SPECIAL PRIDE MONTH: Queer Coding

Il Queer Coding e l’evoluzione delle caratteristiche e degli scopi dei personaggi appartenenti alla comunità LGBT.

Queer

Ebbene sì, siamo ormai alla fine del Pride Month. Abbiamo celebrato tutto il mese di giugno l’orgoglio gay attraverso il commento di diversi prodotti cinematografici a tema LGBT, abbiamo spiegato perché è importante questa celebrazione, abbiamo spiegato in cosa consiste il gay pride, la parata arcobaleno, il coming out e per quale motivo sono pratiche fondamentali al giorno d’oggi per l’accettazione di persone non eterosessuali.

Inoltre, abbiamo affrontato il tema in un periodo in cui è molto importante educare ed informarsi su come una persona Queer vive la sua sessualità in una società che non la tutela in quanto tale. Infatti, in Italia stiamo assistendo al dibattito sulla legge DDL Zan contro la transfobia, l’omofobia, la bifobia e la lesbofobia, oltre che per la protezione di diverse minoranze contro ogni tipo di discriminazione razzista, religiosa, culturale e sessuale.

Molti considerano questa legge inappropriata e dittatoriale perché vieta l’uso di parole offensive nei confronti di queste categorie pensando di essere censurati quando in realtà si tratta solo di avere rispetto nei confronti del prossimo e smettere di usare termini che toccano la sensibilità di qualcuno pensando di essere divertenti quando si risulta solo discriminanti. Pensiamo agli ultimi eventi durante la partita Germania-Ungheria degli Europei di calcio in cui gli Ultras ungheresi, paese che non sostiene la comunità lgbt, utilizzavano la parola “gay” e molte altre offensive come insulto nei confronti dei giocatori tedeschi.

Insomma, è un periodo storico molto incisivo e soprattutto in cui il mondo Queer si sta evolvendo ancora una volta e si spera riesca a fare un passo avanti per arrivare alla normalità e all’integrazione. Dunque, a proposito di evoluzione, oggi noi di Nerd’s Bay, per concludere la celebrazione del mese colorato di arcobaleno, vi racconteremo il modo in cui il tema e il personaggi omosessuali e non etero si sono evoluti nel corso della storia del cinema in base, ovviamente, alla sociologia di ogni periodo.

Parliamo quindi di Queer Coding. Di cosa si tratta nello specifico?

Il Queer Coding è la decodificazione dell’ipotetica sessualità di un personaggio di cui non è esplicitamente specificata, ma che rappresenta uno stereotipo di estrema femminilità o estrema mascolinità differente dal proprio genere. In sostanza, si ipersessualizzano attraverso comportamenti stereotipati per far capire che quel personaggio non è etero in modo da accogliere anche un pubblico queer.

Il codice Queer si forma già dalla nascita del cinema per caratterizzare e rappresentare ugualmente dei personaggi nonostante le rigide regole. Nel 1930, fu stabilito il Codice Hays come standard per ciò che poteva essere mostrato sul grande schermo. Secondo il codice, ai film non era permesso ritrarre soggetti “perversi” come l’omosessualità, che inevitabilmente portava alla rappresentazione di personaggi queer non espliciti.

La tendenza all’inclusività dei personaggi queer in modo subtestuale, probabilmente, si è riversata nelle rappresentazioni moderne dei personaggi queer. Il commento sul trattamento dei personaggi LGBT+ nei film è contenuto nel documentario del 1995, The Celluloid Closet, ed è uno dei primi casi in cui l’idea del queer coding viene presentata al pubblico.(fonte Wikipedia)

The Celluloid Closet è un film diretto e scritto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman. Si basa sul libro del 1981 di Vito Russo, Lo schermo velato: L’omosessualità nei film, che studia la storia di come i film, in particolare i film di Hollywood, avevano ritrattopersonaggi gay, lesbiche, bisessuali e transgender.

Il Queer Coding non si manifesta solo accentuando la mascolinità di un personaggio femminile, ad esempio indossando completi maschili, tute, capelli corti e zero trucco o la femminilità di un personaggio maschile agendo sul modo poco virile di comportarsi o di indossare vestiti. Abbiamo personaggi come the Sissy, the Artiste o the Sycophantic Servant che rappresentano rispettivamente lo stereotipo gay, la seduzione bohemien e il servitore che rappresenta una sorta di sottone per il padrone come ne La Bella e la Bestia Lefou per Gaston, quest’ultimo palesemente affetto da mascolinità tossica.

