RAGNAROK: ottimo concept pessimo sviluppo

Ragnarok, il prodotto seriale di SAM Productions approdato su Netflix un anno fa, che ci pone davanti un ottimo concept e un giusto topic ma che lo sviluppa lasciando un leggero amaro in bocca.

Ragnarok

Qualche giorno fa, è uscita su Netflix la seconda stagione della serie tv Ragnarok, che si ispira alle antiche leggende e agli antichi miti sui famosi dei norreni. Andiamo, dunque, a vedere meglio di cosa si tratta e ad analizzare il prodotto.

Ragnarok è una serie fantasy norvegese, ideata dallo sceneggiatore danese Adam Price nel 2020 e ancora in produzione. Finora, è costituita da due stagioni e solo dodici episodi da 40-50 minuti ciascuno che non sono, di base, nulla di pesante.

La trama di Ragnarok tratta la storia di Magne, il nostro possente protagonista, che insieme a sua madre Turid e a suo fratello minore Laurits, in seguito alla morte del padre, ritorna nella sua città d’origine: Edda, città di fantasia che si rifà ai due testi di mitologia, che nella serie risulta essere l’ultima cittadina norvegese ad aver abbandonato il culto dei norreni, l’Ásatrú, per convertirsi al Cristianesimo.

Magne

A Edda, troveranno una situazione spiacevole a causa dell’inquinamento dovuto alle industrie presenti sul posto di proprietà degli Jutul, una delle famiglie più ricche e potenti non solo della Norvegia, ma di tutto il mondo nordico in quanto non umani, ma Giganti, nemici degli dei, che Magne, riscoprendosi come Dio del Tuono e della Tempesta Thor grazie a due figure misteriose, si troverà a combattere nel tentativo di evitare il Ragnarok, la fine del mondo.

Ran e Vidar Jutul

Adesso, la storia è molto interessante. La religione, qualunque essa sia, come già detto nell’articolo su Lucifer, è sempre un topic misterioso e molto particolare, in quanto, comunque, riesce a suscitare nel pubblico una certa curiosità. Tra le altre cose, dopo l’uscita del film Marvel Thor: Ragnarok, il tema si fa ancora più interessante, e data la grande fama che incassa il Marvel Cinematic Universe, la serie ha riscosso comunque un grande interesse e ha attirato parecchi ascolti.

Anche la tematica ambientale sull’inquinamento è alquanto stimolante, di fatti, si tratta di un prodotto con un target giovanile fatto in modo che sensibilizzi ed educhi le nuove generazioni su come trattare il nostro pianeta con una comunicazione ben precisa che dà argomentazioni valide, porta diversi esempi attuali, come la questione Greta Thunberg, citata in un discorso contro l’inquinamento ambientale e consiglia su come fare del proprio meglio, non solo nell’attivismo contro le aziende che sfruttano la Terra danneggiandola, ma anche a livello pratico nel proprio, individualmente, come fa il personaggio di Isolde, punto chiave per la costruzione di Magne.

Isolde

Ricordiamo che, comunque, oltre al tema ambientalista tocca anche altri topic sociali quali: il bullismo e le difficoltà relazionali dopo un trauma molto profondo come quello del nostro protagonista, le difficoltà economiche in un paese capitalista che basa tutto sulla famiglia più ricca, lasciando gli operai indietro, come vediamo nella famiglia Seier, soprattutto nella seconda stagione della serie, e il tema dell’identità sessuale e dell’orientamento sessuale, che in questo periodo cade a pennello considerato che ci troviamo nel Pride Month.

A riguardo infatti, viene affrontato il tema dal punto di vista di uno dei personaggi e dalla famiglia che lo sostiene e lo aiuta nella ricerca di se stesso e non lo discrimina per amare qualcuno del suo stesso sesso, mostrando apertura mentale e tolleranza nei confronti di ciò che viene, ancora oggi, definito diverso da una maggioranza di persone conformi alla “normalità”.

