Interviste – Marcello Toninelli

Interviste – Marcello Toninelli si racconta a Nerd’s Bay


L’intervista di oggi vede come protagonista uno dei più grandi fumettisti Italiani di sempre. Uno degli autori più conosciuti su suolo italiano e che ha contribuito, tra i tanti, anche a capolavori come Zagor. Lo ricordiamo tutti principalmente per le sue splendide strisce umoristiche e per le sue rivisitazioni del narrato da Dante Alighieri di cui grazie a Shockdom ho avuto l’onore di far due recensioni, che trovate qui e qui.

Marcello Toninelli
Marcello Toninelli

Colui di cui parliamo oggi è Marcello Toninelli, fumettista Senese che gentilmente e cordialmente ha accettato di partecipare e rispondere alle domande delle nostre interviste.

Interviste – Marcello Toninelli risponde alle nostre domande


Quando è arrivato a capire che voleva diventare un fumettista? Come è nata questa passione?

Non l’ho mai capito, l’ho semplicemente fatto. Leggo fumetti da quando avevo quattro-cinque anni. A dieci io e mio fratello Marco abbiamo cominciato a scrivere e disegnare i nostri fumetti su fogli strappati dai quaderni di scuola, piegati in due e tenuti insieme con spille rubate ai fotoromanzi della mamma.

Se ne può vedere qualche esemplare su una pagina del mio blog (https://ioedante.blogspot.com/p/edizioni-eagle.html). Poi, partecipando a una specie di concorso della rivista Off-Side, la mia idea di fare la Divina Commedia a strisce umoristiche piacque all’editore e lì iniziò la mia carriera professionale, quasi per caso.

La pubblicazione chiuse dopo due numeri, e io intanto ero entrato a lavorare in banca. Ma ormai l’idea che potevo fare il fumettista si era radicata e dopo tre anni da impiegato e il servizio militare mi licenziai e mi dedicai esclusivamente alle Nuvole Disegnate.

Quale tra i suoi lavori da singolo le è rimasto più nel cuore? Quale tra quelli con testate editoriali, invece?

Ovviamente Dante… mi accompagna ormai da più di cinquant’anni. Anche se devo confessare di avere un affetto particolare per Superstrunz, che mi ha fatto guadagnare la stima di mio figlio.

Jacopo, accompagnandomi alle varie fiere del settore, era convinto che io fossi un autore poco apprezzato. Finché un lettore, allo stand di Fumo di China in occasione di una Fiera del Fumetto di Falconara Marittima, avuto conferma che ero l’autore del supereroe cacatore, mi si inginocchiò davanti come se avesse visto la madonna. Quel giorno credo di aver acquistato un bel po’ di punti nella considerazione filiale.

Marcello Toninelli

Per le testate, ovviamente, non c’è gara: ho amato Zagor da lettore e ho avuto la fortuna (e la capacità, certo, altrimenti mi avrebbero cortesemente congedato come hanno fatto con altri sceneggiatori) di poterlo scrivere per più di dieci anni.

Lei è riconosciuto, anche con pieno merito, come uno dei più grandi fumettisti italiani della storia recente e non solo. Indubbiamente anche di tutta la storia del fumettismo Italiano. Cosa consiglia a chi vuole entrare nell’ambito?

Di lasciar perdere! Scherzi a parte, se non succede qualche miracolo il fumetto italiano sta muorendo in edicola (quella che garantisce uno “stipendio” fisso a sceneggiatori e disegnatori) e, confinato in libreria, sarà presto un lavoro equiparato a quello di un romanziere, e dunque con una manciata di autori di successo che potranno vivere di quello e la stragrande maggioranza degli altri che potranno farlo solo come secondo lavoro o hobby.

Avendo lei vissuto per intero la nascita e l’evoluzione del fumettismo moderno, come pensa si sia evoluto nel corso degli anni questo movimento? Pensa vi sia qualcosa da invidiare e qualcosa che ci invidino all’estero?

