La profezia dell’armadillo – Recensione

La profezia dell’armadillo è un graphic novel toccante, divertentissimo e, a mio avviso, splendido, che mi sento in grande difficoltà a recensire perché mi ha suscitato davvero troppe emozioni.

La profezia dell’armadillo è la prima opera di Zerocalcare, che racconta di come il protagonista iconico di questi fumetti, conosciuto da molto non solo per i graphic novel, ma anche per le strisce che appaiono su diverse testate, abbia appreso e affrontato la morte di Camille, sua amica d’infanzia affetta dalla terribile piaga dell’anoressia.

La profezia dell’armadillo che dà il titolo alla graphic altro non è che una profezia basata su nessun fatto certo, scientifico, assodato, ma soltanto su presupposti di natura puramente soggettiva e personale. Nelle opere di Zerocalcare l’armadillo è l’emanazione del suo subconscio, della sua ansia, e in una tavola splendida di quest’opera lo si vede dialogare con lo spettro della depressione di Camille: l’armadillo non tace mai, mentre la depressione, l’anoressia, non parla, non è altro che un nero spettro di quello che, invece, è il molto più vitale armadillo.

Per me risulta davvero difficile recensire quest’opera, in primo luogo perché non sento di averne le competenze. Mentre di libri sono un’esperta, non soltanto in quanto lettrice forte, ma anche per gli studi che ho svolto nel corso degli anni, di grafica so davvero poco, e ancora meno di fumetti, di illustrazioni, da questo punto di vista, quindi, quella de La profezia dell’armadillo sarà una recensione molto soggettiva. In secondo luogo Zerocalcare è stato uno dei primi autori del genere a cui mi sono approcciata (anche se non proprio il primo, per quanto all’evento BAO del Salone mi sia stato detto che per moltissimi lo è) e nutro verso le sue opere un legame prettamente emotivo.

L’ironia dell’autore nel trattare argomenti tanto importanti non mi ha mai deluso. Anche in questa prima opera mi sono ritrovata spesso a sorridere e credo che chi non conosce La profezia dell’armadillo o per lo meno Zerocalcare mi abbia preso più volte per pazza perché ridevo come una cretina davanti a un libro, incapace di contenermi.

Nel protagonista della storia io mi ritrovo sempre moltissimo. Le sue ansie, le sue paranoie, il suo costante bisogno di fare qualcosa che si scontra anche, intensamente, con la sua immensa capacità di procrastinare mi sono noti e conosciuti, sicuramente da qualche parte in me è sepolto un armadillo, peccato che non sia brillante come quello di Zerocalcare.

Delle illustrazioni di tecnico so dirvi davvero molto poco, se non che a me piacciono moltissimo, sono semplici ed efficaci, sicuramente non dettagliate e realistiche come quelle che prediligo in genere, ma non per questo meno belle.

Infine, vi consigli la artist edition per la premessa, toccante e al contempo divertentissima, scritta e disegnata dall’autore a dieci anni dall’uscita de La profezia dell’armadillo, che lo ha reso celebre. Divertente soprattutto per le paranoie del protagonista, che, come sempre, rivedo tanto mie. Zero è talmente insicuro che riesce a generare dubbi anche nel sé del futuro. Ho sempre pensato che succederebbe anche a me, se capissi come viaggiare nel tempo.

In essa Zerocalcare personaggio si interroga, chiedendosi se abbia o meno fatto la cosa giusta nel portare Camille sulle sue pagine, o se abbia, in questo modo, distorto l’immagine che aveva di lei, rendendola soltanto il personaggio del suo fumetto, nei suoi ricordi… Non vi è una risposta a questa domanda, soltanto un consiglio, che lo Zero più anziano elargisce al più giovane: “Ricordati di ricordare.”

E voi l’avete letto? Vi è piaciuto? Potete farcelo sapere nei commenti, ma anche sui vari social network, Nerd’s Bay infatti è su Instagram Facebook, ma anche su Twitter e Discord. Potete accedervi dai link o trovarci direttamente cercando il nostro logo.