Kelios: The prophecy, uno sguardo al GDR

Vi do il benvenuto su Kelios, questo mondo avvolto dalla magia e molto promettente in fatto di possibilità ed intrecci di trama!

Per iniziare

Ma non sarà questo quello su cui ci focalizzeremo quest’oggi, ma bensì sulla sua parte più “matematica” e calcolatrice di Kelios, ovvero le dinamiche di questo sistema. Ho avuto difatti il piacere di provare questo nuovo sistema di gioco con dei miei amici e ne sono stato piacevolmente colpito, andrò di seguito ad illustrarvi i vari pro e contro. In un breve riassunto introduttivo a ciò che abbiamo potuto fare e vedere

Sotto l’abile guida di un membro dello staff del progetto Kelios: The prophecy ci siamo potuti addentrare dentro un maniero alla caccia di spiriti di un altro mondo, con l’obbiettivo di rispedirli da dove fossero venuti, con le buone o con le cattive (decisamente con le cattive).

Parlando invece del sistema di gioco, è totalmente basato sui classici dadi da gioco (i D6, per chi se ne intende). Essi regolano tutto ciò che c’è di “casuale”, o per meglio dire ludico, all’interno del gioco. Spiegato brevemente: per ogni capacità del personaggio che viene messa alla prova si dovranno tirare tanti D6, quanto indicato nel valore della capacità stessa più eventuali bonus.

Ogni dado che viene lanciato dovrà avere un valore uguale o superiore al 4 per essere considerato un successo. La somma della quantità di successi sarà poi il valore con il quale avremo eseguito la prova, che dovrà poi superare la difficoltà della stessa. Inoltre, per ogni “6” uscito si tirerà un dado extra prima di confrontare i successi con la difficoltà della prova”. Se si otterranno più “6” sui dadi di quanti “1” sono usciti, si avrà un successo garantito (o automatico), nel caso opposto invece si avrà un fallimento garantito.

Un sistema gradevole, quello di Kelios

Questo sistema non lascia nulla per scontato, aggiungendo un pizzico di casualità a tutti i tiri e le prove di una certa difficoltà che ogni giocatore vuole intraprendere. Questa scelta di design va a gusto soggettivo. Personalmente apprezzo che non tutto venga regalato. Anche se per un certo personaggio una particolare azione è molto semplice, c’è comunque la possibilità che non la riesca ad eseguire, ma c’è chi potrebbe essere di parere opposto proprio per lo stesso motivo.

I combattimenti sono ben ragionati e con un innovativo sistema di turni che dà peso alla complessità delle azioni che vengono eseguite nel turno precedente, facendo così slittare nei primi posti del turno seguente personaggi che hanno compiuto azioni più semplici, aggiungendo un’aggiuntiva nota strategica ai combattimenti che diventano dunque più avvincenti e spassosi.

È una meccanica di Kelios che ho molto apprezzato, seppur ci sia il difetto di dover prenderci la mano con un sistema del genere, soprattutto per il narratore che dovrà gestire il susseguirsi dei turni, ma è un’abilità che si svilupperà con il tempo e con le partite.

Detto questo, penso che sia un buon modo per giocare a qualcosa di diverso dai classici Dungeons & Dragons e Pathfinder, dato il sistema innovativo e pronto per stupire e rendere ogni avventura diversa l’una dall’altra. Credo sia un’ottima base per fare one-shot tra giocatori sia esperti che non, per il quale però serve almeno un membro che sappia a fondo le meccaniche del gioco e che possa rendere il gioco fluido. Come è capitato a noi.

La cosa più importante di tutte è che è il lato positivo principale di Kelios: The prophecy, è che abbiamo tutti passato una serata di divertimento giocando a qualcosa che potesse farci staccare dalla quotidianità, ed è questo quello che realmente conta in un gioco di ruolo.

Kelios

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