
Scopri PSBF: Pensieri Seri in Becere Follie, in questa nuova recensione!
Pensieri Seri in Becere Follie
“Siamo come il tuo animale domestico: in cerca di attenzioni, carezze, un tozzo di pane per questo pazzo cane e poi, finisce tutto in confusione e a dare un cazzo di cane al cane pazzo.”
Ho deciso di iniziare a parlare di “Pensieri Seri in Becere Follie” di Francesco Forestiere con questa citazione non a caso: racchiude, secondo me, l’essenza del romanzo. Ci troviamo, infatti, di fronte ad un libro che presenta pagine su argomenti seri ed esistenziali letti in chiave ironica, grottesca e surreale. Il fantasy, e quindi l’uso di personaggi come Morte, Drago, Vampiro e così via, fa da sfondo a storie non lineari, con spazio e tempo non delineati, che permettono al lettore di ridere, di riflettere ma allo stesso tempo di evadere in un mondo fittizio.

Inoltre, l’intero libro possiede un’impronta interamente dialogica: le storie si sviluppano solamente sui dialoghi tra i personaggi, senza descrizioni, con un’azione ridotta al minimo. Questa caratteristica rende la lettura scorrevole e veloce, e, nonostante non vengano delineate con minuziosità le peculiarità dei protagonisti, il lettore riesce comunque ad entrare nella loro mente grazie alle parole da loro usate. In queste conversazioni, si parafrasano dei pensieri seri in toni goliardici e scherzosi: ecco che il serio si mescola col faceto, impregnandosi di una vena licenziosa che però non sfocia mai nel volgare o nel banale.
Per quanto riguarda la trama, invece, farò molta attenzione a parlarvene senza rovinarvi le sorprese che riserva il libro. Troviamo delle storie che scorrono parallele, le quali si alternano capitolo dopo capitolo, e che, dal punto di vista linguistico e stilistico presentano le medesime caratteristiche. Abbiamo un filone che segue le vicende di un Maestro e un discepolo che cerca incessantemente di seguire le sue orme, i quali suscitano ilarità a causa del loro buffo rapporto e delle battute, dal mio punto di vista geniali, del maestro stesso. Dall’altra parte, troviamo invece la Morte, presentata senza sesso col nome di Lui/Lei, che porta avanti il suo lavoro di mietitrice di vittime assieme al suo maggiordomo vampiro Vlad.
“Niente è come sembra: a volte, è più facile vedere quello che preferiamo”
Quest’altra citazione ci fa capire una caratteristica del romanzo: alla fine della maggior parte dei capitoli, a seguito di battute ironiche, troviamo delle “massime” che fanno quasi “innalzare” il livello della storia, dandoci delle morali riguardanti ciò che è appena accaduto nel capitolo che il lettore ha letto.
Dal mio punto di vista, Francesco Forestiere ha fatto un ottimo lavoro, in quanto è difficile creare comicità senza cadere nella demenzialità, così come lo è trattare di argomenti esistenziali in chiave ilare. Ho trovato la lettura scorrevole e per niente noiosa, adatta sia quando si è concentrati al massimo delle proprie energie, sia dopo aver passato un’intera giornata a lavorare e, allo stremo delle tue forze, vuoi svagarti con un qualcosa di divertente e umoristica.
Infine, consiglio questo libro a chi è in grado di andare oltre la battuta che fa ridere, a chi sa leggere tra le righe i veri significati che l’autore vuole dare alle azioni del romanzo: a chi, insomma, sa leggere cogliendo le minime sfumature di ogni frase e di ogni parola.

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