Torniamo a Kanto con Pokémon Fire Red e Pokémon Leaf Green. Un’avventura fatta bene, ma di cui non si sentiva il bisogno.
Pokémon Fire Red e Pokémon Leaf Green, ma anche no!
La terza generazione apre per la prima volta a dei remake. Dopo Rubino e Zaffiro si ha avuto modo di tornare a Kanto. Purtroppo oserei dire, dato che questa dannata regione compare nell’80 % dei giochi creati da Game Freak. Su dieci giochi creati, contando anche le esclusive only Japan, si raggiunge difatti con Pokémon Fire Red e Pokémon Leaf Green quota otto giochi. Converrete con me che otto su dieci sia una cifra esagerata per una singola regione per comparse.
I remake dei giochi di Prima Generazione arrivarono come un fulmine a ciel sereno e le aspettative dopo Rubino e Zaffiro erano tante. Nonostante le tantissime feature e aggiunte, tra cui il settipelago che include nuove mappe esplorabili, Pokémon Fire Red e Pokémon Leaf Green risultano come il primo remake fatto giusto per render ancor più remunerativa la serie e puntare su una neonata e innecessaria nostalgia.
Creare un remake così prematuramente è stata una mossa fin troppo azzardata, che però ha dato purtroppo i suoi frutti.
Questi giochi sono la completa rappresentazione di quanto poco interessi dei fan a The Pokémon Company, con la sola voglia di creare roba opinabile e con un minimo sforzo.
La grafica è migliorata e con lei anche la giocabilità, ma il resto rimane uguale. La trama è la stessa pidocchiosa proposta sul Gameboy Color, con leggendari valorizzati ben poco e gestiti soltanto con una riproposizione dei loro luoghi di cattura.
Giusto le side quest e il post game rendono il tutto più vivibile, ma Pokémon Fire Red e Pokémon Leaf Green vivono di una mediocrità fin troppo grande per essere considerabili dei gioconi.
Tra i punti forti vi sono la maggiore interattività tra giocatori, con la possibilità di scambiare in maniera ben più semplice i Pokémon e senza dover ricorrere necessariamente a interazioni fin troppo lunghe. Nota di merito anche l’aver allungato la longevità di Kanto con l’inclusione dei Pokémon di Terza Generazione, nonostante tutto ciò vada comunque a creare un fastidio fin troppo grande per chi aveva visto novità ben più importanti con la regione di Hoenn.
Pokémon Fire Red e Pokémon Leaf Green, una tragedia annunciata
Per quanto da recuperare, non sono necessariamente da giocare. Sono titoli skippabilissimi e che portano solo caos all’interno della serie principale, dando modo di avere una discontinuità di potenziale trama inesistente. Si avevano belle prospettive con Hoenn, tutte distrutte con l’arrivo di remake che potevano esser benissimo rimandati di qualche anno.
Se da bambino apprezzai il giocarli, da adulto mi sono reso conto che Kanto ha un po’ rotto le balle. Okay, sono giochi nati per intrattenere un pubblico di più piccini ma penso che anche un bambino si stancherebbe dopo un po’ a vedere sempre la stessa cosa.
Oltre che il vedere il nulla per Hoenn per eventi in game è stato come mettermi una forchetta negli occhi, dato che mi aspettavo facessero qualcosina per valorizzare ancor di più la regione caratteristica della terza generazione. E invece no, dovevano dare tutta la scena a quel dannato topo giallo e al suo amichetto arancione alato. Gioco uscito bene, ma con un’idea totalmente bocciata per via di sprechi grafici e implementazioni che potevano esser usate per altro.
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