La figlia del predicatore

Da ‘La figlia del predicatore’: “Queste due donne mi avevano insegnato a temere gli uomini una volta che diventavano padri. Sono andata a letto con un uomo, diceva Ivy alla collina deserta, e mi sono svegliata con un bambino. Ivy che era madre di cinque figli, compreso suo marito, non la vedeva come mia madre. I suoi occhi verdi tremolavano come la superficie dell’acqua mossa dal vento”

Premesse

In Virginia, sulle montagne degli Appalachi, vive Wren Bird, 15 anni, con i suoi genitori. La casa, una catapecchia adattata ad abitazione fu scelta dal padre Briar per portarvi la moglie il giorno del matrimonio. Ruby, la madre di Wren, cuce i vestiti della famiglia e prepara le medicine. Briar è il predicatore della comunità di minatori che vive in un villaggio a distanza di un’ora, è stato colpito a un occhio da un fulmine lasciandolo cieco e si accompagna a dei serpenti velenosi che riesce ad ammansire.

Ogni domenica tiene sermoni in una vecchia stazione di benzina ormai abbandonata. Non hanno un auto, non ricevono posta e non hanno documenti. Non hanno contatti e amicizie, ricevono solo la visita di Ivy che è la migliore amica di Ruby. Tra Ivy e Briar i rapporti non sono cordiali, i due si tollerano a malapena per amore di Ruby. Durante l’estate Ivy esce illesa da un incendio e tutti, lei compresa, sono certi che il miracolo sia stato opera di Briar.

Invece dopo pochi giorni dall’incidente Ivy inizia a stare male e in breve tempo muore. Ruby inizia a porsi delle domande e si rende conto che il fascino del predicatore inizia a scemare arrivando a credere che la morte dell’amica sia opera del marito. Questa disillusione porterà a uno sgretolamento della vita di Wren che all’improvviso capirà che per poter iniziare una vita diversa dovrà scoprire i segreti che si nascondono dietro la figura del padre e quelli che legavano Ruby ed Ivy.

Mie opinioni su “La figlia del predicatore”

La figlia del predicatore è un romanzo d’esordio dallo stile scorrevole e dal linguaggio chiaro e pertinente alla storia narrata, mi ha colpita per la capacità dell’autrice di aver saputo creare una storia interessante in un ambiente piccolo e privo di elementi descrittivi e personaggi carismatici.

Ho trovato alcuni elementi in comune con L’educazione di Tara Westover in cui si raccontano le vicende autobiografiche di una donna e dei problemi legati a un padre predicatore capace di soggiogare l’intera famiglia impedendo a tutti di liberarsi dal giogo, pena il rifiuto e la cancellazione dalla vita familiare.

Anche in questo romanzo abbiamo una famiglia anomala, ma al contrario de L’educazione qui la madre di Wren a un certo momento della sua vita inizia a capire di aver sposato un uomo completamente diverso da quel che pensava, un uomo immerso nella sua “aura di santità” che davvero crede di possedere la capacità di fare miracoli. Un affabulatore a cui interessa solo la sua posizione di raccoglitore di masse, un essere privo di empatia e compassione.

L’asse portante del romanzo è l’amicizia, quella tra Ruby ed Ivy è talmente forte da essere più di un patto di sorellanza tra due donne forti, capaci di sostenersi a vicenda nei momenti difficili e di sacrificare vita e futuro pur di vivere vicine. I segreti che condividono sono un cemento che le unisce ancora di più. Alla fine quando tutti i nodi verranno al pettine, ci accorgeremo che in questa storia non ci sono eroi, ma persone normali e che l’unica speranza per Wren di poter vivere liberamente è aprirsi alla tenerezza di un ragazzo e al rude affetto di quello che è l’unico personaggio positivo del romanzo: Flynn.

La figlia del predicatore – copertina

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