Interviste – Giulia Giacomino e Enrico Martini

Nella puntata di “Interviste” di oggi, abbiamo l’onore di aver potuto ricevere Giulia e Enrico, due tra coloro che hanno partecipato alla creazione di Johann Wier – il trionfo della morte!

Interviste – Giulia Giacomino e Enrico Martini di Johann Wier

Abbiamo avuto l’onore, grazie a Shockdom, di poter recensire il fumetto già citato. Potrai trovare la recensione qui, sperando che tu acquisti direttamente il tutto!

Interviste – Le risposte di Giulia

1 – È stato difficile unire le vostre idee? Da quanto vi conoscete?

Ci siamo conosciuti poco prima di cominciare a lavorare insieme. Avendo partecipato entrambi in passato al Lucca Project Contest, abbiamo avuto modo di conoscere e di apprezzare l’una i lavori dell’altro. Forse anche per questo lavorare insieme è stato più facile del previsto: ci siamo trovati subito sulla stessa linea.  Enrico si è sempre prodigato a spiegarmi con pazienza come immaginava certe scene e atmosfere, e io ho sempre fatto del mio meglio per rendere al meglio ciò che avesse in mente. È stato un ottimo lavoro di squadra, e sono molto felice del risultato che abbiamo ottenuto.

2 – Programmi futuri? State lavorando ad altri progetti?

In questo momento posso dire che il lavoro non mi manca. Sto attualmente lavorando ad un altro grande progetto per Shockdom che dovrebbe uscire nel 2023, in cui questa volta sarò autrice completa (mi occuperò quindi sia della sceneggiatura, che del disegno, che del colore); si tratta di una storia che voglio raccontare da diverso tempo e a cui tengo particolarmente, perciò sono molto felice di aver avuto questa opportunità. Inoltre, sto valutando altre proposte a cui potrei dedicarmi a breve e sto lavorando in collaborazione a uno sceneggiatore e a un colorista per un altro interessante proposal top secret destinato al mercato francese, quindi auguratemi buona fortuna!

3 – Al di fuori del lavoro, cosa vi piace fare? Quali sono i vostri hobby?

Ultimamente, visti la mole e i tempi di lavoro, ho avuto ben poco tempo di dedicarmi agli svaghi. Detto ciò, da buona fumettista nerd, ho una passione per le serie tv, i videogiochi, i libri e i film cult. Ma ogni tanto trovo il tempo anche per un po’ di vita sociale e qualche aperitivo!

4 – Qual è il tipo di musica che preferite ascoltare durante una sessione di disegno/scrittura? Se non ascoltate musica in quei frangenti, perché?

Il genere che preferisco è in assoluto il rock, in particolare quello degli anni 70 e 80, ma alterno volentieri con qualcosa di punk, di metal melodico e – lo ammetto – ho ancora un debole per i gruppi “emo” della mia adolescenza, in particolare i My Chemical Romance. Ma in fase di scrittura riesco a lavorare solo con playlist soft-rock , cover acustiche dei brani cult e il buon vecchio cantautorato italiano. 

5 – Vi ispirate a qualcuno? Qualche capostipite della letteratura o fumettistica, ad esempio.

Ho imparato a disegnare studiando i grandi maestri del fumetto, avendo come punti di riferimento in particolare Barbucci e Canepa, di cui sono sempre stata innamorata dei tempi in cui a 6/7 anni cercavo di disegnare a modo mio le W.i.t.c.h e i personaggi di Monster Allergy. Inoltre, ho sempre avuto un debole per i disegni di Sara Pichelli, Angela Vianello e Mirka Andolfo (sulle cui tavole ho praticamente imparato a colorare), ma anche per Claire Wengling, Frezzato, Guarnido, Sandoval e Frezzato. Ma devo ringraziare anche i miei maestri della Scuola Internazionale di Comics di Torino, da cui ho imparato e assimilato tantissimo.

Credo che guardando i miei lavori le mie influenze risultino abbastanza evidenti, ma è importante impegnarsi continuamente per rendere il proprio stile sempre più personale e riconoscibile. Credo sia questione di tempo e di esperienza guadagnata sul campo.

6 – Una qualità che vorresti rubare all’altrə?

Enrico è un narratore eccezionale.  Vorrei avere volentieri la sua esperienza, velocità e spontanea capacità di scrittura!

7 – Come avete conosciuto la Casa Editrice e come vi siete trovati interagendo con loro?


