Recensione romanzo: “Sesso, Hawaii e clichè”

Bene, ma non benissimo. Un romanzo che promette fuochi d’artificio ma ci mostra solo qualche scintilla.

copertina e trama romanzo

TITOLO: Sesso, Hawaii e clichè

GENERE: chick-lit

AUTORE: Barbara Parodi

CASA EDITRICE: O.D.E edizioni

DATA D’USCITA: 30 luglio 2020

PREZZO: 3 euro (edizione Kindle), 13 euro (edizione cartacea)

IL MIO VOTO:

TRAMA: Se esistesse un incipit adatto a questa storia, parafrasandone uno famoso, sarebbe il seguente: È una verità universalmente accettata che se nella casella della posta trovi una busta quadrata in carta spessa e di colore avorio qualcuno che ti conosce ti vuole male. Tutto ha avuto inizio con quella dannata lettera, ma diamine! Se tornassi indietro l’aprirei ancora cento volte.

estratto dal romanzo

RECENSIONE:

È davvero difficile parlare di questo romanzo. Innanzitutto perché l’ho trovato molto più serio di quanto mi sarei mai aspettata, e poi perché ho fatto davvero fatica a farmi un’idea precisa sui personaggi. Premetto, ho adorato Mina dalla prima all’ultima pagina ma, in tutta onestà, avrei preferito vederla più protagonista e più spigliata. Il suo carattere esce qualche volta, ma spesso è come se fosse trainata dagli eventi intorno a lei, più che risultare la protagonista assoluta – oltre che voce narrante – del romanzo.

Ma prima di perdermi nei fili intricati della mia mente, farò un accenno alla trama.
Mina – o Lina Muller – è un’attrice milanese. Non un’attrice qualunque, ma una pornostar decisamente famosa. (Non preoccupatevi, non c’è nulla di erotico nel romanzo). Già dalle premesse, mi sarei aspettata un caratterino frizzante e una lunga serie di (dis)avventure da far sbellicare dalle risate, ma purtroppo (per me) ce ne viene presentata solo qualcuna e per la maggior parte nella prima metà del romanzo. Mina è all’apparenza forte e sa farsi valere, ama la propria persona e viaggia a testa alta nella sua vita, vivendo tutto con serenità, sarcasmo e auto-ironia.

estratto dal romanzo


Purtroppo, il viaggio alle Hawaii per il matrimonio della sua migliore amica rovina tutto. E non perché una serie di eventi stravolgerá completamente la sua vita. No, a rovinare tutto è Matteo, personaggio che ho trovato insopportabile dalla prima all’ultima pagina. Mi spiace, cari lettori, non ci ho empatizzato manco per finta. Nulla, nisba, nada. Un indeciso, antipatico uomo che ha un po’ spento il mio entusiasmo per la “fantasticitá” (estro poetico, pardon) di Mina. Se ci fosse stato un altro protagonista maschile, un secondo uomo trovato alle Hawaii capace di tenerle testa allora sì che avrei amato il romanzo, che avrei amato la coppia.
Matteo ha fatto bollire Mina, ma sbollire me.

Mina, la caparbia, testarda, fedele Mina, un personaggio così ben riuscito, così meraviglioso da rinunciare all’amore per amore della sua migliore amica. Matteo non la merita affatto. Avrei visto Mina con molto di più, con qualcuno al suo livello, qualcuno che non le dia della puttana quando si arrabbia e che sappia valorizzare la vera lei, l’unione delle due identità, la donna cresciuta e meravigliosa che è.

Mina è divertente e sagace, ma viene inesorabilmente spenta (anche nell’ironia, anche tra le parole del romanzo) dall’arrivo ambiguo di Matteo. Da lì in poi, infatti, il romanzo diventerà sempre più serio e meno scanzonato. Capisco e apprezzo il cambiamento dentro Mina, ma avrei lasciato quel suo essere spettacolare in tutto, soprattutto perchè per buona parte del romanzo ci viene presentata come una forza della natura in grado di andare oltre i giudizi della gente.
Come, non si era capito? Odio il personaggio di Matteo. Oh, ora dalla regia mi confermano che è arrivato negli stereo.

Menzione a parte sarebbe da fare a Sara, la miglior amica. Ha un ruolo importante all’interno della storia, molto più di quanto emerga dalla trama, perciò avrei apprezzato una sua presenza più attiva, più frontale.

Ogni tanto fa la sua comparsa, ma sono sempre uscite scialbe, di poco conto. Cosa che poi non si dimostra in fase finale, essendo proprio lei a dare una svolta agli eventi e a far attivare il vero carattere di Mina, la sua vera forza. Il romanzo continua incessantemente a girare intorno a Matteo, che alla lunga comincia a diventare ripetitivo – anche nei movimenti, nei comportamenti – e noioso. È un personaggio ben strutturato, ma io non lo avrei messo come protagonista, come detto sopra spegne un po’ troppo la narrazione con il suo essere sempre ignavo.

Detto ciò ho divorato il romanzo, questo è chiaro. Lo stile scorrevole ha reso la lettura piacevole, è sicuramente un romanzo ben curato e ben editato, e la penna della scrittrice è fluida e corretta. Potrei accennare anche agli interessanti risvolti della trama (i colpi di scena non mancheranno, statene pur certi), ma rischierei di fare spoiler, e non vorrei finire come il povero Tom Holland. Peccato per il protagonista, ecco. Se ci fosse stato un altro al posto suo sarebbe volato alle 5 stelle cum laude, perché Mina le meriterebbe tutte. Detto ciò, consiglio questo romanzo a chiunque cerchi una bella storia a lieto fine e un po’ di sano drama, non ve ne pentirete!

estratto dal romanzo

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