Otello e la maledizione degli Hotel – Il libro di Pablo Ayo

Otello e la maledizione degli Hotel – Recensione del nuovo libro di Pablo Ayo


Ricorderete tutti Mistero, no? O, almeno, quelli un pochino più “vecchiotti”. Chi, come me, è nato negli anni ’90 e passato un’infanzia a cavallo tra questi ultimi e gli anni 2000 non può non ricordarsi dell’omonima trasmissione mandata in onda su Italia Uno negli anni del boom dell’Internet. Il canale televisivo di mamma Mediaset raggiungeva, settimanalmente, ascolti buoni e che, per il periodo, si trovavano ad esser tra i più alti del bel paese. Oggi, però, non siamo qui a parlare di Mistero seppur, in buona parte, c’entri.
Oggi parleremo di “Otello e la maledizione degli Hotel” libro di Pablo Ayo.

Otello e la maledizione degli Hotel – Chi è Pablo Ayo?


Otello e la maledizione degli Hotel

Pablo Ayo è conosciuto nel campo dell’informazione alternativa ed è tra i più famosi ufologi e ricercatori italiani. Lo ricorderete, sicuramente, come ricercatore nella trasmissione “Mistero” di cui abbiamo parlato poc’anzi. Da qui, dunque, la risposta alla più grossa domanda di questo articolo, ossia “Che c’entra Mistero?”.
Pablo è un esperto di miti, religioni, fenomeni paranormali, alieni e molto altro.
È un giornalista e uno scrittore prolifico ed eclettico, che spazia dallo stile divulgativo al fantasy, fino al noir comico e, addirittura, un artista.
Ha un suo buon seguito sui social, specialmente su Youtube di cui vi lascio qui sotto modo per trovarlo, attraverso il trailer del libro.

Otello e la maledizione degli Hotel – Trama


Andiamo, dunque, a leggere nel dettaglio di cosa tratti questo libro.
“A Otello Bonacasa gli hotel portano sfortuna: braccia rotte, fidanzamenti saltati, lavori persi. Tutto da quando a 16 anni Evaristo, il bullo del liceo, non gli diede il soprannome di “Hotello con l’H”. Evitando di avvicinarsi a alberghi, pensioni, B&B e soprattutto hotel, pian piano le cose gli vanno meglio: diventa un informatico di successo e fonda assieme all’amico Marco Trifoldi l’azienda “Cloud 9”. Finalmente ha un sacco di soldi, un lussuoso appartamento e una fidanzata bellissima: Alisa.

Tutto va bene fino a quando non si reca negli Emirati Arabi per presentare il suo nuovo progetto agli azionisti. Convinto che ormai la sfortuna sia passata, alloggia nell’Hotel più bello di Dubai, l’Atlantis.
Da quel momento la vita di Otello va a pezzi: quando la polizia trova nella sua stanza d’albergo una valigia piena di cocaina si ritrova costretto a fuggire, prima dagli Emirati Arabi e poi dal carcere di Rebibbia, inseguito da sicari della Camorra, spacciatori colombiani e malavitosi romani.

Otello dovrà riuscire a scoprire chi lo vuole incastrare e perché, con l’aiuto di alcuni incredibili personaggi incontrati in carcere: il gigante polacco Baby Wachowsky, il vucumprà Sahid, il falsario veneto Bepi, il contrabbandiere ligure Ceschìn e soprattutto Evaristo, il suo odiato ex compagno di liceo che lo aveva soprannominato Hotello“.

Otello e la maledizione degli Hotel – Considerazioni personali


Questo libro si prefissa, sin da subito, di essere un mix tra due generi che difficilmente riescono a sposarsi bene. Si passa tra il comico e il thriller, quasi con una leggerezza disarmante, che però fa si che il libro possa esser letto con tranquillità e senza troppa pesantezza.
Non il mio genere, sia chiaro, ma che ho letto senza troppi giri di parole. Per larghi tratti ho sentito influenze comiche simili a quelle degli amatissimi Cinepanettoni, che però mi hanno fatto avere non poche riflessioni.

Questo libro sembra quasi nascere come se volesse prefissarsi il divenire, prima o poi, un film. Per larghi tratti ho avuto l’impressione di leggere un copione, cosa che mi ha fatto pensare da subito che il contesto cartaceo sia, forse, sprecato per questo prodotto. Tanti i dettagli all’interno, cosa molto buona anche per un manoscritto, ma che unite alla comicità utilizzata durante la stesura e i vari personaggi irriverenti mi fanno pensare che l’autore dovrebbe provare a proporlo su piccolo/grande schermo.

Otello e la maledizione degli Hotel – Il voto


Nonostante quanto detto nell’ultimo paragrafo che è da non vedersi, a mio avviso, come una critica negativa, trovo che comunque il libro lasci trasparire la voglia di fare dell’autore. Una voglia di fare che, in questo contesto, la vedo fin troppo limitata per un progetto cartaceo che però vedrei bene riproposto come serie e/o film.

Il voto che gli do è un tre stelle e mezza, un qualcosa comunque sopra la media, influenzato anche dal fatto che io non sia propriamente amante del genere e che, penso, possa far presagire buone cose per chi gradisce tematiche comiche come quelle trattate in questo libro. Perché, posso esserne certo, se gradite leggere o guardare questo tipo di comicità sarete estasiati dalla lettura di Otello e la maledizione degli Hotel.

Un grosso merito di chi ha scritto questo libro è, sicuramente, l’aver gestito a dovere il linguaggio tenuto sia dal narratore che dai personaggi, suddivisi tra i vari dialetti e accenti, con una composizione di capitoli che penalizza un po’ troppo il testo e che allunga di troppo il brodo ma in compenso nulla di malvagio per forma e stesura. Inoltre, preferivo di gran lunga la vecchia copertina per semplicità e colori che, a mio avviso, si trovavano ad esser più accattivanti.


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