Ho iniziato la mia collaborazione con Shockdom dopo aver sottoposto il mio portfolio a diverse case editrici durante un Lucca Comics. La Shockdom si è dimostrata da subito interessata ai miei lavori, e ci siamo scambiati i rispettivi contatti. Poco tempo dopo, sono stata contattata per cominciare a lavorare a Wier 2- Il Trionfo della Morte. Con Shockdom ho lavorato e sto tuttora lavorando bene. È stato bello trovare subito qualcuno che mi facesse capire di credere in me e nelle mie potenzialità e che si interessasse sia alle mie capacità di disegnatrice che nei miei progetti come autrice. Ed è fantastico sapere che i miei fumetti d’esordio saranno pubblicati anche fuori dall’Italia!

Interviste – Le risposte di Enrico

1 – Come è nato Johann Wier? A cosa vi siete ispiratə per crearlo?

Johann Wier nasce da un’idea congiunta mia e di Lucio Staiano, fondatore di Shockdom. Lucio era affascinato dalla figura di questo dottore olandese, realmente vissuto nel rinascimento, allievo di uno dei più famosi maghi del periodo (Agrippa), figura che seppe destreggiarsi tra le sue diverse anime: medico, giurista, iniziato alla magia, avventuriero.


Wier, come il suo maestro, difese strenuamente le donne accusate di stregoneria, adducendo prove concrete contro accuse quantomai vacue e nate da superstizione e interessi personali. Le sue ricerche nel campo lo portano a essere indicato come uno dei precursori della psichiatria, opponendo la scienza e la medicina alle credenze e alla leggende sui patti col diavolo.


Questo è il punto dove io e Lucio abbiamo trovato contatto: Wier (o Weyer o Viero, a seconda del paese dove lui e le sue idee sono passate), per quanto abbia dedicato la sua vita alla medicina e alla difesa delle “povere vecchine” additate come streghe, è principalmente famoso per il suo trattato De Praestigiis Daemonum e, in particolare, per l’appendice di questo, ovvero uno dei più famosi libri di demonologia: la Pseudomonarchia daemonum.


Dopo aver parlato di demoni in altre mia storie, non mi pareva vero di poter narrare le avventure di una delle mie fonti principali.

2 – Cosa volevate trasmettere al lettore? Cosa trasmette a voi rileggere la vostra opera?

“Johann Wier” parla di donne, di come sono state discriminate e di come siano stati condannate le loro ribellioni e i loro atteggiamenti indipendenti nei secoli. Studiando la storia del dottor Viero, ho avuto modo di leggere atti di processi per inquisizione e libri che trattavano di stregoneria e di eresia, e la percentuale di accusate e condannate di genere femminile spicca clamorosamente.

Nei nostri fumetti, Johann ha modo di far vedere come una guaritrice, amata e stimata dal popolo, può venire condannata come strega appena la situazione contingente venga a complicarsi.

È sorprendente vedere come storie risalenti al Rinascimento europeo sono straordinariamente attuali e mostrano chiaramente come il genere umano fatichi a perdere certe cattive inclinazioni e resti sempre inconsciamente propenso a cercare le soluzioni di comodo per uscire dai guai, anche a costo di bruciare sul rogo una poveretta.

Per il resto, rileggere i miei fumetti è sempre un processo complicato. Da una parte c’è un profondo spirito di autocritica, che mi spinge a ripensare alle mie scelte, in funzione appunto della visione del lettore: cosa avrei potuto fare di più? Cosa avrebbe potuto rendere il fumetto più leggibile e divertente?

Dall’altra mi capita spesso di vedere le tavole e chiedermi a quanti abbiano colto i riferimenti che io e Giulia abbiamo sparso tra le pagine. Vi faccio un esempio: vi siete accorti che molte vignette riprendono pari pari dei famosi quadri rinascimentali?


3 – È stato difficile unire le vostre idee? Da quanto vi conoscete?

Non conoscevo Giulia prima di ora. Avevo visto che era finalista al Lucca Project Contest: essendo stato anche io tra i selezionati un paio di volte, mi piace sempre curiosare il livello degli autori e lei spiccava clamorosamente! La riprova l’ho avuta lavorando con lei: le tavole risultavano sempre meglio di come io le avevo pensate. Avete visto che meraviglia di quell’infilata di due pagine con i bambini malati che guariscono? È da pelle d’oca!

4 – Programmi futuri? State lavorando ad altri progetti?

