L’adulto in gioco

L’adulto e il gioco – Un approfondimento sul giocare quando si diventa grandi

Nella società moderna si è portati a pensare e dare valore alle diverse fasce di età e singoli individui in termini di produttività: anche nei confronti delll’infanzia, sebbene sia riconosciuta come età della spensieratezza e del gioco, è la produzione di qualcosa di tangibile ad essere ricercata dall’ambiente che la circonda e la accompagn nella crescita.


Di conseguenza l’adulto è spesso valutato in base al suo ruolo nella società, dando per scontato l’aver abbandonato l’interesse per il gioco fine a sè stesso.
Nulla di più sbagliato.


Per nostra fortuna la divulgazione e la ricerca (associazioni, creatori di contenuti ma anche in ambito accademico) stanno lavorando per educare al concetto di età dello sviluppo permanente ed al riconoscimento del reale valore del gioco durante tutto il ciclo di vita.


L’adulto non può e non vuole smettere di giocare.
Tutti dovremmo essere consapevoli del potenziale del gioco come possibilità di dialogo, scambio, condivisione. Il gioco è dialogo con noi stessi e scoperta delle nostre passioni, della nostra identità, del valore del tempo che dedichiamo al nostro benessere.


La separazione tra mondo dell’adulto e realtà infantile porta alla perdita di questi valori in realtà significativi, quando il gioco dovrebbe crescere insieme a noi, evolvendo nei suoi contesti.
Promuovere e diffondere una cultura del gioco mira anche a proporre l’adulto come “giocatore esperto” e creativo che, senza perdere e snaturare il gioco, acquisisce capacità di supporto e guida mettendo a disposizione la proprie capacità (che non sono doti naturali, ma si apprendono e si affinano col tempo e l’esperienza) per fare esperienza.

Non si tratta di trasmettere concetti ma di promuovere, articolare, estendere attraverso la partecipazione condivisa ed attiva di un partner più competente. Si riconoscono le responsabilità ed il ruolo dell’adulto rispetto alle nuove generazioni divertendosi insieme.
Nella dimensione del gioco i partecipanti hanno un ruolo paritario ed è un’attività svolta per il puro piacere di farlo, riconoscendone tutti i valori, le competenze che vengono portati nel gioco e nella relazione che si va a costituire.


In conclusione: l'”utilità” di un’attività non può essere qualificata solo in termini di produttività ed il gioco è, in ogni fase del ciclo di vita dell’essere umano, esercizio alla scoperta di significato, un divertimento dell’impegno ed un impegno nel divertimento.

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