Orbital Bullet – La recensione

Orbital Bullet è un gioco che definirei eccentrico, stravagante ed adrenalinico, oltre che “easy to play, hard to master”. Ricordate, durante la lettura di questa recensione, che il gioco è in early access, quindi quanto detto adesso da me, potrebbe in futuro cambiare drasticamente, però gli sviluppatori sembrano sapere il fatto loro, per cui confido che anche se il gioco dovesse presentare meccaniche differenti nel momento in cui andreste a giocarlo, sarebbe comunque molto valido, magari anche più di adesso. La versione attuale è molto più facile da godere tramite l’utilizzo di un controller, per trovare molto più velocemente i tasti da premere, nonostante questo, però, si può benissimo giocare anche con la tastiera.

Orbital Bullet: un DOOM in miniatura

Orbital Bullet ci catapulta in un mondo circolare, o per essere in tema col titolo: orbitale. Saremo in un mondo 3D ma potremo vedere il nostro personaggio solo lateralmente, con la telecamera di gioco che lo segue costantemente, rendendo così il gioco un 2.5D, cosa che fa molto vecchio stile, da me particolarmente apprezzata. Il genere del gioco è “roguelite”, ovvero un gioco in cui le mappe sono generate casualmente, i nemici hanno punti di spawn sempre differenti e anche se bisogna ricominciare tutto da capo dopo la morte, ci sono dei bonus permanenti, a differenza di quanto accade nei “roguelike”.

Orbital Bullet: un mondo “orbitale”.

Come detto inizialmente, il gioco è di facile comprensione ma al contempo è difficile giocarci bene. Infatti, dovremo giocare il più possibile, capendo i pattern dei nemici, le loro mosse, l’ambiente di gioco, il funzionamento delle nostre armi e acquisendo potenziamenti nel menù dopo la morte, per diventare quanto più bravi possibile. Ho nominato un menù dopo la morte: esso ci consentirà di ottenere nuove abilità per rendere più interessanti e facili le nostre partite, inoltre ci saranno armi da sbloccare e altre funzionalità che si sbloccheranno solo dopo aver battuto uno specifico boss.

Orbital Bullet – Il menù dei potenziamenti accessibile tra una partita e l’altra.

In cosa consiste Orbital Bullet? Semplice: uccidere i nemici di ogni piano, raccogliere crediti, nanobites,  neurocapsule e frammenti di armi per potenziarsi sempre di più, partita dopo partita e arrivare così ogni volta più avanti tra i livelli, superando i quadri boss e arrivando alla fine del gioco, nel caso in cui ci fosse. Ebbene sì, il gioco è abbastanza longevo, io ci ho giocato 4 ore e credo di non essere arrivato nemmeno a metà strada di quanto possa effettivamente offrire, però ho giocato abbastanza per capire le meccaniche e poterne parlare con cognizione di causa.

Il gioco è difficile, lo abbiamo già detto, ma come si recupera la vita per proseguire il più a lungo possibile nei livelli? Ci sono diversi modi: comprandola nei negozi ai piani più alti e spendendo così ogni volta preziosi crediti che invece potremmo decidere di utilizzare per comprare armi o vantaggi, con uno dei “rinforzi” che ci permetterà di ottenere una minuscola quantità di vita dalle uccisioni effettuate, con un medi-zaino dalla capienza massima di 3 cariche, ottenibile tramite la spesa di nanobites nel menù disponibile tra una partita e l’altra ed infine, dopo i quadri boss, per una quantità buona ma che comunque non rappresenta la totalità dei punti vita massimi che possiamo avere.

Tra le armi del gioco troviamo fucili di precisione, mitragliatrici, fucili a pompa ma anche lanciagranate e altre armi particolari, che vi invito a scoprire. Queste armi usano munizioni diverse, alcune quelle normali, ovvero “proiettili”, altre munizioni energetiche, esplosive o bossoli e bisogna stare attenti ad esse perché nel caso in cui si usino due armi (il massimo equipaggiabile) che condividano lo stesso tipo di proiettili, si arriverà molto presto a non averne più. Anche i nemici saranno di vario tipo: da quelli volanti a quelli con una corazza indistruttibile, a meno che non ci si salti sopra; da quelli che sparano mine esplosive a quelli che, una volta morti, rilasciano missili a ricerca da distruggere il prima possibile.

Orbital Bullet – Un baule con dentro una delle armi che potremo raccogliere.

Un’altra cosa importante da dire è che, in Orbital Bullet, ci sono, sparse per la mappa, stazioni di miglioramento in cui acquistare abilità che varranno esclusivamente per la partita che stiamo giocando sul momento. Abbastanza frequentemente, acquisiremo punti abilità per esse che potranno essere usati solo in queste postazioni e si partirà potendo potenziare solo 4 abilità casuali, a cui, proseguendo nei livelli, potranno essere aggiunte altre 4 abilità selezionabili tra 2 schemi di abilità sempre diverse. Per acquisire un’abilità di uno schema sbloccato successivamente bisognerà aver acquistato l’abilità sottostante, più facile a vedersi che a spiegarsi, e quasi per niente punitiva come cosa, anche se arrivati al quarto schema di abilità sbloccato, può diventare comunque difficile acquisire l’abilità che preferiamo.

A sinistra si può selezionare uno dei due blocchi di abilità che andremo ad aggiungere a quelle già presenti nel nostro schema.

Le ambientazioni sono diverse a seconda del mondo di gioco in cui ci troviamo e sono molto suggestive, anche se realizzate in modo minimale; gli effetti sonori sono in stile retrò come piacerà di sicuro ai veterani dei videogiochi e le musiche sono decisamente accattivanti: riempiono il giocatore con un’adrenalina incredibile e sono realizzate con uno stile a metà tra il retrò e il moderno, quindi se le ambientazioni sono realizzate in modo sobrio, le musiche invece sono state create con estrema cura.

Come se non bastasse, la lingua italiana è selezionabile dalle opzioni!

Menù in italiano!

Dunque, cosa dire di Orbital Bullet: un misto tra un DOOM ed un The Binding Of Isaac, veramente curato nei dettagli che sebbene, per ora, non presenti una vera e propria trama, si può benissimo andare a collocare tra i miei giochi preferiti: un gioco difficile da non aprire ogni volta che si accende il computer e nel quale è facile perdersi, senza rendersi conto del tempo che passa e senza voler chiudere a nessun costo.


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