La stagione del tuono – Bianca Rita Cataldi

La stagione del tuono, recensione del libro di Bianca Rita Cataldi

“La calma apparente di quella risposta riportò Michele al tempo della malattia di Nella, ai silenzi elettrici degli adulti e a quel muro che né lui né Tonio erano mai stati capaci di abbattere. Era grande abbastanza da affrontare le situazioni di petto, ormai. Non voleva più essere avvolto nella bambagia, lasciare che i grandi lo proteggessero dagli spigoli del mondo. Meglio spaccarsela, la testa, ma sapere con certezza da dove è arrivato il colpo”.

La stagione del tuono
La stagione del tuono | Fonte: Harper Collins Italia

La lettura de La stagione del tuono è stata piacevolissima, mi sono subito immedesimata sin dalle prime parole ritrovando aneddoti, abitudini e tradizioni familiari che hanno fatto parte della vita di chi in quegli anni viveva la propria giovinezza. Siamo nell’Italia degli anni 60 e seguiamo le vicende dei Gentile e dei Fiorenza che abbiamo già conosciuto in Acqua di sole.

Lo stile dell’autrice è stato capace di esprimere le differenze linguistiche tra le due famiglie: i Gentile con il loro linguaggio semplice, legato ad espressioni dialettali che rende in modo efficace il pensiero di chi parla sottolineando la mentalità di persone abituate a vivere con poco e a risolvere i problemi man mano che si presentano.

Lo stile cambia quando l’autrice introduce i Fiorenza, diventa più fluido, non ci sono espressioni dialettali, il linguaggio dei personaggi è tipico delle persone abituate a riflettere, ponderare le decisioni che si dovranno prendere riguardo il lavoro e la vita familiare.

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I personaggi sono tutti ben caratterizzati, li conosceremo da vicino e di ognuno la Cataldi fa un quadro preciso attraverso i pensieri e le azioni. Saranno proprio questi  che daranno origine alle vicende da cui scaturiranno quelle emozioni derivate dalle immagini che si creano nella mente di chi legge, unite a quella luce che caratterizza il sud Italia e la Puglia nel particolare.

Ritroviamo Michele, Vittoria e Teresa ormai adolescenti e li seguiamo nel loro cammino verso l’età adulta, vediamo i primi turbamenti amorosi, il corpo che cambia, non ti senti più un bambino, ma sai che di strada ne dovrai fare per affermare la tua identità. 

Sono i ragazzi il centro del romanzo, Cataldi ci descrive le loro esperienze di vita per introdurci i loro sogni, desideri, aspirazioni che poi sono gli stessi della gioventù degli anni Sessanta.

Quello che lo rende speciale oltre tutti i motivi su descritti, è dovuto alla descrizione di costumi e tradizioni che si sono persi con l’avvento della tecnologia. Leggere del pane con lo zucchero, una merenda semplice ma più buona di qualsiasi manicaretto attuale perchè fatta con il cuore, mi  riporta a un mondo che non esiste più, a una bella Italia che è ancora nei cuori di chi la visse.

Non mi resta da far altro che consigliarvi la lettura di questo romanzo che mi ha rapita completamente e non vedo già l’ora di leggere la continuazione di questa magnifica saga familiare.

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