In realtà è un buon periodo, che poi è un modo come un altro per dire che sono fortunatamente pieno di fumetti da scrivere. Sto lavorando al terzo capitolo di Johann Wier e spero diventi l’inizio di una lunga serie, perché ci sono un sacco di sorprese legate ai vari protagonisti.


Sto lavorando a un progetto ancora top secret con Tunuè, che dovrebbe vedere la luce l’anno prossimo, e al proseguo delle avventure di “Federica (è) il Diavolo” con EF Edizioni.
Ma poi ci sono altri fumetti già finiti che non sono usciti a causa della pandemia e della strana edizione di Lucca Comics & Games: si va dall’horror all’erotico. Insomma: state sintonizzati sui miei social e vedrete che arriverà un sacco di nuovi titoli.

5 – Cosa ne pensate della situazione del narrato in Italia? Si legge poco? Pensate che le influenze del mercato orientale, sempre più in crescendo, stiano portando benefici? (Potete ampliare come più preferite e andare sia su fumettistica che su libri)

Il rapporto con Giappone è stato mal digerito all’inizio. Autori italiani che cercavano di diventare autori di euromanga si sono spesso trovati ad affrontare critiche tra le più assurde ma pare che questo ci abbia solamente spronato a fare prodotti migliori.

Un paio di anni fa ho lavorato a It Had To Be Sakura assieme ad Alen, un autore decisamente eclettico, e l’accoglienza è stata davvero buona, nonostante la pandemia che ci abbia impedito di presentarlo alle fiere di settore. Per cui, per rispondere alle tue domande, credo che potrebbe essere davvero il prossimo approdo dei migliori autori in italia. Anzi, sta già accadendo: avete visto i lavori di Dell’Oglio e LRNZ, solo per dirne un paio che hanno fatto proprio il linguaggo del manga? Solo che i lettori dovranno imparare che i ritmi sono diversi da quelli del Giappone e non potranno avere un volume al mese come per i manga importati…

6 – Al di fuori del lavoro, cosa vi piace fare? Quali sono i vostri hobby?

Io praticamente sceneggio anche per hobby. Ho un gruppo autoprodotto, Cyrano Comics, con cui scrivo storie che sono fuori dalla mia confort zone e di cui curo un po’ delle uscite.
Poi, sì, ho delle brutte devianze per i Cavalieri dello Zodiaco e le serie legate a Gundam, cosa che i miei tatuaggi possono ampiamente testimoniare…

7 – Qual è il tipo di musica che preferite ascoltare durante una sessione di disegno/scrittura? Se non ascoltate musica in quei frangenti, perché?

Ascolto rock un po’ in tutte le declinazioni, specie se cerco ispirazione o se sono in fase di ideazione o risoluzione di punti nodali della storia. Più difficile che ascolti musica mentre scrivo: quando comincio a battere sulla tastiere non sento nulla, tanto che posso scrivere anche in mezzo a un cantiere o a un concerto grind core…

8 – Vi ispirate a qualcuno? Qualche capostipite della letteratura o fumettistica, ad esempio.

Non ho veri e propri maestri o riferimenti specifici. Ho cercato di leggere un po’ di tutto, spaziando dai super eroi americani agli shojo manga.
Dovendo scegliere un titolo, ti direi che adoro Martin Mystere di Castelli e che spero di poterne scrivere qualche albo, un giorno: è un po’ il mio sogno!

9 – Una qualità che vorresti rubare all’altrə?

Scherzi? Hai visto come disegna? È pazzesca!

10 – Come avete conosciuto la Casa Editrice e come vi siete trovati interagendo con loro?

Io ruoto attorno a Shockdom da sempre. Il primo magazine edito da loro aveva anche un mio personaggio in copertina. Dopo un po’ di esperienze con altre realtà, sono tornato pubblicando Settepassi, storia romantica a tempo di rock, disegnata da Marta Quaglia.
Poi il numero zero di Johann Wier e ora è stato annunciato un nuovo fumetto, che dovrebbe far partire una vera propria saga fantasy.
Con Shockdom si lavora bene. È un editore dinamico, con figure super professionali e attente. Ora si sta ingrandendo, approdando su diversi mercati stranieri: non male, vero?

Ringraziamenti

Ringrazio enormemente sia Enrico che Giulia. Un piacere poter dialogare con loro e aver avuto le loro risposte! Un grazie enorme anche a Shockdom, che come sempre ci fa scoprire fumetti bellissimi!

Interviste – Copertina di Johann Wier

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