Negli ultimi anni, si è creato un nuovo personaggio che è quello del Sadist. Consiste nella figura di un Villan o di uno psicopatico rappresentato o visto come Queer che ama torturare persone dello stesso sesso richiamando al desiderio sessuale, soprattutto in film animati Disney come Ursula de La Sirenetta o Scar de Il Re Leone, che hanno inizialmente dato una brutta idea alla comunità LGBT secondo cui rappresentava gli omosessuali come cattivi per poi far diventare i Villain delle icone gay ai giorni nostri.

Il significato del Queer Coding, infatti, ad oggi si è molto evoluto e per quanto stereotipati i personaggi cercano sempre di insegnare l’integrazione di persone non etero, possiamo citare i diversi show che abbiamo trattato questo mese come Will&Grace, Orange Is The New Black, Modern Family e poi ancora Queer as Folk, The L Word, Sense8, che vanno oltre il codice Queer per abbattere le norme di genere.

Siamo anche passati dal Queer Coding al Queerbating, che ormai si applica a qualsiasi ambito, includendo anche il mondo anime e il mondo fumettistico e mangaka (esempi più grandi: i personaggi de Le bizzarre avventure di JoJo, il manga Berserk, le ship in My Hero Academia, Naruto, Hunter x Hunter e tanti altri). Il Queerbating, banalmente, consiste nel creare delle ship omosessuali dettate dalla semplice gay energy che emanano personaggi di film, serie tv e band che però non sono dichiarati tali, gli esempi più marcati sono Xena e Olimpia, Sherlock Holmes e John Watson, Buffy e Faith, Daenerys e Missandei, Bucky Barnes e Steve Rogers, Castiel e Dean Winchester.

Inoltre, la cultura Queer nel cinema di oggi è sempre più presente. In ogni show troviamo almeno un personaggio omosessuale o addirittura una coppia, ad esempio The 100, Lucifer, Sex Education, Brooklyn99 e moltissimi altri che invece fanno percepire il mondo Queer esattamente per come è, raccontandosi e normalizzando l’essere omosessuale e far parte della comunità LGBT. Non tutte la aziende cinematografiche però includono gay characters, ad esempio l’MCU che però usa il Queer Code, ad esempio, nei personaggi di Valchiria o di Loki, quando nei fumetti sono presenti regolarmente.

Il Queer Coding nel cinema è quindi un topic che ha origine sin dalla nascita del cinema per poi trovare la sua evoluzione negli anni. Si passa dal creare personaggi stereotipati allo scopo puramente comico, allo scopo di coinvolgere il pubblico facendolo ridere e divertire, all’intermezzo in cui i Villain e i maniaci sessuali vengono rappresentati come appartenenti alla comunità LGBT, fino a sfociare prima in Queerbating e poi arrivare ai nostri giorni in cui l’omosessualità è rappresentata nella maniera più realistica possibile, perché si sente la necessità di educare una società discriminatoria alla tolleranza e all’integrazione.

Con questo ultimo articolo, oltre che farvi conoscere un nuovo aspetto del cinema e suscitare una riflessione sul topic LGBT, vogliamo soprattutto ricordarvi che dobbiamo sempre celebrare in un modo o nell’altro l’orgoglio gay, essere attivisti per una giusta causa, quale normalizzare l’amare persone dello stesso sesso, non riconoscersi nel corpo in cui si è nati, dare dei diritti completi a delle persone che ancora oggi, nel 2021, nonostante tutte queste evoluzioni comunicative, vengono emarginate e subiscono giornalmente violenze fisiche e psicologiche da persone che gridano alla censura e al politically correct quando sono semplicemente irrispettose.

Il Pride deve esserci sempre e questo è un posto sicuro per la comunità LGBTQ+

Fateci sapere voi se conoscevate già il tema del Queer Coding e come pensate possa evolversi ancora e non scordate di seguirci anche su instagram @nerds_bay