Interviste- Antonio Sinisi e Martoz

Un’intervista esclusiva gli autori di Astratti – Operette amorali, Antonio Sinisi e Martoz per il nostro sito.

Antonio Sinisi e Martoz in un’opera teatrale e molto raffinata. Potrete leggere la recensione seguendo il link qui sotto.

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Le risposte di Martoz


1 – Come è nata l’idea per Astratti – Operette Amorali? Da cosa è scaturita la vostra collaborazione?

a questo è giusto che risponda Antonio, dato che il progetto è nato da un suo stimolo

2 – Vi conoscevate già da prima? Se sì, cosa ne pensi di Antonio?

sì, avevamo già collaborato ai suoi progetti teatrali, soprattutto per le locandine degli spettacoli.

beh, Antonio mi ha sempre affascinato. mi sembra un personaggio di Godard “pucciato” nella migliore romanità (oh, voleva essere un complimento)

3 – Qual è l’impressione che volevate dare al lettore? Che impronta volevate lasciare?

Antonio non voleva un semplice illustratore. voleva un co-autore che agisse per immagini (anche se io mi sono sempre, giustamente, ritenuto di seconda fascia nella gerarchia lol). il mio obiettivo era quello di dare al lettore una possibile esplosione di significato in più. ho cercato di produrre delle immagini che da un lato illustrassero il testo e dall’altro aggiungessero contenuti o interpretazioni possibili. oppure altri misteri

4 – Avete in mente altre collaborazioni future? Se sì, per cosa? Eventualmente, vi piacerebbe collaborare con altri? In caso, chi?

per ora no ma è probabile! credo che sarà qualcosa di relativo, in qualche forma, al teatro

5 – Com’è nata l’idea di immergerti in questo tipo di lavoro? Da quanto lo fai?

faccio il fumettista/illustratore da tanto ormai. le collaborazioni più particolari, come quella con Antonio, nel settore del teatro, sono arrivate nel tempo. è sempre interessante fare qualcosa di diverso rispetto al solito

6 – Se un giorno dovessi avere una prole, gli consiglieresti mai di leggere il tuo libro?  Perché? Quali ideali vorresti inculcargli primariamente?

lo spingerei semplicemente a leggere ed essere curioso e vorrei che capisse da solo quel che l’opera ha di buono per lui 

7 – Come credi si stiano sviluppando la situazione letteraria e quella fumettistica in Italia? Si va verso un boom?

un “boom” letterale, più che letterario, farebbe un gran bene. a parte gli scherzi, per il fumetto è un buon momento ma il lavoro da fare è tanto. non facciamo l’errore di chiamarla “nuova golden age” e cerchiamo di portare qualità, cercando di far capire che il fumetto merita i nuovi spazi ottenuti

8 – A chi ti ispiri nel tuo lavoro e nello svolgerlo? C’è qualche disegnatore o qualche scrittore che ammiri?

non mi ispiro a qualcuno in particolare, ma ho molti artisti (viventi o trapassati) che emulo. la cosa più importante è leggere fumetti, se possibile di tipi diversi

9 – Quanto impegno ci vuole nello scrivere/disegnare un manoscritto? E’ stressante? Come riduci i carichi di stress?

anche qui, avrebbe senso che rispondesse Antonio. per quanto mi riguarda, illustrare un libro è sempre tanto impegnativo quanto interessante

10 – Come avete conosciuto Lorusso Editore? Cosa ne pensate dell’omonima casa editrice? 

credo di averlo conosciuto la prima volta al festival LOGOS, a Roma. penso che sia un importante editore nel panorama indipendente ed è bello avere un’opera nel loro catalogo

Le risposte di Antonio Sinisi


1 – Come è nata l’idea per Astratti – Operette Amorali? Da cosa è scaturita la vostra collaborazione?

Astratti è un processo, per quanto mi riguarda lungo quindici anni. Tutto quello che c’è  nel libro sono la summa di appunti, dialoghi, schizzi, calligrammi e scritti vari che ho raccolto nel tempo.

Avevo raccolto tanto materiale. Ho deciso di raccoglierlo asciugandolo dandogli un’unicità cercando di mantenere anche la frammentarietà da cui ero partito. Quando il testo era pronto ho contattato Martoz per completarlo. Mi interessavano delle immagini che non fossero solo di commento ma che permettessero una visione altra.

2 – Vi conoscevate già da prima? Se sì, cosa ne pensi di Martoz?

Sì, Martoz ha praticamente fatto tutte le locandine dei miei spettacoli manifesto. E in Délire, una messa in scena su testo di Ionesco ha disegnato le scene. Penso che il segno e la sensibilità di Martoz siano molto affini al mio modo di vedere e sentire l’espressione (leggasi arte) di questi tempi.

