Lo Hobbit – C’erano una Volta un Hobbit, un Mago e 13 Nani

“Sei una bravissima persona e io ti sono molto affezionato; ma in fondo sei solo una piccola creatura in un mondo molto vasto!” – da Lo Hobbit

Un altro Tolkien

Come ben sapete, sia per preparami all’uscita della serie che per arricchimento personale, ho deciso di recuperare l’intera saga di Tolkien, partendo da Il Silmarillon fino ad arrivare alla trilogia del Signore Degli Anelli. Fino a questo momento è stato un viaggio spettacolare che mi ha fatto scoprire un mondo che non immaginavo tanto vasto e ricco. Se prima però il tono dei racconti era più analitico e serio, con Lo Hobbit Tolkien si trasforma.

La trama è ben nota: Bilbo Baggins è un tipico hobbit, un piccolo essere dai piedi pelosi che ama passare le sue giornate tra il verde dei campi e il buon cibo speziato. Se può fa addirittura due colazioni, tanto ama mangiare. Un giorno però, la sua placida esistenza viene turbata. Un mago vestito di grigio si presenta alla sua porta per invitarlo a partecipare ad un’avventura senza precedenti. Bilbo è ovviamente titubante. Le parole hobbit e avventura stonano se accostate l’una all’altra.

Bilbo Baggins nell’adattamento di Peter Jackson – Lo Hobbit

“In un buco nella terra viveva uno hobbit. Non era un buco brutto, sudicio e umido, pieno di vermi e intriso di puzza, e nemmeno un buco spoglio, arido e secco, senza niente su cui sedersi né da mangiare: era un buco-hobbit, vale a dire comodo.” – Introduzione

Eppure egli non sembra avere alternative. Non quando tredici nani, ognuno dal cappello di un colore diverso, si presentano alla sua porta domandando cibo e ospitalità, in vista di un viaggio pericoloso e tutt’altro che semplice. Tra di loro svetta addirittura Thorin II Scudodiquercia, appartenente alla Stirpe di Durin e autoproclamatosi Re Sotto la Montagna. L’obiettivo è chiaro: dirigersi fino alla Montagna Solitaria, uccidere il perfido drago Smaug e riconquistare il tesoro perduto dei nani (e magari riportare in auge il regno nanico di Ereborn). Per farlo al gruppo serve uno scassinatore che li aiuti a trovare un passaggio nascosto per entrare dentro alla montagna.

E Bilbo sembra essere la persona scelta per tale scopo.

La Montagna Solitaria – Lo Hobbit

Una lettura da fare

Volete un consiglio spassionato dalla sottoscritta? Leggete Tolkien, leggete Lo Hobbit. All’inizio potrebbe sembrare quasi una storia per bambini, dato lo stile semplice e il tono quasi scherzoso che caratterizza l’intero libro, ma a mano a mano che vai avanti nella lettura non puoi fare a meno di desiderare di trovarti lì. Di trovarti davanti a Guglielmo, Berto e Maso, il trio di troll che perse talmente tanto tempo a discutere su come cucinare il piccolo gruppo di avventurieri da essere colto di sorpresa dall’alba, trasformandosi in pietra.

Di trovarti prigioniero di Thranduil, Re degli Elfi SIlvani e poco incline ad accogliere qualsiasi straniero che osi attraversare le sue terre. E infine di trovarti tra i cunicoli della Montagna Solitaria, con un tesoro scintillante davanti agli occhi e un perfido drago che cerca di scoprire chi ha osato rubargli una coppa dorata.

Il drago Smaug – Lo Hobbit

Tolkien è un autore a tutto tondo che, oltre a stregarti con un mondo estremamente complesso e descritto nei minimi dettagli, riesce a farti sentire parte di esso. Quando Bilbo prepara frettolosamente le poche cose da portare con sé in viaggio ti sembra quasi di essere lì, nel buco-hobbit più bello dell’intera contea e in preda alla più totale indecisione. Cosa ci si può portare dietro, quando la destinazione è dalla parte opposta della Terra di Mezzo?

E poi le canzoni. Il libro è pieno di filastrocche dalle più svariate tematiche che forse riescono a catturarti ancora di più di una descrizione ben fatta o di un cambio di programma improvviso. Che siano esse prodotte da Elfi, Nani od Orchi poco importa, la magia sta proprio nell’atmosfera che si respira.

All’interno di questo libro ci sono timori, speranze, divertimento e paura. L’anello, ovviamente, passa in secondo piano per raccontare la storia della trasformazione di un’amicizia, la storia di un riscatto. Nonostante l’incontro con Gollum sia una delle parti più belle (e a tratti divertenti) dell’intero libro, ho davvero apprezzato leggere del cambiamento di Bilbo.

Considerazioni finali

L’hobbit che parte per il viaggio è completamente differente da quello che torna. E’ cresciuto e no, non in altezza.

“A parlare delle cose belle e dei giorni lieti si fa in fretta, e non è che interessi molto ascoltare; invece da cose gravose, emozionanti o addirittura spaventose si può trarre una buona storia, o comunque un lungo racconto.” – Da Lo Hobbit

Voto: ⭐⭐⭐⭐.5/5


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