Dopo la recensione di Il passato è dispari, pubblicata pochi giorni fa, cerchiamo oggi di conoscere l’autore, Eros Bellistracci, piemontese trasferitosi in Olanda da poco più di 10 anni, dove si occupa di vini.
Eros ha accettato volentieri di fare quattro chiacchiere, cosa di cui lo ringraziamo ancora:
Intervista a Eros Bellistracci – Il passato è dispari
1) Ciao Eros, Il passato è dispari è il tuo romanzo d’esordio, ma prima c’erano stati diversi racconti (e anche un premio, per uno di questi). Com’è stato il passaggio dal racconto al romanzo? E come mai hai aspettato tanto per cimentarti in qualcosa di più lungo?
Ciao Maria, e grazie infinite per la tua bella recensione e per questa opportunità di raccontarmi un po’. Ero appena adolescente quando ho cominciato a sognare di scrivere un romanzo. Ma mi sembrava sempre una montagna troppo alta da scalare. Non mi sentivo pronto o forse, altra ipotesi, non avevo ancora abbastanza cose da dire.
Tra lo scrivere un racconto e un romanzo c’è un abisso, e non solo per il numero di battute. Il racconto esige sintesi e precisione. Sintesi per individuare i punti salienti della storia da raccontare, eliminando il superfluo; precisione perché ogni personaggio, descrizione o battuta di dialogo dev’essere efficace pur nella brevità. Il racconto è un lavoro da miniaturista, tipo costruire un veliero dentro una bottiglia. Scrivere un romanzo è costruire una basilica, è prima di tutto un lavoro di architettura.
C’è bisogno di fondamenta forti e una struttura portante robusta per reggere lo sviluppo di storie più complesse e articolate. E una volta costruita la basilica, c’è ancora da scolpire statue e affrescare cupole.
2) Come definiresti l’esperienza vissuta nello scrivere un romanzo?
Un’esperienza intima, dolorosa e orgasmica. Nel corso della stesura del romanzo ho vissuto parecchi momenti di frustrazione. Giorni in cui non usciva una riga buona e la pagina rimaneva bianca. Giorni in cui scrivevo venti pagine per poi stracciarne diciannove e mezzo.
E poi gli altri giorni: quelli in cui le parole, quelle giuste, cadevano sul foglio una dopo l’altra, in un flusso continuo, incastrandosi alla perfezione come pezzi di puzzle. Quelle giornate valgono lo sforzo.
3) Il tempo ha un ruolo importante nel tuo libro, il passato è sempre presente (scusa il gioco di parole!); ma il tuo rapporto con il tempo com’è? Ripensi continuamente al passato o sei proiettato verso il futuro?
Mi piacerebbe dire che sono proiettato verso il futuro, sembra più figo e ottimista. Ma la verità è che mi volto molto spesso a guardare indietro. Il passato è un posto che contemplo spesso, mi ci avventuro cauto perchè è come attraversare un roveto: ti graffi e pungi ad ogni passo.
Però, se riesci a non ferirti troppo, puoi godere di paesaggi spettacolari. Vedi? Ho già il titolo per un sequel:
il passato è un roveto! A parte gli scherzi, mi affascina il vissuto, mio e degli altri, più dei progetti futuri. Mi intriga come il tempo ci possa segnare profondamente, cambiare, costringerci a guardare le cose da una prospettiva diversa.
4) Sempre pensando al tempo, nel romanzo ci sono praticamente due storie che scorrono affiancate, quella di ieri e quella di oggi. Una domanda che mi sono sempre posta, in casi simili, è: come si fa a portare avanti in modo coerente le due vicende? Le scrivi separatamente e poi le incorpori, oppure….?
Prima di cominciare la stesura del romanzo ho lavorato per settimane all’architettura della storia. Ho preparato un vero e proprio schema con la divisione in capitoli e note su ciò che ciascun capitolo avrebbe contenuto.
Quindi non sono state incorporate o alternate in un secondo momento, fin dall’inizio era prevista l’alternanza.
5) L’ispettore Molinari, come ho già scritto nella recensione, è descritto così bene da apparire reale. Ti sei ispirato a qualcuno, per la sua figura? C’è per caso qualcosa di autobiografico?
Molinari è un personaggio inventato, così come inventate sono le sue storie, da giovane e da adulto. Ciò nonostante, ci sono alcune coincidenze sospette:
abita nell’appartamento che occupavo io prima di lasciare Torino e da bambino trascorreva le vacanze nei miei stessi posti.
6) Hai anche tu, come lui, delle strane manie o piccoli gesti scaramantici, che vuoi condividere con noi?
Quella dei numeri pari è di fatto una mia mania. Poi ho alcuni rituali molto rigidi da rispettare prima di mettermi a dormire. L’ultima azione, prima di spegnere la luce, è sempre bere due lunghi sorsi d’acqua. Non importa se io abbia sete o no. Dimenticavo, dormo con un piccolo cuscino appoggiato sulla fronte.
7) Qual è l’aspetto del tuo romanzo che ami maggiormente?
Molti lettori mi hanno raccontato delle sensazioni contraddittorie che gli ha procurato il personaggio dell’ispettore Molinari.
È stato descritto come simpatico ma al tempo stesso un po’ ripugnante. Un momento si prova per lui una profonda empatia, nella pagina successiva ti fa arrabbiare, ti delude un po’ e ti verebbe da prenderlo a schiaffi. Ecco, sono molto orgoglioso di questo effetto.
Matteo Molinari è un uomo mediocre, con qualche pregio, certo, ma anche con un sacco di difetti che non prova minimamente a nascondere al lettore.
8) Se dovessi recensirlo tu o parlarne a un amico, come lo descriveresti, in poche parole?
Una storia adatta a chiunque si trovi di fronte a un bivio. Un romanzo di formazione, incartato in velina gialla, con un cuore noir.
9) Piemontese che vive in Olanda, come sei arrivato alla casa editrice marchigiana Le Mezzelane?
Una mia amica, lettrice formidabile, a conoscenza del fatto che avevo terminato la stesura de “Il passato è dispari”, mi parlò de Le Mezzelane Casa Editrice.
Oltre a essere assolutamente non a pagamento, è un editore particolarmente attento agli autori esordienti. Una realtà piccola ma che si sta velocemente consolidando e facendo conoscere per la qualità dei testi e l’estrema cura e attenzione che dedica al prodotto libro.
10)Stai già scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
C’è un’idea, ci sono molti appunti e una manciata di pagine scritte. Devo ancora fare il famoso schema. Quindi direi che siamo in alto mare. Un’anticipazione?
Se non ci saranno rivoluzioni drastiche il personaggio principale sarà un vecchio con tendenze suicide. Allegria!
11) Domanda libera: raccontaci quello che ti va, su qualsiasi argomento!
Sono in difficoltà su questa, e non solo perché è la nr. 11. Possiamo fermarci a 10? 🙂
Ma certo!! 🙂 Grazie mille per la disponibilità e la simpatia dimostrata, complimenti ancora per Il passato è dispari e al prossimo romanzo!
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Articolo scritto da Maria Guidi