Se siamo stati invidiati all’estero è solo nella stagione dei “grandi autori” come Pratt, Toppi e Giardino. Per il resto siamo sempre stati un mercato minore, sia pure capaci di invenzioni come il fumetto nero che hanno trovato ampio spazio anche in altri paesi.

Oggi abbiamo una situazione editoriale abbastanza provinciale incapace di rinnovarsi e sbarcare su altri mezzi di comunicazione come il cinema, la televisione o i videogiochi, indispensabili a un’azienda moderna. Una situazione di duopolio (Bonelli e Topolino) che ha caratterizzato per troppi anni la produzione fumettistica italiana ci fa arrivare oggi del tutto impreparati ad affrontare un mondo profondamente mutato dalle nuove tecnologie.

Qual è il personaggio che ritiene le abbia dato più rogne nella sua realizzazione? Quale quello che più ha preferito disegnare? Perché?

Non ricordo “rogne” particolari in nessuno dei lavori fatti nel più di mezzo secolo di professione che ho alle spalle. Quanto accettavo una collaborazione sapevo di essere in grado di svolgere il mio compito, con maggiore o minore coinvolgimento e divertimento, ma sempre con professionalità. Persino fare l’editore, cosa davvero non facile senza soldi di partenza in tasca, mi ha richiesto talvolta di arrampicarmi sugli specchi ma, essendo consapevole dei limiti entro i quali potevo muovermi, non mi ha mai dato problemi eccessivi.

Per il disegno, forse quella che mi ha dato più piacere è la serie dell’Agenzia Scacciamostri realizzata per il Giornalino delle Edizioni San Paolo. Avevo la massima libertà creativa, facevo sceneggiatura, disegno (con inchiostrazione a pennello, che mi rilassa come nessun’altra cosa al mondo), lettering e indicazioni di colore.

Recentemente, mi ha dato un gran piacere anche disegnare un “graphic novel” su testo di Francesco Matteuzzi: un volume da fare in fretta e senza grandi pretese da parte dell’editore che mi ha riportato all’epoca dei miei primi lavori e restituito una grande spensieratezza.

Con la digitalizzazione anche il fumetto si è evoluto: vi sono sempre più fumettisti emergenti e il settore sta avendo un palese boom, anche grazie ai social e all’incremento di prodotti anche made in Japan. Pensa che questa sia un’evoluzione o un’involuzione?

Sul boom vorrei avere qualche dato numerico ed economico in più, per poter affermare che è effettivamente in atto, comunque penso che sia solo un’inevitabile esplorazione delle nuove possibilità offerte dalla tecnologia.

Il fumetto è, per fortuna, un linguaggio molto duttile e se riuscirà ad affermarsi nei canali digitali non posso che esserne contento. L’importante resta e resterà sempre la bontà del contenuto. Per me, verificare che le battute di Dante che mi sono inventato da diciannovenne “arrivano” ancora ai ragazzini del nuovo millennio, su carta come in rete, è una grande soddisfazione.

Nella sua rivisitazione della Divina Commedia ha inserito svariate rivisitazioni satiriche anche appartenenti alla realtà moderna. Come pensa sia vista la satira a livello fumettistico, considerando i tempi duri per la comicità in cui il politically correct va ad insabbiare anche le cose più innocenti?

Il politically correct è una forma di censura sempre più invasiva e asfissiante che andrebbe … censurata. Battute a parte, io faccio più umorismo che satira, ma spero che l’avanzante follia soprattutto della “cancel culture” venga presto fermata e si torni al normale buonsenso. Che, purtroppo, è merce sempre più rara a tutti i livelli e in tutti i settori.

Parliamo invece del Marcello lettore. Lei legge? Se sì, cosa predilige? Quali sono le sue letture preferite e quelle degli ultimi anni che più la ispirano?

