Rosso, Bianco e Sangue Blu – Può la Politica Fermare l’Amore?

“Le vite che vogliamo non sono poi così diverse. Non in ciò che conta davvero. Tu vuoi prendere ciò che ti è stato dato e lasciare un mondo migliore rispetto a quello che hai trovato. E allora fallo. Possiamo… possiamo trovare un modo di farlo insieme” – da Rosso, Bianco e Sangue Blu

La trama

Alex ed Henry sembrano avere tutto dalla vita. Uno è lo scapolo più ambito di tutta America, figlio della prima Presidente donna mentre il secondo è l’incarnazione del classico principe azzurro, in linea di successione per il trono inglese. Le copertine dei tabloid internazionali sono oramai una seconda casa per loro e la competizione per diventare il ragazzo più adorato è accesa. Un giorno, però, i due giovani non possono fare altro che incontrarsi di persona.

Il fratello di Henry, Philip, ha infatti organizzato una festa per il suo matrimonio, con tanto di torta a cinque cifre. Ovviamente tra gli invitati svetta anche Alex. Una volta faccia a faccia però, la tensione è palpabile. E sarà proprio la torta nuziale la vittima di questa tremenda lotta all’ultimo articolo. Ecco quindi lo scandalo.

Il “Cake-Gate” – Rosso, Bianco e Sangue Blu

Come fare per evitare che la campagna elettorale per la rielezione della madre di Alex naufraghi ancora prima di essere iniziata? Ovviamente fingere che i due giovani siano legati da una profondissima amicizia. Quello al matrimonio del principe Philip non era un litigio, solo un semplice scherzo tra due grandi amici di vecchia data. Ma cosa succede se, con il passare del tempo, Alex ed Henry si vedono legati da qualcosa di più profondo di un’amicizia?

Rosso, Bianco e Sangue Blu è un libro estremamente chiacchierato nel bookstagram, soprattutto da chi ama il genere romance. Avevo quindi sensazioni abbastanza contrastanti: si sa, un libro troppo chiacchierato deve essere sempre preso con le pinze o il rischio di una delusione (vedesi nel mio caso “Il Principe Crudele”) è dietro l’angolo. In questo caso, però, posso dire di essere rimasta piacevolmente colpita da questa storia.

Prima di tutto la caratterizzazione. Io personalmente apprezzo sempre tantissimo il sarcasmo e l’ironia quindi vedere queste due caratteristiche in molti dei personaggi (sia principali che secondari) mi ha fatto solo che piacere. Spesso però si tende ad abusare troppo di tali espedienti e a rendere quindi i personaggi piatti, prevedibili e poco empatici. In questo caso Casey McQuiston è riuscita invece a bilanciare perfettamente il lato giocoso con la parte più profonda, dura e oscura che ognuno di noi ha dentro di sé.

Fattori topici

Il rapporto d’amicizia che lega i personaggi, poi, è splendido. Si scherza, si ride, ma allo stesso tempo ci si protegge e ci si supporta. E la cosa non è scontata. Spesso ci si accontenta del minimo indispensabile, di un messaggio ogni tanto o di un “come stai?” blando e che non è in realtà sinonimo di interesse. L’amicizia però, così come l’amore, non è sostituzione e limitazione, ma arricchimento. Non sono d’accordo con chi pensa che lo scopo della vita sia trovare la propria metà della mela: noi tutt* siamo già interi, ma questo non significa che non possiamo brillare ancora di più.

Da sinistra: Nora, Henry, Alex e June – Rosso, Bianco e Sangue Blu

In secondo luogo: l’estrema (purtroppo) vicinanza con quello che è effettivamente il mondo di oggi. Per quanto a molt* possano non andare a genio personaggi famosi o chi vive di apparizioni, bisogna ammettere che uno dei lati più brutti di tutti quei lavori che ti mettono a contatto con il grande pubblico (o di chi è semplicemente nato in una famiglia molto conosciuta) è proprio quello di essere costantemente in balia dei media. La privacy è spesso violata poiché la notizia di una ipotetica relazione, di un progetto segreto o, a volte, di un trauma fanno molto più discutere della realtà. Andiamo, alla fine quanto può essere interessante parlare di cose positive?

L’idea di non poter essere ciò che si è, di non poter essere veramente felici solo per evitare di creare “problemi” ad altre persone e di non attirare su di sé l’obiettivo dei giornalisti è aberrante. Da una parte Alex, che sente sulle proprie spalle il peso di un’intera campagna elettorale, dall’altra Henry, nipote della regina del Regno Unito, con la vita programmata in ogni minimo dettaglio: deve evitare qualsiasi cosa che possa mettere a rischio l’integrità della corona, sposarsi e dare al mondo degli eredi per evitare che la stirpe si arresti. Possiamo dire quindi quanto l’omosessualità possa essere, per i reali e la parte più conservatrice del regno, leggermente sconveniente.

Ci si sente sbagliat*, da correggere e da nascondere quando tutto ciò che si fa è semplicemente amare una persona dello stesso sesso, essere fluidi nella propria identità di genere, iniziare una transizione per abbracciare la propria vera identità, evitare di avere rapporti perché, semplicemente, non interessano.

Ma ne vale davvero la pena? Di evitare la felicità solo per fare un piacere ad altre persone?

Rosso, Bianco e Sangue Blu

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