Laurits

Fondamentalmente, fino a qui non c’è nessun problema, è una serie fantasy che addatta la mitologia al mondo reale affrontando temi attuali e quindi modernizzando la leggenda, infatti, il Ragnarok potrebbe essere assolutamente la fine del mondo a causa del cambiamento climatico che affligge una parte pianeta e la cittadina di Edda a causa degli Jutul. Il problema principale, dal mio punto di vista, è come sono stati sviluppati insieme i due temi.

I due soggetti, insieme, cozzano per come sono stati strutturati e montati all’interno della serie televisiva. Vediamo poca Storia, pochi miti, si ricamano sempre sugli stessi dettagli banali e definitivamente troppa politica, troppi problemi sociali che alla fine risultano essere i protagonisti stessi della serie con l’aggiunta di un paio di uomini con gli occhi illuminati che lanciano martelli. Costruire un Ragnarok, una fine del mondo, in maniera realistica e con una chiave moderna, senza elementi fantasy ma solo storici, avrebbe fatto un effetto decisamente migliore rispetto all’intreccio.

Ed è davvero un peccato perché, come detto in precedenza, il concept, l’idea, è davvero intrigante, e a questo si aggiungono anche riprese che definirei Romantiche, con scenografie spettacolari in luoghi che richiamano il Sublime, una fotografia perfetta per esaltare l’ambientazione scandinava molto suggestiva tra montagne in mezzo alle nuvole, laghi e fiumi. Pecca leggermente su alcune scene interne, ma nulla di troppo fastidioso o frequente. La regia è molto semplice, forse è il montaggio che rende meno, ma la soundtrack funge da riparatore. Un’altra carenza è l’interpretazione del cast che in alcuni risulta essere troppo finta, come l’interpretazione di Henriette Steenstrup (Turid).

Per quanto riguarda i personaggi, non tutti sono caratterizzati allo stesso modo, alcuni sono meglio strutturati di altri e hanno un impatto più incisivo sullo spettatore, ad esempio gli Jutul, gli antagonisti, Vidar e Ran hanno più carisma ed energia rispetto a Magne che si evolve anche poco, al contrario di Fjor, per esempio, o anche in Saxa, verso la seconda parte della serie.

Saxa
Fjor

Nella seconda stagione, vediamo come protagonista della caratterizzazione Laurits, che si rivela essere un elemento fondamentale nella battaglia, nel Ragnarok. Entrano in scena nuovi personaggi come Iman e Harry o Wotar, personaggio ambiguo che rappresenterebbe il Dio Odino, Padre di tutti di Dei ma che, purtroppo, non ha la stessa potenza descritta nella mitologia, è reso troppo umano rispetto alla storia fantastica che hanno posto davanti allo spettatore.

In conclusione, il prodotto seriale Ragnarok parte con un’idea particolare, realizzabile con un montaggio della storia più incisivo sulla parte che riguarda il fantastico e la mitologia ma che, purtroppo, non avviene, risultando solo un prodotto sociale, che per carità, tratta un tema assolutamente fondamentale per l’epoca che stiamo vivendo, ma in questo caso sarebbe stato meglio evitare l’azione e la mitologia, così com’è scritta nella serie, ai giorni nostri, e concentrarsi sulla questione diplomatica e su quello che potrebbe perfettamente essere il Ragnarok a causa dell’inquinamento e del cambiamento climatico, invece, si regge solo ed esclusivamente su quel tema e non su quello principale che dovrebbe essere la leggenda mitologica del Ragnarok.

Di base però, non tutto è perduto, nella seconda parte della serie troviamo una ripresa del tema mitologico e dell’azione e dei combattimenti, dunque, potrebbe ancora avere un grande potenziale per essere realmente un mito moderno che sappia amalgamare bene i vari temi e l’intreccio argomentativo.

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