Old: una qualità mediocre

Old, il film di recente uscito nelle sale cinematografiche di cui si aveva una grande aspettativa, data la fama del regista, ma che ha deluso proprio dal punto di vista tecnico.

Il prodotto di cui parleremo oggi è, appunto, Old, un thriller scritto e diretto da M. Night Shyamalan che ha voluto creare un adattamento cinematografico della graphic novel Castello di sabbia, scritta da Pierre-Oscar Levy e Frederick Peeters. La trama di questo film ci racconta della semplice vacanza di una famiglia che in realtà si trasforma in un incubo quando visitano una delle spiagge dell’hotel dove alloggiano in cui il tempo scorre più velocemente del normale e addirittura mezz’ora sulla spiaggia equivale ad un anno di vita.

Ora, da Shyamalan ci si aspetta sicuramente dell’eccellenza, soprattutto dopo i suoi due maggiori capolavori quali Il Sesto Senso e Split, film di grande rilevanza nel mondo cinematografico e che sono sicuramente di ispirazione nel cinema contemporaneo e risultano ancora unici nel modo in cui sono stati presentati ad un pubblico che è riuscito ad estasiarsi e provare diverse emozioni positive rispetto a questi prodotti.

Con questo ultimo film, Shyamalan credo annulli un po’ tutto l’impero registico che aveva creato negli anni ’90, per quale motivo? Semplice, guardando la pellicola ci accorgiamo di come sia stato fondamentalmente ben concepita, con una sorta di critica sociale all’ industria medica e farmaceutica che sicuramente, soprattutto ai giorni nostri, con la pandemia Covid in corso, suscita riflessione ed è spunto di dibattito, come il simbolo stesso dell’osservanza e dello sguardo presente ad un certo punto del film, ma in realtà eseguita male.

Mi spiego meglio: l’opera generalmente è stata ben scritta, il racconto funziona, ha una certa logica e una certa fluidità che comunque incide anche sulla percezione nello spettatore che non si annoia, si mantiene concentrato ed è incuriosito dagli avvenimenti che segue senza un minimo di pesantezza. Molto apprezzato soprattutto il plot twist finale con annessa conclusione e spiegazione della storia. Anche se nel dettaglio troviamo delle faglie anche lì: conversazioni senza rilevanza, battute forzate e troppo esplicative, soprattutto di uno dei personaggi, che sembrano un po’ quelle che sentiamo nei cartoni animati per bambini piccoli.

Quello che stona, a parer mio, completamente, e fa prendere le distanze dalle opere precedenti del regista sono proprio molte scelte registische di Old che danno l’impressione che il film sia stato prodotto da un regista esordienti e principiante e non effettivamente da un professionista eccellente che lavora nel campo cinematografico da quasi trent’anni.

Senza fare troppi spoiler: alcuni movimenti e stacchi di camera sono abbastanza fastidiosi alla vista in sé del pubblico, a parte scene in cui avviene una rotazione della camera che inquadrando ogni personaggio ad una velocità troppo elevata fa venire il mal di testa, che di base è un movimento di camera alquanto frequente al quale siamo già più o meno abituati, troviamo spostamenti troppo bruschi come in una scena in cui i bambini giocano e corrono in cui anche il montaggio con una seconda camera lì presente sembra messo per sbaglio, oppure scene che sembrano poste lì completamente a caso come le scene di uno dei personaggi inquadrato da lontano in cui, personalmente, non ho riscontrato alcun significato al racconto o ad un’ipotetica critica che vuole smuovere.

Le scelte fotografiche e sonore possono anche essere curate molto dettagliatamente e ottenere il solito risultato magistrale, ma, di base, tutto il resto non aiuta, compresa la scrittura dei personaggi decisamente stereotipata rispetto alla struttura dei soliti personaggi di un film del genere. A migliorare magari è la recitazione, soprattutto di Thomasin McKenzie (Maddox a 16 anni), Embeth Davidtz (Maddox adulta) e Nikki Amuka-Bird (Patricia, affetta da epilessia) che si differenziano leggermente dalle tecniche del resto del cast che non scorgono eccellenze di qualche tipo che fanno effettivamente emozionare.

In conclusione, Old non è un film all’altezza della fama registica di M. Night Shyamalan. Sono molte le cose che non vanno nell’opera e alle quali non si può non far caso o passarci sopra. Uscita dal cinema, letteralmente, sembrava più un film comico per quanto avessi riso su molte scelte tecniche fatte che hanno effettivamente abbassato la qualità di un prodotto che poteva dare davvero tanto per la storia super interessante e ben concepita che Shyamalan ha posto davanti allo spettatore, incuriosito da solo un trailer di pochi minuti ma che esce dalla sala leggermente deluso in quanto buttato su una pellicola poco curata come invece ci si aspettava da un regista del suo calibro. Dunque sono 108 minuti di svago da vedere comunque per passare il tempo ma fondamentalmente un prodotto di qualità mediocre.

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