La violoncellista – Daniel Silva

Scopri il nuovo libro di Daniel Silva “La violoncellista”, in questa nuova recensione!

Un ritorno ben gradito

“Fra le tante domande senza risposta riguardo agli eventi di quella sera c’era l’identità dell’uomo che aveva telefonato al numero delle emergenze della polizia metropolitana. Una registrazione automatica della telefonata aveva rivelato che l’uomo parlava inglese con forte accento francese. Gli aspetti linguistici in seguito avrebbero stabilito che probabilmente veniva dal Sud della Francia, anche se uno suggerì la Corsica. Quando gli era stato chiesto di dichiarare il suo nome, aveva troncato la chiamata. Non era stato possibile individuare il numero del suo cellulare, che non aveva lasciato metadati dietro di sè.”

Torna il prolificissimo Daniel Silva con il ventunesimo episodio relativo alla spy story che vede protagonista Gabriel Allon. In realtà non sarebbe nemmeno necessario disquisirne, 21 romanzi usciti nel mondo (e quasi tutti pubblicati anche in Italia) la dicono parecchio lunga sul fascino del personaggio (una sorta di James Bond israeliano con in più il vezzo di essere un abilissimo restauratore d’opere d’arte), sull’efficacia di uno stile narrativo assolutamente collaudato e che negli anni non ha perso una stilla del suo potere d’attrazione.


La violoncellista vede Allon alle prese con l’uccisione di Viktor Orloff, un tempo uomo più ricco dell’Unione Sovietica, poi dissidente, ed infine nemico giurato dell’attuale regime oligarchico russo. Allon non può dimenticare come Orloff anni prima gli abbia salvato la vita e di conseguenza si getta alla ricerca di una verità che, come sempre avviene in ogni spy story che si rispetti, appare subito ben diversa da quella messa in circolo dalle fonti ufficiali.

Per districare il bandolo della matassa l’agente segreto israeliano dagli occhi verdi si servirà della sua fidatissima squadra con l’elemento aggiuntivo di una misteriosa quanto affascinante violoncellista che lavora in una delle banche più corrotte del mondo.

La violoncellista, un libro che ti cattura


La violoncellista, come tutti i romanzi di Silva, almeno quelli conosciuti da me, ma mi resta difficile immaginare non sia così anche per gli altri, si legge, più che altro si divora, in un paio di giorni a volersela prendere comoda.

La prerogativa di questo autore, che io, ma non solo io, reputo il miglior scrittore di spy story attualmente in circolazione, è quella di saper splendidamente coniugare l’esigenza d’evasione tipica del genere con un’aderenza ai fatti reali ai limiti del maniacale. Ad esempio in questo romanzo un ruolo importante lo gioca il Covid, moltissime situazioni vengono gestite tenendo ben presente la pandemia in corso, e non è propriamente da tutti un’esigenza di questo tipo se pensiamo ai romanzi o, perché no, alle serie televisive degli ultimi due anni (chiaramente dove c’è un’ambientazione attuale) in cui i protagonisti sembrano vivere sugli alberi come il Barone rampante e del Covid semplicemente non tengono conto.

Ma anche alcuni avvenimenti politici importanti fanno ampiamente capolino nel libro, basti pensare all’assedio del Campidoglio dopo l’elezione di Biden, in seguito al quale lo stesso Daniel Silva ha confessato di aver addirittura riscritto il finale del romanzo.

D’altronde la politica ha un ruolo non di poco conto nelle storie dello scrittore statunitense, Silva, di famiglia cattolica ma convertito all’ebraismo, non ha mai fatto mistero nei suoi romanzi delle proprie idee politiche e soprattutto non le manda a dire, Trump e Putin non figurano esattamente tra i suoi punti di riferimento.

Naturalmente anche l’arte occupa un ruolo rilevante nelle sue storie, chi ama la musica classica potrà crogiolarsi con alcune citazioni sopraffine. Ma ce n’è davvero per tutti i gusti, non mancano spruzzate d’ironia, amori in corso e vecchi amori che ricompaiono, non a caso una delle caratteristiche peculiari di Daniel Silva è quella di recuperare personaggi di episodi precedenti (qui addirittura ritroviamo un’antica fiamma di Allon apparsa nel secondo), a volte alcuni cambiano perfino sponda, ma si sa come nelle spy story l’elemento sorpresa ricopra un ruolo fondamentale.

E per chi teme la complessità di “entrare” in una serie al ventunesimo episodio niente paura, ogni romanzo di Silva riesce nell’impresa di essere autoconclusivo, ed in ogni caso è premura dell’autore riservarsi sempre una piccola presentazione di ognuno dei protagonisti principali.
Consigliato, senza se e senza ma, agli amanti del genere potrebbe rivelarsi una piacevole scoperta pure per i meno avvezzi alle spy story. 

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La violoncellista

E tu lo leggerai? Spero di sì, perché vale davvero la pena leggerlo! Se ti ho incuriosito puoi trovare il libro tranquillamente seguendo questo link e acquistarlo!

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