con la polizia nipponica. Ai membri della squadra investigativa chiede inoltre di riferirsi a lui col nome Ryuzaki. Elle inizia presto a sospettare di Light Yagami, ma non è in grado di raccogliere alcuna prova concreta. Nonostante in diverse situazioni Light sembri essere scagionato dalle circostanze, il detective rimane scettico della sua innocenza.

A complicare il caso interviene la idol Misa Amane, la quale, ottenuto un proprio Death Note tramite la shinigami Rem, inizia a supportare Light come secondo Kira. Infine Light convince Rem a scrivere sul proprio Death Note il vero nome di Elle, facendole credere che sia l’unico modo per salvare la vita di Misa, a cui nel frattempo la shinigami si è affezionata. Elle muore così di arresto cardiaco davanti agli occhi di Light, il quale assume la sua identità alla guida della squadra investigativa del caso Kira.

La morte di L Lawliet – Death Note

Arrivati a questo punto della trama, dunque, si potrebbe dire che ormai Elle sia fuori dai giochi. Con la sua morte fanno il loro ingresso Mello e Near, creando svariate situazioni che trovo intriganti a livello narrativo. Per molti la morte di Elle equivale alla morte della serie ma, onestamente, io penso sia una vera e propria svolta. Da quel momento in poi la trama riceve un grosso boost in termini di azione e, sopratutto, il tutto viene cucito perfettamente con la opening nell’anime. Non si vede che io sia amante di questa serie, vero?

Mello e Near, eredi di L Lawliet – Death Note

Ma cosa sarebbe successo se Elle non fosse morto in quel preciso momento della storia e avesse continuato con le sue investigazioni?
Beh, consideriamo in primis che Rem, lo shinigami, non sarebbe deceduto. Ciò avrebbe comunque creato situazioni spiacevoli per Misa Amane e Light Yagami che, alla lunga, non facendo nulla li avrebbe portati ad esser arrestati da Elle stesso.


Light avrebbe continuato a ricevere le continue restrizioni di Elle e le morti per il Death Note sarebbero state ridotte notevolmente. Un continuo così parte già con il freno a mano tirato, almeno per me. Avrebbe avuto del noioso, del ripetitivo oserei dire, e ci si sarebbe trovati in un loop infinito che avrebbe portato il tutto alla morte dell’opera stessa. Dunque, inevitabilmente, Elle sarebbe dovuto morire in ogni caso.

Watari e L Lawliet, fan art dal web – Death Note

Per me, è stato scelto il momento migliore per farlo passare a miglior vita. Farlo morire più avanti avrebbe creato situazioni sempre più intricate, certo, ma alla lunga ci si sarebbe perso uno spettacolo mozzafiato che ha reso l’opera il capolavoro che oggi conosciamo. Elle ha comunque avuto un ruolo fondamentalissimo nella trama di Death Note, anche post morte, facendo si che personaggi come Mello e Near si elevassero cercando di superarlo.

L Lawliet rivela la propria identità a Light – Death Note

A differenza che con Attack on Titan, oggi preferisco sbilanciarmi: Death Note, con una vittoria di Elle così prematura avrebbe perso di significato e si sarebbe ritrovato a navigare nel mediocre. Avremmo potuto vedere un Elle creare situazioni più assurde per far uscire allo scoperto Kira, certo, ma entrati nel filone narrativo di Misa e Light nel circolo dei più sospetti si ha segnato inevitabilmente la morte del nostro amato investigatore.


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