Jonathan Strange e il signor Norrell – Recensione

Jonathan Strange e il signor Norrell viene finalmente ripubblicato dalla splendida Fazi editore, nella colla Lainya, assolutamente la mia collana preferita nel panorama editoriale italiano, al momento, che è stata così gentile da omaggiarmi di una copia digitale per leggere il libro in anteprima.

Questo libro è un esperimento unico e originale nel panorama fantastico attuale, Susanna Clarke è un autrice che va sicuramente tenuta d’occhio e se avete già amato questa sua uscita, vi consiglio di tentare la lettura di Piranesi.

Prima di dire qualsiasi cosa sul contenuto del libro vorrei prendermi un secondo, con immagine al seguito, per chiedervi di ammirare la meraviglia dell’edizione, che è provvista di immagini anche all’interno. Sicuramente l’edizione Fazi rende giustizia al contenuto e Jonathan Strange e il signor Norrell non potrebbe avere una presentazione migliore.

Ma veniamo alla trama. In Jonathan Strange e il signor Norrell ci troviamo in un’Inghilterra di fine 1.800 nella quale la magia non solo esistita, ma è stato provato il suo ruolo nel passato. Ai tempi in cui si svolge la vicenda, però, i maghi sono diventati dei semplici teorici della magia, non più interessati a praticare l’arte di compiere imprese straordinarie, quanto a studiare le grandi imprese del passato.

Soltanto un uomo sembra ancora in grado di compiere prodigi: si tratta del grigio, triste e mediocre signor Norrell. Norrell sembra odiare tutti gli altri maghi e voler porre fine alla loro esistenza, unica ambizione della sua vita è rendersi utile nella guerra contro la Francia, e per questo dovrà frequentare l’alta società londinese, ambiente che sicuramente non gli appartiene. Ma tutto cambia quando un altro mago compare all’orizzonte…

Vi ho raccontato anche troppo della trama, me ne rendo conto, ma non credo che questo sia il tipo di romanzo basato soltanto sulla trama. Le vicende, infatti, vengono narrate come se si trattasse di un saggio o di un romanzo storico, fatti realmente accaduti che sembrano presentati in maniera impersonale e asettica, fatta eccezione, ovviamente, per l’umorismo sottile, tipicamente inglese, che pervade tutte le 900 pagine di Jonathan Strange & il signor Norrell e in particolare il suo narratore.

I personaggi del romanzo sono splendidi nella loro imperfezione, Strange e Norrell incarnano quanto di più lontano ci possa essere dall’idea comune di mago, rimanendo, al tempo stesso, perfetti.

Lo stile di scrittura, come dicevo prima, è superbo. Mantenendo un tono che oscilla tra lo storico e l’ironico Susanna Clarke dimostra la sua maestria all’opera già in Jonathan Strange e il signor Norrell, anche se, ovviamente, le sue capacità si sono ad oggi affinate sempre di più, fino ad arrivare alla prosa incantevole di Piranesi.

Gli incastri perfetti, i personaggi che compaiono e che si rivelano sempre utili ai fini della trama, la capacità di Susanna Clarke di tenere alta la tensione anche in un testo che sembra effettivamente essere scritto a fine Ottocento mi hanno stupita in positivo. Per non parlare del fatto, per altro, che il protagonista è un piccolo ometto insopportabile, non un mago romantico come molti dei lettori. Per le prime 300 pagine ci si trova ad avere a che fare con un piccolo ometto triste e insulso che potrebbe tranquillamente essere un banchiere e che invece è il mago, indubbiamente il nostro eroe nella storia.

Che dire, quindi, a Susanna Clarke se non brava. E brava lo è stata davvero, dandoci un fantasy originale, con uno stile e una struttura ancor più originali. Ho intenzione di non perdermi nulla di quest’autrice.

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