NARITA BOY – Recensione

La nostra recensione di “Narita Boy”, primo titolo dello Studio KOBA!

Non è un mistero che, di questi tempi, gli anni ’80 siano tornati di gran moda: film, correnti musicali, arte e tutto ciò che possa rimandare ad essi è stato tirato fuori dai cassetti nella memoria dei nostalgici e riversato sulle nuove generazioni, consentendo a queste ultime di vivere e sperimentare un modo totalmente differente di percepire ciò che li circonda, in quella che può a tutti gli effetti essere considerata una loro “seconda giovinezza”.


E’quindi più che logico aspettarsi che tale fenomeno sia andato ad intaccare anche il mondo dei videogiochi, magari non le sue radici più commerciali e “corrotte” ma certamente quella piccola ma instancabile fornace creativa rappresentata dal mondo dei titoli indie. Ed è proprio di uno dei migliori (secondo chi vi scrive) rappresentanti di questo bizzarro matrimonio tra “vecchio” e nuovo che oggi vogliamo parlarvi: “Narita Boy”!

Narita Boy

 Narita Boy è un videogioco action adventure con elementi platform giocabile su di una console chiamata  “Narita One”, divenuta – così come il suo creatore – oggetto di culto per grandi e piccini negli anni 80’, rimasti estasiati dalle sue incredibili potenzialità. Impersonando i panni di un misterioso ragazzino, ci ritroveremo inizialmente catapultati quasi per magia all’interno della suddetta console, scoprendo ben presto di essere stati evocati all’interno del gioco sotto forma di eroe leggendario per salvare il Digital Kingdom da una delle sue più grandi crisi.


Avrà così inizio un’epica avventura attraverso ognuna delle 3 principali regioni del regno, con lo scopo ultimo di sconfiggere il misterioso e potente HIM ed i suoi fidati tirapiedi, i quali desiderano veder incrinato l’equilibrio che da sempre mantiene quel paradiso digitale perfettamente bilanciato. Chiaro, ci troviamo dinnanzi alla classica storia del “grande eroe pronto a salvare il mondo” ma sono il suo setting quantomai unico e i tanti piccoli colpi di genio di cui è costellata la produzione a renderla un’idea brillante!

Ogni parte della console è – all’interno del regno – un tassello fondamentale per il funzionamento dello stesso ed il tutto è tanto intriso di curiosità, storia e lore da intrigare e rapire il giocatore più attento e propenso all’immergersi totalmente nei titoli che affronta; il tutto è condito con una forte dose di misticismo tra culti religiosi dedicati alla preghiera ed all’adorazione di complessi algoritmi o strisce di codice visti come comandamenti, floppy disk da reperire ed utilizzare come chiavi per accedere a sacri templi etc.. Creando un connubio tra tecnologia e mitologia estremamente appassionante.


La spiritualità di Narita Boy non si riduce comunque a solo e blando simbolismo, anzi; durante il nostro viaggio all’interno del Digital Kingdom avremo modo di scavare a fondo nelle memorie del suo ideatore (“il Creatore”, come viene definito dai suoi abitanti, venerato come un Dio), scoprendone di volta in volta tanti retroscena utili al comprendere come sia nata Narita One e quali siano i difficili conflitti interiori ed esterni da lui vissuti e più o meno consciamente traslati all’interno del regno sotto le più disparate forme.

Ho trovato piacevoli questi flashback per il loro valore fortemente riflessivo, in grado di bilanciare sapientemente l’altrimenti soverchiante quantità di “tamarraggine anni ‘80” presente nel titolo base, garantendo al contempo maggior profondità al tutto ed una gradita (e mai invadente) pausa dall’azione di gioco.


Pur trattandosi di un titolo fortemente incentrato su Platforming e combattimenti, Narita Boy non si limita a proporre un combat system basilare ma anzi, gli scontri  con i nemici risulteranno sempre interessanti ed appaganti grazie a meccaniche di schivata, spallate, necessità di aggirare gli avversari per esporne i punti deboli, devastanti poteri di varia natura da liberare nel momento del bisogno e tanto altro.

Grazie ad attacchi nemici sempre ben coreografati, il livello di sfida medio del gioco si mantiene piuttosto bilanciato una volta imparato quale mossa sia perfetta per il tipo di nemico fronteggiato, ad esclusione forse degli sporadici scontri con i boss, decisamente più coriacei e complessi ma mai frustranti, ognuno veramente particolare ed originale sia nel design che nel tipo di scontro proposto.


La storia di Narita Boy è perlopiù lineare, con obbiettivi da raggiungere sempre indicati chiaramente durante i vari dialoghi, senza bisogno di raccogliere indizi o perdersi in lunghe fasi intermedie d’indagine; saremo costantemente invitati a spostarci di mondo in mondo con giusto qualche occasionale fase di backtracking, più o meno giustificata ma mai apparsa come un dispiacere, grazie anche alle magnifiche ambientazioni di gioco ed incredibili scene proposte ad ogni angolo ricche di dettagli e “momenti wow”.


Il tutto, per quanto affascinante, non impedisce però di incappare in sezioni nelle quali ci si senta maggiormente persi, per via soprattutto della mancanza di una mini mappa o indicatori chiari a schermo, complici anche i tantissimi ed intricati nomi di NPC, templi e luoghi da ricordare davanti ai quali magari passeremo di sfuggita senza  dar loro troppa attenzione inizialmente, trovandoci poi a riflettere sul dove si possa trovare la “Techno Algorithm Hall” o  chi siano gli “Hackernauti”..

La quantità di in formazioni fornite da ogni zona, ogni dettaglio di lore etc.. E’spesso troppo condensata ed una particolare attenzione è sempre richiesta, pena il girovagare senza meta per qualche minuto alla ricerca del giusto portale o personaggio con cui parlare per proseguire.


A questo piccolo neo si aggiungono poi un non precisissimo feed dei comandi (almeno per quel che riguarda il pad XBOX ONE da noi utilizzato) i quali, soprattutto durante alcune sezioni platform ove maggior precisione è richiesta, portano a morti o errori non voluti, costringendo a rigiocarsi zone piuttosto ostiche o intere bossfight. Nulla di trascendentale o che vada a minare l’esperienza in modo irreversibile, seppur una miglior reattività nei movimenti avrebbe giovato grandemente al tutto.


In conclusione cari lettori, Narita Boy è un titolo che noi di Nerd’s Bay vi consigliamo assolutamente di fare vostro sia che siate amanti degli anni ’80, sia che siate alla ricerca di una piccola esperienza in grado di catturarvi per diverse ore, perdendovi tra i meravigliosi e complessi meandri del Digital Kingdom e scoprendone tutti i suoi segreti.

Il titolo lo trovate disponibile su PC e piattaforme Sony, Microsoft e Nintendo Switch.


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