M il figlio del secolo – Benito Mussolini tra il 1919 e il 1925

Antonio Scurati scrive la biografia storica di Benito Mussolini tra il 1919 e il gennaio del 1925

“M il figlio del secolo” segue Benito Mussolini, ex leader socialista, interventista, direttore de Il Popolo d’Italia e infine, Presidente del Consiglio, dal 1919 al 3 gennaio 1925. Insieme a lui seguiamo le vicende storiche e politiche dell’Italia in quel periodo.

Il libro è una biografia sulla vita politica e privata di Mussolini, contornata dai molti personaggi politici e non, che ruotano intorno a lui.

Benito Mussolini è un uomo dai mille volti, che vuole aggraziarsi tutti ma allearsi con nessuno:

“Io sono lo sbandato per eccellenza, il protettore degli smobilitati, lo sperduto alla ricerca della strada. Ma l’azienda c’è e bisogna portarla avanti. In questa sala semivuota, dilatate le narici, fiuto il secolo, poi tendo il braccio, cerco il polso della folla e sono sicuro che il mio pubblico ci sia”

Nel 1919 Mussolini fonda i Fasci di Combattimento, un movimento che vuole raccogliere tutte le persone scontente, più che dall’esito della Guerra, da ciò che l’Italia ha ottenuto negli accordi di pace; insieme a loro, il Movimento, riunisce i combattenti più sanguinari, gli Arditi, che tornati dal fronte non sanno (o non vogliono) rintegrarsi nella società.

Il libro all’inizio ripercorre le vicende della conquista di Fiume ad opera di D’Annunzio. In un primo momento l’operazione sembra essere sostenuta dal futuro Duce ma sarà poi proprio Mussolini che, in segreto, prenderà accordi con l’allora Primo Ministro, Giovanni Giolitti, per far saltare il progetto dell’annessione della città all’Italia.

Il Vate sarà una figura emblematica nella prima parte del libro per poi perdere sempre più questo ruolo centrale ed essere relegato, oltre che da sé stesso, anche da Mussolini a personaggio scomodo e di secondo piano.

Il Paese, nel 1919, è in mano ai socialisti, gli scioperi sono all’ordine del giorno. L’obiettivo prefissato dai capi del partito socialista è quello di realizzare una rivoluzione di stampo comunista anche in Italia. I fascisti sono solo una piccola minoranza, ignorati da tutti i politici, e nelle elezioni del 1919 non guadagnano nemmeno un seggio al Parlamento.

Ma questa rivoluzione, tanto attesa, tanto agognata tarda ad arrivare in un’Italia monarchica, contadina e cattolica. I socialisti iniziano a disgregarsi, cominciano una battaglia contro i fascisti dimenticando i loro obiettivi. Perdono consensi prima a Bologna, poi a Milano e a mano a mano in tutta Italia. Mentre i fascisti, guidati dal carisma di Mussolini, iniziano a conquistare la piccola borghesia, quei mezzadri che hanno riscattato la loro terra dai grandi proprietari terrieri ma anche gli industriali terrorizzati dalla possibilità di una rivoluzione bolscevica.

Inizia così un periodo sanguinario, le squadracce fasciste danno inizio a rappresaglie violente contro i socialisti e i loro sostenitori. In questo clima di terrore, mentre i vecchi politici cercano di ripristinare la legalità e l’ordine in Italia, Mussolini decide di fare il salto e i suoi Fasci di Combattimento diventano un partito politico: il Partito Nazionale Fascista.

Il Partito Socialista si trova impreparato ad affrontare la violenza degli squadristi fascisti ed inizia lentamente la sua scissione espellendo i riformisti di Turati che insieme fonderanno il Partito Socialista Unitario con segretario Matteotti. È proprio Giacomo Matteotti il primo e l’unico che prende parola in Aula per ben tre volte per denunciare le violenze fasciste, soprattutto nelle campagne del Polesine. Gli altri statisti, i politici che hanno guidato l’Italia dalla fine del 1800 e nei primi vent’anni del 1900, come Giolitti o come i cattolici, si alleano con Mussolini.

Così, nell’ottobre del 1922, con la famosa Marcia su Roma, il PNF prende il potere e Mussolini diventa Primo Ministro.

Nell’aprile del 1924 si svolgono le ultime elezioni prima della dittatura ed è un plebiscito a favore del PNF. Mussolini è all’apice del potere e della gioia ma nel giugno di quell’anno, alcuni fascisti, rapiscono e uccidono Giacomo Matteotti il quale aveva denunciato brogli elettorali nelle elezioni e soprattutto stava indagando sui bilanci dello Stato che secondo lui erano stati truccati da Mussolini.

Sarà con il discorso in Parlamento del 3 gennaio 1925 che Mussolini prenderà su di sé la responsabilità politica, morale e storica della morte di Matteotti. Inizierà così la Dittatura fascista.

Antonio Scurati, riportando il discorso pronunciato, ci saluta e ci dà appuntamento al prossimo libro, il seguito: M l’uomo della provvidenza (per leggerne la recensione clicca qui)

I protagonisti

I protagonisti insieme ai già citati Benito Mussolini, Giovanni Giolitti, Gabriele D’Annunzio e Giacomo Matteotti sono:

M il figlio del secolo, Premio Strega 2019

M il figlio del Secolo di Antonio Scurati. Biografia di Benito Mussolini dal 1919 al 1925.

M il figlio del secolo non è un romanzo inventato ma vero, basato su vicende realmente accadute. Racconta nel dettaglio la vita di Mussolini, della moglie, dei figli, delle svariate amanti con i figli illegittimi e di tutti i personaggi politici e non che ruotano intorno a lui.

Ogni capitolo inizia con la data in cui i fatti si svolgono; alla fine di molti invece si citano autorevoli fonti come:

Mussolini, il futuro Duce, viene raccontato in modo preciso da Antonio Scurati:

intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo nella vita sentimentale”.


Nel libro viene decritta l’atmosfera dell’Italia post-bellica, la povertà dilagante, ma anche le speranze che prima vengono riposte nei socialisti e poi nel fascismo o ancora meglio in lui, il suo capo, Benito Mussolini.  

I luoghi e i paesaggi sono raccontati in modo minuzioso e il lettore si trova immerso nell’atmosfera che il libro ricrea.

Il libro ha vinto l’edizione 2019 del Premio Strega ma la critica si è molto divisa su di esso: alcuni lo giudicano molto romanzato e pieno di stereotipi sia sul fascismo sia su Mussolini, altri invece lo reputano addirittura “necessario” in quanto pone l’attenzione del lettore sulla sfiducia che il popolo italiano aveva verso la politica in quegli anni. Un’atmosfera che si respira tutt’ora a 100 anni di distanza dagli avvenimenti raccontati nel libro.

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