POSE: VIVI, SFOGGIA, POSA

In attesa di guardare la quattordicesima stagione di Rupaul Drag Race e giudicarne le sfilate dall’alto dei nostri pigiami, abbiamo deciso di scrivere di Pose, conclusasi con sua terza ed ultima stagione.

Pose è una serie statunitense ideata da Ryan Murphy (creatore e produttore di Glee e American Horror Story), Brad Falchuk e Steven Canals per FX. La serie è stata acclamata dalla critica e ha ricevuto molti premi ambiti, sia per le eccezionali performance degli attori, che per le tematiche trattate.

Il suo punto forte è certamente la diversità: la serie infatti possiede il cast LGBTQ+ e non-bianco più ampio della storia. A ricoprire il ruolo della protagonista Blanca troviamo Mj Rodriguez, prima attrice transgender a ottenere una nomination agli Emmy 2021. Impossibile non nominare poi l’impeccabile e bellissima Indya Moore, nel ruolo di Angel Evangelista. Ad apparire nella serie sono anche Billy Porter, la fata madrina proveniente dal nuovo e decisamente discutibile “Cenerentola”, e un’incravattato ed oppressissimo Evan Peters, nei panni di un lavoratore per il celebre costruttore di muri ed ex presidente Trump.

Ci troviamo nella New York degli anni Ottanta-Novanta, tra l’ascesa yuppie e la diffusione della colorata e spumeggiante “ball culture”, principalmente tipica della cultura queer afroamericana e latina. La serie segue la star della ball Blanca, che dopo aver ricevuto una tragica diagnosi decide di creare una casata tutta sua, che possa ospitare i tanti giovani che vengono cacciati dalla propria famiglia perché gay o trans.

La ball è un evento fortemente seguito durante il quale si ci sfida, davanti ad una giuria, in una sfilata a tema, imitando le iconiche pose delle popolari riviste di moda a suon di musica.

La serie è stata fortemente ispirata dal documentario del 1990 “Paris is Burning”, che documenta le vite degli iconici pionieri della cultura delle ball alla fine degli anni ’80.

Successivamente, sia la celeberrima canzone “Vogue” di Madonna, che Rupaul Drag Race sono riusciti a far conoscere questa gemma della cultura queer in tutto il mondo, appassionando tantissime persone al “posing”.

Pose è senza ombra di dubbio una delle serie drammatiche migliori degli ultimi anni. La maestria nel trattare temi di straordinaria importanza con delicatezza e precisione impeccabili è ciò che veramente fa di questa serie un capolavoro: si passa dal razzismo, al sessismo, al ruolo della chirurgia estetica, per poi affrontare questioni come le droghe, le dipendenze e alcolismo.

Infine, la serie presta particolare attenzione al tema dell’HIV: i protagonisti si schierano contro le istituzioni che ignorano i migliaia di morti causati dalla malattia “che nessuno vuole curare”, con cui ogni personaggio deve scontrarsi e combattere con coraggio e determinazione. Questa brutale malattia affligge la ballroom e la vita privata di ogni persona malata, ma anche quella dei suoi cari e di chiunque le stia intorno, mentre le istituzioni continuano a sconsigliare l’uso di protezioni a causa delle pressioni sociali e della disapprovazione della Chiesa.

È importante notare come tutte le proteste presenti nella serie siano veritiere, e raccontate allo spettatore in maniera superba: le scene di attivismo sono crude e esplicative, esattamente come dovrebbero essere. Come la scrittrice della serie racconta in un’intervista, nelle vicende narrate si possono scorgere parallelismi con l’epoca odierna: nonostante la medicina abbia fatto passi da gigante, l’HIV è ancora vista come qualcosa di disgustoso, di cui doversi vergognare, qualcosa da celare; una visione che denigra il malato al posto di dargli il supporto e la compassione che necessita e merita.

Angel durante una protesta all’interno di una chiesa

Pose ci ammalia con il suo sfarzo e solenne stile, che ci colpisce sin dai primi 10 minuti della prima puntata, regalandoci un primo episodio tra i più iconici e mozzafiato nella storia delle serie tv.

Ancora più importante, Pose è stata in grado di ampliare la voce di minoranze, alcune delle quali tutt’oggi danneggiate ed ignorate; dandoci il punto di vista di una persona di colore trans la serie riesce a mostrare chiaramente le difficoltà e la discriminazione presenti persino all’interno della comunità LGBTQ+.

“Non sapevo cosa aspettarmi, ma mi ha ricordato una chiesa: la teatralità, i costumi, il culto”, è questa la prima reazione di un personaggio completamente nuovo al mondo delle ball: non si tratta solo di musica e sfilate; la ballroom è anche la possibilità per chiunque di trovare una famiglia e costruirsi una casa.

Musica, luci, colori, arte, alta moda e la vita cruda, vivida e reale che ogni personaggio deve affrontare è ciò che rende questa serie meravigliosa e così dannatamente commovente. I personaggi si muovono tra le luci accecanti dei riflettori e tra le ombre più buie della notte più profonda, dando così ad ogni storia mille sfumature diverse.

Ed anche oggi, cari lettori, dalla vostra Locanda Della Landa è tutto.

Negli episodi precedenti:

Negli episodi precedenti della Locanda della Landa:

WHAT IF…?

Luca – Il primo film Pixar made in Italy

Yaoi – Analisi del fenomeno

Questo libro non l’ho scritto. L’ho rubato. – Storia di due anime. Un libro di Alex Landragin

Continuate a seguirci e ricordate che potete trovarci anche su Instagram (qui), Facebook, Discord e Twitter come nerds_bay ! Se non riuscite a trovarci secondo quel tag, vi basterà scrivere il nostro nome e cercare il nostro stemma caratteristico!