Politically Correct verso le serie: è davvero necessario toccare il fondo?

Politically Correct verso le serie: è davvero necessario toccare il fondo?

Politically Correct
Onyankopon, uno dei protagonisti della polemica a sfondo razziale post episodio 9 della quarta stagione dell’anime di Attack on Titan.

Siamo nel Ventunesimo secolo eppure ci ritroviamo, perennemente, ad avere diatribe su cosa sia giusto o sbagliato arrivando perfino a rapportare il tutto a quel che andiamo a goderci nel nostro tempo libero. Che sia una serie animata, un videogame, un fumetto o addirittura un film, ormai il Politically Correct non lascia spazio alla libertà di espressione.

Paradossale, dato che esso nasca come movimento atto al far sentire “più leggere” le persone durante una qualsiasi formale interazione sociale ma, purtroppo, arrivato a ledere radicalmente qualsiasi forma di libertà esistente nella realtà odierna.

Ormai, lo sappiamo, l’Internet ha dato la possibilità a chiunque per ergersi a paladino della giustizia per qualsiasi cosa in cui si crede. Creando, anche, movimenti veri e propri mossi da hashtag e petizioni online.

Scena tratta dalla famosissima serie Capitan Tsubasa, di recente accusata di sessismo.

Se da una parte sono d’accordo con il cercare di venirci un po’ più incontro l’uno con l’altro, dall’altra mi chiedo se davvero sia necessario esagerare portando tutto ciò a spaccare la barriera che ci divide da ciò che non è reale. Ha, seriamente, così tanto senso cercare di rendere i nostri svaghi un mondo utopico e privo di imperfezioni portando avanti una campagna contro la realtà?

Da sempre le serie con cui, tutti noi, cerchiamo di trascorrere il tempo libero, anche se in modo minore, tendono a rappresentare la realtà in cui viviamo. Allora, ha davvero così senso provare a trasformare il prodotto dell’immaginario di qualcuno in qualcosa che rasenti il nostro idealismo di società perfetta? Io dico di no e, anzi, aggiungo che mi sembra una becera rappresentanza di ego.

Non riusciamo a far fronte alla realtà delle cose, impossibile da cambiare a mio avviso, così tanto da tentare di cambiare il mondo immaginario su cui fuggiamo. Tutto ciò potrebbe aver anche senso per alcuni ma, guardandola con un po’ di obiettività, ne ha? Provate a pensarci attentamente.

Scena tratta dalla famosissima serie Doraemon. Il protagonista Nobita (a destra nell’immagine) preso di mira in una petizione online perché ritenuto un guardone e, dunque, parte di un anime definito sessista.

Come cambierebbe il mondo con dei cambi così tanto radicali, come quelli richiesti dalle eccessive domande dei sostenitori del Politically Correct, sulle storie che noi tutti usiamo per evadere dalla realtà? Certo, si potrebbe anche dire che potrebbe risultare realmente evasivo per alcuni individui, ma personalmente trovo che sarebbe un modo alquanto tossico per farlo.

Pensiamoci: alla fine, finita quella determinata serie, ci ritroveremmo nuovamente immersi nello stesso e medesimo mondo privo di alcuna bontà. Cosa che, a quel punto, avreste trovato in una serie. Psicologicamente parlando, quanto potrebbe influire sulle nostre menti? Figuriamoci, poi, come soggetti un po’ più deboli emotivamente potrebbero prender tutto ciò.

Rischieremmo, a mio avviso, di ritrovarci immersi in mezzo ad un fiume di depressione cronica. Da una parte avremmo la dura realtà sociale e dall’altra? Dall’altra potremmo ritrovarci con un misto di gente che ha perso il contatto totale con la realtà e persone che si ritroverebbero ad annoiarsi al guardare roba perennemente stantia e uguale.

Perché, diciamocelo, dovessimo seguire tutte le baggianate portate avanti dagli estremisti del Politically Correct a quest’ora ci ritroveremmo dentro quell’episodio specifico di “Due Fantagenitori” in cui Timmy Turner si ritrova a vivere in una società completamente grigia.

Scena tratta dall’episodio “Un mondo tutto grigio” della serie animata “Due Fantagenitori“.

Pensateci meglio, ragazzi, da oggi. Quando vedrete una serie o un film, giocherete ad un videogame o leggerete qualcosa provate a soffermarvi maggiormente su cosa conta sul serio. Provate a soffermarvi su cosa vi suscita il prodotto: sulla trama, magari, o sul fattore estetico del tutto.

Pensateci meglio quando guarderete una serie e direte “Ma quel personaggio non era di colore prima xd”, perché magari potrebbe essere una rivisitazione e voi, magari, non siete costretti a farvela piacere e/o a guardarla. Una critica costruttiva non ha mai fatto male a nessuno, ci mancherebbe, ma nel momento in cui si ci sofferma maggiormente su roba che non ha senso considerare ai fini del prodotto, si ha già rotto le scatole a qualcuno.

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