Non è detto che mi manchi – Recensione

Non è detto che mi manchi, titola il libro, ma non appena li vediamo sappiamo che a Fosco manca Emilia da tutta una vita.

Non è detto che mi manchi racconta la storia d’amore tra due persone che, più diverse di così non potrebbero esserlo neanche volendolo. Fosco lavora per una rivista che si occupa di videogiochi, ma in realtà un programmatore. Gaia, la sua ragazza, non gli permette di lasciare il lavoro, e anzi, vorrebbe che cominciasse a lavorare full time, che diventasse “maturo” – Si nota che Gaia è un personaggio che non ho sopportato da prima ancora che comparisse in scena? Fosco è completamente in preda a una profonda sindrome dell’impostore che lo convince di essere inferiore a tutto e tutti, per questo ascolta Gaia.

Emilia, invece, è la “lei” di Non è detto che mi manchi. Famosa da quando era bambina per aver fatto da prestavolto alla pubblicità delle celebri caramelle Sweetie, sta ancora inseguendo l’onda di quel successo. Passata a essere famosa tra i bambini a diventare celebre tra gli uomini, la giovane e bellissima influencer ha appena chiuso una storia con un calciatore di serie A, che è tornato di corsa dalla moglie e ci ha anche appena fatto un figlio. Per scappare dalla madre che le ricorda costantemente quanto deludente sia, Emilia accetta un lavoro da Lollipop, la rivista per teenager che si trova al piano superiore dell’edificio dove Fosco lavora…

I protagonisti di Non è detto che mi manchi hanno una sola e unica cosa in comune: un’insicurezza viscerale, connaturata profondamente nei loro caratteri, che gli deriva dia genitori che si ritrovano, di grande successo o grandi approfittatori, che in entrambi i casi fanno di tutto per sminuirli, per farli sentire piccoli e inutili, e ci riescono, eccome se ci riescono…

Ok, tutto bene tutto bello, ma questi due si innamorano?

Ormai l’avrete capito: a me la scrittura di Bianca Marconero fa impazzire e anche in Non è detto che mi manchi l’opinione che ho sviluppato sull’autrice non si smentisce. Bianca riesce, attraverso al suo modo di scrivere, a farmi empatizzare con personaggi con cui in comune ho solo la profonda insicurezza. Emilia, ossessionata dall’aspetto e dall’essere famosa, sarebbe potuta facilmente diventare, per me, uno dei personaggi più odiati mai letti, e invece ho proprio imparato a volerle bene, mi sono affezionata a lei tanto che non l’avrei lasciata più andare via.

Fosco che mi sarebbe piaciuto si sapeva, io per i nerd simpatizzo sempre, ma il suo essere così sottone da esagerare, il suo farsi mettere i piedi in testa da tutto e tutti, la sua costante insicurezza me l’hanno fatto, a momenti, odiare. E, in altri momenti, amare. Perché questa è la forza dei libri di Bianca Marconero, lei riesce a scrivere personaggi veri, umani, e qui traspare tutta questa umanità dei suoi personaggi, questo loro essere imperfetti e fallaci, esattamente come siamo tutti noi.

I personaggi secondari, poi, sono un dono che ci viene fatto in Non è detto che mi manchi e che porteranno avanti l’eredità di Foso ed Emilia nel resto della Tabloid Series. Ovviamente sto parlando di Alice e Alessandro, migliore amica e cugino di Fosco che con lui lavorano e che sembrano Sandra e Raimondo. Solo che Sandra e Raimondo sono stati sposati per anni, mentre questi due no, proprio non si possono vedere, o per lo meno, così vogliono farci credere…

Non vedo l’ora di proseguire con questa saga che mi sembra pazzesca, i libri di Bianca diventano più belli ogni volta che li leggo e sono contentissima e grata a chi mi ha fatto scoprire quest’autrice. Non voglio che i suoi romanzi finiscano mai.

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