Dopo l’abbuffata di fumetti che, anche per necessità professionale, mi sono fatto nel decennio in cui ho diretto-editato la rivista Fumo di China, da più di vent’anni ho abbandonato supereroi, bonelliani, pubblicazioni Disney e quant’altro.

Marcello Toninelli

Finché è uscito, l’unico albo che ho comprato puntualmente è stato il Rat-Man dell’amico Ortolani. Per il resto, a fumetti, leggo classici (le bellissime collane dedicate a Jacovitti e al Popeye di Segar, per esempio) e qualche graphic novel. Ma soprattutto ho incrementato la lettura di romanzi, principalmente di genere.

Affronto i generi “a ondate”: un tempo leggevo quasi solo fantascienza e gialli, poi per un periodo sono stato attratto dai thriller (per qualche anno quasi solamente scandinavi), poi dai gialli italiani con preferenza di quelli scritti da donne, e ora faccio scorpacciate di romanzi “rosa” ambientati nel periodo della Reggenza: dai classici della Austen ai divertentissimi libri di Georgette Heyer e molte altre.

Quali sono i suoi piani futuri?

Prima di tutto di restare in salute: a settant’anni suonati è indispensabile prendersi cura di un corpo un po’ strapazzato nei decenni precedenti. Anche per potermi garantire di continuare a divertirmi il più a lungo possibile scrivendo e disegnando, e alla mia età gli orizzonti lavorativi non sono più così lontani da far troppi programmi. Che, col mio abituale ottimismo incosciente, continuo però a fare.

Marcello Toninelli

I due progetti più tosti che ho in programma sono la Bibbia (e, se ce la faccio, pure i Vangeli) a fumetti, e un’autobiografia dei miei primi dodici anni di vita, legati a un alto palazzo chiamato “il Grattacielo”, a Siena. Nel frattempo sto lavorando per riaprire le mie Edizioni Foxtrot riproponendo alcuni miei vecchi lavori e qualche piccola novità, pubblicando on demand su Amazon.

Come è nata la collaborazione con Shockdom? Qual è il suo rapporto con loro?

Nel 2015, in occasione dei 750 anni dalla nascita di Dante, ho messo insieme il progetto di ripubblicare la mia Divina Commedia a fumetti in versione a colori. Ho inviato la proposta a un po’ tutti gli editori librari italiani, e la Shockdom è stata l’unica a rispondere.

Io conoscevo pochissimo la casa editrice, ma mi sono subito trovato bene, al punto che oggi considero Lucio Staiano il miglior editore, e il più corretto e innovativo, per cui io abbia mai lavorato. Con reciproca soddisfazione, visto che tutti i libri pubblicati con lui stanno continuando a vendere ininterrottamente: Dante è alla ottava ristampa e ora, per i 700 anni dalla morte di Dante, abbiamo realizzato anche un’Edizione Somma di quasi 500 pagine in volume cartonato di grande formato unendo alla mia versione a fumetti anche il poema originale, accompagnato da un centinaio di mie illustrazioni-vignette inedite.

Insieme a quello, è uscito anche un “Dante 2.0 – Ritorno all’Inferno” nel quale, in versi e a fumetti, ho rispedito Dante e Virgilio nell’Oltretomba nell’anno 2000. Soprattutto scrivere la parte in endecasillabi (in modo un po’ goliardico, perché non ho studi classici a sostenermi quanto a metrica) è stato un gran divertimento che spero si trasmetta anche ai lettori e alle lettrici.


Ringraziamenti


L’intervista al maestro Marcello Toninelli termina qui ma non posso chiudere l’articolo senza prima ringraziarlo sentitamente, ho apprezzato le risposte e sono lieto d’aver potuto avere l’onore di creare le domande e parlare con uno dei più grandi fumettisti di sempre sperando, prima o poi, di poterlo incontrare dal vivo per stringergli la mano.

Ringrazio anche Shockdom per avermi consentito di recensire il tutto e vi invito a seguirli perché ne vale la pena!

Marcello Toninelli

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