Percy Jackson – Quando è un Ciclope ad Insegnarti il Concetto di Famiglia

Rischiammo di morire solo sei o sette volte e pensai che non fosse un cattivo risultato” – Percy Jackson

Percy Jackson – il secondo capitolo

Buongiorno car* readers del blog, spero che la vostra vita stia andando avanti nel migliore dei modi. Quest’oggi sono qui per portarvi la recensione del secondo capitolo della saga di Percy Jackson ovvero Percy Jackson e Gli Dei dell’Olimpo – Il Mare dei Mostri.

Come già vi ho accennato nel primo articolo riguardante questa saga (che potete trovare sempre sul blog di Nerd’s Bay), la storia si compone di cinque capitoli quindi credo proprio che mi dovrete sopportare ancora un pochino. Ecco un breve accenno di trama, che potrete saltare nel caso in cui non voleste spoiler, ma cercherò di omettere le parti più salienti per evitare di rovinarvi la lettura.

Dopo le vicende narrate nel primo libro e la grande impresa portata avanti dal trio di Percy, Annabeth e Grover, i ragazzi si ritrovano ad affrontare un nemico di vecchia data, pronto a tutto per distruggere il mondo degli Dei. Quando Percy infatti torna al campo dopo l’anno scolastico (che, fino all’ultima settimana, si era svolto senza alcun tipo di “intoppo”), si ritrova davanti una scena catastrofica: enormi bovini meccanici di metallo, dotati di grandi lame aguzze, stanno infatti distruggendo il Campo Mezzosangue, oramai casa di un numero discretamente alto di semidei.

La cosa strana è che, quel luogo, dovrebbe essere apparentemente inaccessibile per i mostri. Ciò significa solo una cosa: l’albero di Talia, che con la sua magia protegge la zona, ha qualcosa che non va.

Altro fatto ancora più insolito: Grover sembra scomparso nel nulla e Percy non sa come interpretare i sogni che lo riguardano. Un nuovo insegnante infernale (letteralmente) e mostri sempre più smaniosi di cibo stanno ormai controllando uno dei pochi luoghi in cui Percy si sente al sicuro e sembra esserci solo un modo per risolvere la situazione: ritrovare un oggetto che, nella mitologia, è conosciuto per essere in grado di curare qualsiasi ferita.. il famoso Vello d’Oro.

Percy Jackson

Semplice no?

Sarà solo necessario dirigersi nell’isola di Polifemo, al di là del Mare dei Mostri, per ritrovarlo. Un’impresa da niente per i discendenti di tre tra le più grandi divinità dell’Olimpo. E mentre Clarisse, figlia burbera di Ares (ma con un cuore tenero), Percy, Annabeth e Tyson iniziano il loro viaggio, ecco che un nemico di lunga data, tenuto prigioniero fino a quel momento negli abissi del Tartaro, sta per risvegliarsi. Qui non si tratta solo di salvare il Campo, ma l’intera società.

Beh che dire di questo secondo capitolo, l’ho letto in letteralmente due giorni. Come già ho accennato nella recensione del primo libro, lo stile di Riordan è estremamente scorrevole e quindi non ci si accorge nemmeno delle pagine lette. Il problema legato alla scrittura, a volte molto frettolosa nel mio primo approccio alla saga, si è in qualche modo risolto (in modo limitato dato la lunghezza non eccessiva del libro) e ciò mi ha permesso di apprezzare di più la storia e i personaggi.

Sia chiaro, resta sempre una lettura estremamente leggera, ma allo stesso tempo ti fa in un qualche modo desiderare di essere laggiù, su una nave in balia delle onde mentre tenti di sfuggire dalle fauci di Cariddi.

La cosa che più mi ha stupito è stata la differenza abissale con l’adattamento cinematografico. Piccolo consiglio: non guardatelo se non volete spoilerarvi anche i libri successivi. Hanno proposto un miscuglio e un cambiamento di trama immenso che ha snaturato totalmente l’intero lavoro di Riordan. Forse i libri sono belli anche per questo: ti permettono di notare dettagli nascosti e di comprendere intrecci che, molto spesso, vengono celati durante la produzione del film corrispondente.

Cosa sto imparando da questa saga, grazie soprattutto al personaggio di Tyson? Quanto una famiglia possa essere diversa dall’immagine fissa che la società ci impone. Non sto parlando ovviamente della parte mitologica/fantastica (anche perché diciamocelo: avere una divinità come genitore comporterebbe delle problematiche abbastanza serie), ma della sfera relativa alle amicizie, ai mentori, alle guide.

Significati profondi

Essere parte di una famiglia non significa solo avere due genitori: tale concetto è infatti direttamente collegato a quello di amore, di supporto, di reciproca comprensione. E tutto ciò può provenire anche da un amico, da un insegnante che consiglia nel momento del bisogno, addirittura da un parente che incontriamo per la prima volta dopo anni e anni. Un animale domestico può racchiudere in sé l’idea di famiglia, così come un ambiente lavorativo particolarmente positivo.

Percy Jackson

Vi lascio quindi con questa piccola riflessione: cos’è per voi la famiglia?

Non mi importa se è incatenato ad una roccia con gli avvoltoi che gli mangiano il fegato, se non ti dà un recapito, non possiamo accettare il pacco.” – Ermes, messaggero degli Dei e protettore dei commerci, dei confini e dei ladri

Voto: ⭐⭐⭐.75/5


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