A way to be dead – Recensione

“A way to be dead”, un nome e una garanzia!

A way to be dead
A way to be dead

Il gioco si presenta come un multiplayer che ricorda molto “dead by daylight” per quanto concerne le meccaniche. Vediamo infatti un mostro combattere contro una lobby di tre o quattro vittime. Il gioco si dimostra complesso e confuso tanto da necessitare un tutorial che però è assente, compensato in modo lacunoso da un manuale presente nel menù principale, che ci spiegherà molto vagamente i vari ruoli e gli obiettivi, questi ultimi vedono un riscontro assai più complesso una volta in partita.

Il gioco risulta attualmente morto, nonostante qualche giocatore appassionato dia vita a una minuscola community di giocatori socievoli, nonché unica speranza di provare il gioco, che, inoltre, è privo di una modalità single-player contro una intelligenza artificiale. La ricerca della partita richiederà molti minuti quindi, se siete interessati al titolo, armatevi di pazienza e scegliete il ruolo. Infatti quando si va a iniziare il matchmaking ci sarà data la possibilità di scegliere se essere l’host e fare il mostro, oppure ricercare una lobby già creata e fare la vittima.

Questo rende la meccanica di scambio dei ruoli molto legnosa e scomoda, con ripetute uscite e rientrate permesse solo dall’inattività della community riguardante il titolo. Una volta in partita se doveste essere il “Mutante”, così chiamato il giocatore singolo, vi ritroverete persi in una piccola hub, piena di oggetti raccoglibili, vi sarà chiesto di armarvi e partire alla caccia dei restanti giocatori. Troverete una mappa abbastanza complessa, piena di vicoli, stanze, buchi, scale che si svilupperà su più piani con, inoltre, una parte esterna.

A way to be dead

L’obiettivo del mostro è quello di catturare e uccidere gli altri, impedendo loro di uscire.
Chi inizierà da vittima, si ritroverà munito di torcia e di cure in una mappa infestata da zombie gestiti perlopiù dall’ IA che tenteranno di attaccarvi a vista. Il vostro compito sarà quello di ritrovare la chiave cercando tra i cadaveri a terra, ricerca non visiva ma che viene intrapresa tenendo premuto un tasto per un determinato tempo, cosa che interrompe bruscamente la natura frenetica del titolo.

Se una vittima viene uccisa cadrà a terra e dovrà aspettare, senza un timer visibile, che qualcuno la salvi oppure si trasformerà in uno degli zombie che infesta la mappa. Se dovesse trasformarsi in zombie la partita può considerarsi concluse poiché il suo ruolo varierà da vittima a carnefice a meno che un’ infermiera, una delle vittime avrà questo ruolo, non riesca a guarirlo cosa pressoché impossibile se non si è in contatto vocale con quest’ultima dato che nulla le farà capire che voi non siate dei normali zombie se non la capacità di saltare e una volta in partita si è completamente sprovvisti di una chat testuale.

Tirando le somme: A way to be dead è caratterizzato da una grafica mediocre; un’ottimizzazione altrettanto carente e un gameplay mal curato, che sicuramente necessiterebbe di alcuni aggiustamenti; inoltre la completa assenza di una progressione di qualunque tipo spinge il giocatore a non essere spronato a iniziare una nuova partita; il tutto condito con delle animazioni del tutto lontane dall’essere realistiche o quanto meno fluide.

Probabilmente il titolo potrebbe interessare solo chi apprezza il genere ma non ha la potenza hardware per giocare a titoli ben più validi, d’altro canto la grande partecipazione e desiderio di miglioramento degli sviluppatori fanno ben sperare in un futuro più florido per il titolo!

Recensione a cura di Eravel13 , puoi seguirlo su TwitchInstagram!


A way to be dead vi ricordiamo che attualmente il titolo è in Accesso Anticipato, per ogni acquisto porterà allo sviluppo e aggiornamento di ogni funzionalità all’interno della vostra esperienza interattiva. Il prezzo del titolo si aggira ai 5.69€ su Steam.

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Copia digitale gratuita del gioco fornitaci dallo sviluppatore per fini di recensione