JOHN WICK: l’entusiasmante action trilogy

JOHN WICK
John Wick

John Wick: la trilogia d’azione più avvincente e particolare del ventunesimo secolo con Keanu Reeves.

In occasione della messa in onda del primo e del secondo John Wick su Italia Uno questa sera e mercoledì 12 (finalmente vediamo qualcosa di qualità su un canale Mediaset), è giusto fare un riepilogo della trilogia.

John Wick è un trilogia di film, per ora, uscita nel 2014, scritta e diretta rispettivamente da Derek Kolstad e Chad Stahelski, con attore protagonista Keanu Reeves, che calza perfettamente nel personaggio di John Wick grazie alla sua serietà, al suo fascino, al suo carisma e alla sua signorilità.

Questa serie è molto particolare, soprattutto per come sono legati tra di loro i capitoli e per la loro evoluzione in termini sia stilistici che narrativi. Kolstad e Stahelski, vanno, letteralmente, a sperimentare su tre film che appaiono diversi ma comunque collegati allo stesso modo e che si amalgamano bene tra di loro.

Il primo John Wick è costruito secondo una struttura ascendente della storia e di un personaggio che non smetterà fu crescere fino al secondo capitolo. Il primo capitolo della serie inizia descrivendo la vita del protagonista come comune, facendoci vedere dolori, sicuramente, ma eventi che accadono normalmente di continuo.

Subito dopo la morte della moglie, infatti, John prova a trovare la pace e l’amore che gli regalava la sua amata in un cucciolo. Da qui in poi il ritmo, pian piano, inizia a scaldarsi e, a seguito di un incontro con Yosef Tarasov, figlio del boss della mafia russa Viggo Tarasov, e alla negata vendita dell’auto di John, una Ford Mustang Mach 1, il ragazzo e alcuni scagnozzi massacrano quello che rimaneva di gioioso nella vita cupa di John.

Tarasov

Da qui nasce John Wick, che si scopre essere un ex sicario, uno dei più spietati e rispettosi nel suo genere. Il fulcro di questo primo film è quindi la vendetta brutale nei confronti dell’arrogante e viziato Yosef, che il padre prova a proteggere con tutto se stesso, nonostante sappia che “ha pestato i piedi alla puttana sbagliata”. John Wick è soprannominato da Tarasov, addirittura, Baba Yaga (uomo nero) e dice su di lui:

«John non era esattamente “l’uomo nero”. Era quello che mandavi a uccidere il fottuto “uomo nero”.
John è concentrazione pura, impegno totale, e volontà ferrea.
Una volta l’ho visto uccidere tre uomini… con una matita. Una cazzo di matita.»

Dopo di che, iniziamo a scoprire un complesso meccanismo all’interno dell’intreccio, ossia, quello che spiega le regole rigidissime del mondo di killer costruito da Kolstad. Nel film, John Wick e altri assassini sono parte di un cerchio di rispettabilità che si ispira a quello dei Samurai e del loro codice d’onore.

L’universo di John Wick è regolato dal consiglio della Gran Tavola, che regola quella che è la criminalità di tutto il mondo. Sarebbe una sorta di mafia con dei codici ben precisi in cui ogni missione è strutturata come se fosse un videogioco. In effetti, possiamo benissimo notare la presenza di dettagli tipici come le monete da usare in determinati alberghi che servono alla protezione di questa criminalità segreta e gli oggetti che ci si scambia nel momento in cui si deve riscuotere un debito, come vedremo nel secondo capitolo.

Molto importante è il discorso sugli hotel. Anche questi hanno delle regole molto ferree. In questi alberghi non ci si può uccidere. I killer devono dimenticare la missione all’interno di questo safe place e devono convivere come se nulla fosse, vediamo anche nascere ed evolversi delle amicizie, sempre molto fredde però, come quella con Marcus (William Dafoe), mentre il secondo dopo li puoi benissimo trovare per strada a spararsi contro.

Marcus

Il Continental è l’hotel più importante in quanto gestisce ogni missione di ogni sicario e li facilita. È completamente indipendente dalla Gran Tavola, ha sede a New York ed è gestito da Winston, personaggio interpretato dal brillante Ian McShane che ci regala una recitazione d’impatto. Le pena per chi infrange le regole del Continental è la morte.

Winston

Dunque, gli assassini della Gran Tavola sono come dei Samurai. Di fatti, a proposito, la serie prende molta ispirazione dai cult d’azione del mondo della cinematografia orientale, soprattutto per quanto riguarda la parte registica dei film che è sempre sperimentale per rendere al meglio le scene d’azione, come la regia di John Woo. I killer dal codice dei Samurai si rispettano tra di loro, sono uomini d’onore, ma sono addestrati in modo da dimenticare ogni tipo di emozione nel momento in cui stanno compiendo un lavoro e in modo da essere il più efficaci possibile.

