L’anomalia – Recensione

L’anomalia è un romanzo folle di cui già mi risulta difficilissimo parlarvi. Iniziamo con una premessa più che necessaria: so che, come sempre, la trama si trova ovunque, ma vi imploro di non leggerla, contiene enormi spoiler, passaggi che, se leggete il libro nella più totale ignoranza, vi godrete molto di più.

L’anomalia è un romanzo particolarissimo, sicuramente adatto a lettori forti che ci troveranno qualcosa di ogni genere che hanno affrontato negli anni, ma anche a chi ama i misteri e scoprire passo passo dove la storia vuole portarlo.

Non potendovi narrare la trama de L’anomalia vi dirò quello che ha detto a me la mia libraria al bookclub (che ovviamente aveva già letto il libro): L’anomalia parla di un gruppo di persone. E questo è più o meno quello che posso dirvi anche io senza rovinarvi la lettura.

Potrei forse aggiungere, per darvi un minimo di contesto, una certa aspettativa, che una delle persone di cui parla il romanzo è uno scrittore, tale Victor Maisel, autore del romanzo L’anomalia. Se, come me, amate tutto ciò che è meta-testuale, il racconto nel racconto, la riflessione sulla scrittura, sul reale, sulla sospensione dell’incredulità, a questo punto sarete già conquistati. Trattandosi di un romanzo episodico, comunque, L’anomalia non parla davvero soltanto di questo.

L’ANOMALIA

Altro punto cruciale del romanzo è la struttura, vi consiglio di saltare questo paragrafo se volete essere sorpresi, perché L’anomalia sorprende anche per la sua struttura del tutto particolare. Nella prima parte troviamo storie di numerosissimi personaggi che convergono in una parte centrale per poi divergere nuovamente, niente di particolare per un romanzo corale, direte voi, ma è qui che viene il bello. L’anomalia è quasi un esercizio di scrittura, una commistione di generi che l’autore fa in un modo tale che sembra quasi si voglia allenare con ognuno di essi, riuscendo bene, per quanto in poche pagine, in tutti, per altro.

Quella delle poche pagine dedicate a ogni personaggio è sicuramente una problematica ne L’anomalia, in quanto non permette davvero di affezionarsi a nessuno, o quasi, di loro, a causa della velocità dei racconti singoli che sono loro dedicati. Questo però non vuol dire che i personaggi non siano ben scritti e approfonditi, soprattutto, purtroppo, le figure maschili. Le donne rimangano più in un alone di mistero e stereotipo. Penso, comunque, che sia voluto, infatti il romanzo è interamente pervaso da un intento satirico e parodistico.

Posso dire in tutta onestà che sono stata talmente stregata dalla scrittura da non riuscire, a volte, a focalizzarmi sui punti deboli del libro, che sono sicuramente la parte centrale, eccessivamente lenta, e lo scarso approfondimento di alcuni dei personaggi, che vorremmo ci dicessero qualcosa di più perché estremamente interessanti.

La satira in questo testo è davvero fortissima, permea ogni singola pagina. Vi è satira sulla scrittura, sui generi, sulla politica, insomma chi più ne ha più ne metta. Proprio per questa ragione alcuni personaggi appaiono quasi come macchiette, ma, inserendosi nell’ottica che secondo me l’autore voleva esprimere, risulta chiaro il perché di queste scelta… quasi sempre.

Infine parliamo dello stile di scrittura, indiscusso punto fortissimo dell’autore, che ha una penna più che invidiabile che gli è valsa l’equivalente francese del Premio Strega, il Premio Goncourt, più che meritato, a mio avviso. Capace di far ridere quando deve far ridere, di far riflettere quando deve far riflettere e di agghiacciare il lettore quando vuole essere agghiacciante, ho trovato questo autore capace come pochi. Una penna davvero splendida di cui credo recupererò altro.

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