Mama Tama di Uno Makoto, l’hentai della normalizzazione

Mama Tama, un manga hentai che valorizza e normalizza le perversioni

Parliamo di Mama Tama e sessualità

Da che mondo è mondo, la sessualità è da sempre un argomento spinoso per quasi chiunque. Un taboo per i tanti, che si ritrovano a vedersi discriminati solo perché provano piacere in roba definita “fuori dal comune” e non normalizzata. Qual è il problema? Finché c’è consenso, chiunque dovrebbe poter amare e fare quel che gli pare a livello sessuale.
Parlo da etero, premetto, e oggi voglio parlarvi in modo audace di un hentai. Di solito non li leggo, ma ho deciso di recensire il tutto con la voglia di normalizzare i feticismi di chiunque. Il manga in questione è Mama Tama di Uno Makoto, opera definita disgustosa semplicemente perché vi è presente una rappresentanza futanari.

Attenzione, le immagini che seguono non sono adatte a tutti. Il contenuto è sessualmente esplicito e vi sono atti riproduttivi e nudo.

Il termine futanari indica l’ermafroditismo e deriva dal Giapponese. È spesso usato anche per indicare anche l’androginia. Viene inoltre usato per indicare un genere pornografico.
Fatta questa premessa, iniziamo.
La storia ruota tutto intorno ad un ragazzino e sua madre. Il ragazzino è infatuato di sua madre, nulla di troppo elaborato livello di trama, tanto da volerci avere degli amplessi.

L’immagine più popolare di Mama Tama è quella in cui il ragazzo esclama di voler praticare una fellatio a sua madre. Spesso decontestualizzato e utilizzato come meme, questo manga seppur sia di scarsa lega, come quasi ogni hentai, e con una trama pressoché nulla ha il pregio di riuscire a regalare a chi apprezza il genere qualcosa che con il tempo è divenuto famoso.

Indipendentemente dai miei gusti sessuali, dal mio non leggere hentai e dalla mia eterosessualità posso dire di esser contento della presenza di parità anche nella fumettistica Giapponese. Per quanto alcune cose potrebbero disgustare i tanti, non è giusto arrivare a denigrare qualcuno solo per ciò che lo eccita.

Ognuno prova piacere a modo suo e finché non lede la libertà di scelta altrui, o trascenda l’etico, è libero di farlo. Dunque, bravo all’autore: Uno Makoto. Ha saputo dar sfogo alle perversioni di qualcuno, nonostante sia un prodotto che può passare solo come il porno gradito da una qualsiasi persona.


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