The Killer – John Woo

Il secondo capitolo della trilogia di John Wick è ambientato una settimana dopo la vicenda coi Tarasov. Dopo essersi nuovamente lasciato il passato da sicario alle spalle, John è pronto a ricominciare una nuova vita, con un nuovo cane tra l’altro, che lo accompagnerà per tutta la serie. Purtroppo per lui, Santino D’Antonio (Riccardo Scamarcio, che a dire il vero è una pecca in questa opera, al fianco di Keanu Reeves), membro della famiglia camorrista più importante d’Italia, si presenta alla sua porta riscuotendo il debito d’onore che aveva John.

Santino D’Antonio

Qui, oltre a vedere un’Italia trasformata in un codice linguistico tra un capo d’alta moda italiano e un piatto tipico della bella penisola, troviamo una sensualità mista a riferimenti ai classici spaghetti-western e a Sergio Leone a dir poco inusuale ma che rende insieme perfettamente lo stile di John Wick.

Questo film della trilogia è importante in quanto rompe le regole della narrazione precedente. Come infatti, vediamo un John Wick crescere sempre di più in potenza. Il protagonista arriva addirittura a compiere un gesto che lo mette in pericolo rispetto al mondo criminale che abbiamo davanti. Va sempre crescendo il modo in cui vediamo questo personaggio.

Lo abbiamo trovato nel primo film come un uomo in lutto, un uomo amorevole, solo, rispettoso, fino ad arrivare gradualmente ad un uomo spietato, posseduto dalla rabbia, violento, capace di compiere i gesti più impensabili riservando, in ogni caso, la sua eleganza e la sua delicatezza.

Arriviamo dunque a John Wick – Parabellum, l’ultimo film, finora, in cui il nostro ormai amatissimo protagonista si ritrova ad essere un totale nomade. Si tratta di un peregrinagio verso la sopravvivenza dalla taglia sulla sua testa che richiama anche un po’ il videogioco di Assassin’s Creed.

Le scenografie di questo film sono degne di quelle del secondo. Le città che visita in cerca della salvezza sono mostrate in tutta la loro antichità, aggiungendo tutti i tocchi moderni del tempo che stiamo vivendo, dalla tecnologia alle luci cupe e cibernetiche.

Troviamo mischiati vari stili cinematografici appartenenti alla cultura orientale (qui troviamo dei chiari riferimenti a Bruce Lee e alla sua filosofia, oltre che a combattimenti tipici Ninja) e occidentale, formando, così, un intreccio che distrugge il classico action movie e ne crea uno nuovo in cui l’atmosfera e i movimenti di camera creano una dimensione impetuosa e adrenalinica.

Tema sociale molto sottolineato all’interno della trilogia è il femminismo e il potere che si fa donna. Dalla Ms. Perkins del primo capitolo, interpretata magnificamente da Adrienne Palicki, che è un personaggio molto determinato a compiere i suoi incarichi a costo di mettere se stessa in pericolo, a Gianna D’Antonio, sorella di Santino, interpretata dall’italiana Claudia Gerini, che riesce a mostrare tutta la sensualità e il lusso in cui vive il suo personaggio sfarzoso, oppure Ares (Ruby Rose), donna forte e furba.

Gianna D’Antonio

E poi ancora Sofia, donna machiavellica e feroce, che aiuta il nostro John perché deve saldare un debito, rappresentata dalla suprema Halle Barry. E infine La Giudicatrice, Asia Kate Dillon, arrogante, precisa, elegante, tutta d’un pezzo e Anjelica Huston: Direttore.

Sofia
La Giudicatrice

Concludendo, questa trilogia è probabilmente la migliore tra gli action movie. Sperimenta diversi stili cinematografici che variano dal cinema classico al cinema moderno fino a raggiungere addirittura il cinema, la cultura e la storia nipponica in un cinema d’azione sempre più prevedibile e lineare.

Questo è quello che fa di John Wick un film unico nel suo genere, oltre ovviamente alla narrazione di un intreccio che si lega appieno, spiegando ogni minimo dettaglio della storia, senza lasciare nulla al caso e che lega anche noi a livello affettivo al protagonista, tra una filosofia e un combattimento coreografico e adrenalinico, lasciando lo spettatore senza fiato.

Dunque, vi consiglio di vederlo stasera su Italia Uno se ancora non avete avuto occasione di godervi questo capolavoro d’azione in attesa del quarto capitolo.

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