3 – Qual è l’impressione che volevate dare al lettore? Che impronta volevate lasciare?

Astratti è un oggetto curato in tutti gli aspetti, dal contenuto alla forma. Vorrei che fosse nelle case (o in qualsiasi posto) per leggerlo, guardarlo, sentire le pagine ruvide…

L’impressione che ha il lettore è compito del lettore. Io mi sono preoccupato di comporre e assemblare quella che è la mia personalissima visione lasciando il lettore il più libero possibile. Tanto libero da scegliere se leggere dalla prima all’ultima pagina in ordine oppure scegliere se leggere una cosa prima di un’altra. 

4 – Avete in mente altre collaborazioni future? Se sì, per cosa? Eventualmente, vi piacerebbe collaborare con altri? In caso, chi?

 Martoz è sempre una persona con cui voglio collaborare. Nei miei progetti futuri c’è sempre un posto per Martoz. Occupandomi di teatro mi piacerebbe preparare un nuovo spettacolo dal vivo con attrici e attori, musicisti e Martoz! Chissà che non sia proprio Astratti.

5 – Com’è nata l’idea di immergerti in questo tipo di lavoro? Da quanto lo fai? 

 Come accennavo nella prima domanda, la scrittura è una delle cose che faccio da sempre e che fa parte del mio lavoro. Immergermi in Astratti è stato come cercare un nuovo punto di partenza, un nuovo modo di registrarsi nel tempo e nello spazio. Mettere nero su bianco (infatti il libro è bianco e nero) un momento (che non è solo un attimo).

6 – Se un giorno dovessi avere una prole, gli consiglieresti mai di leggere il tuo libro?  Perché? Quali ideali vorresti inculcargli primariamente?

 Avere figli, nipoti o lavorare con i ragazzi, come faccio da sempre potrebbe essere la stessa cosa. Posso dire che ragazze e ragazzi, di diverse età, che seguono i miei laboratori e che hanno letto il libro e/o hanno seguito le presentazioni e le performance ne hanno tratto conclusioni e pensieri diversi.

Questa è la ricchezza: opinioni diverse. Quando ho scritto il libro non ho pensato al target di pubblico a cui rivolgermi, non ho puntato il dito su una fascia d’età. Non credo ci siano degli ideali da inculcare. La cosa basilare quando gioco con mio nipote e quando faccio teatro ai ragazzi è che ci sia sempre la possibilità di scegliere. Non so se ho risposto alla domanda 🙂  (Ha risposto e anche in maniera eccelsa Giuseppe)

7 – Come credi si stiano sviluppando la situazione letteraria e quella fumettistica in Italia? Si va verso un boom?

  Letteratura, teatro e arte in genere producono cose interessanti e anche cose orride. Il problema è chi sceglie quelle interessanti e scarta quelle meno valide. È il pubblico che sceglie? È solo questo il punto.

8 – A chi ti ispiri nel tuo lavoro e nello svolgerlo? C’è qualche disegnatore o qualche scrittore che ammiri?

 Gli stimoli all’ispirazione arrivano da punti e persone diversi. Non solo i maestri della letteratura e del teatro, che ho citato anche nel libro, come Beckett, Pinter, Ionesco, Brecht ma anche grandi uomini e donne di qualsiasi ambito e di qualsiasi tempo. Sopra la mia testa ci sono tre foto: Charlie Chaplin, Ernesto Guevara e un gabbiano in volo che ho scattato in Camargue.

A volte un grande panorama o una bella passeggiata sono d’ispirazione. L’ultimo capitolo di Astratti l’ho scritto in Lapponia in inverno. Dalla finestra vedevo un lago ghiacciato e tutto bianco intorno. La città e il movimento che si fa per attraversarla possono stupirti. A volte per scrivere un qualcosa di teatro ti può ispirare una chiacchierata col vicino. 

9 – Quanto impegno ci vuole nello scrivere/disegnare un manoscritto? E’ stressante? Come riduci i carichi di stress?

  Ci vuole concentrazione. Tutto qui. La concentrazione ti fa elevare e allevia possibili sofferenze. Concentrarsi sul foglio permette di allontanare fastidi che più delle volte vengono dall’esterno.

 10 – Come avete conosciuto Lorusso Editore? Cosa ne pensate dell’omonima casa editrice? 

Ho conosciuto Luigi Lorusso in occasione di manifestazioni letterarie e festival culturali. Ho visto il tipo di lavoro che c’era dietro ogni libro. Sapevo che aveva una collana “aperta” all’interno del suo catalogo e ho pensato di presentargli il progetto di Astratti.

Ringraziamenti


Un sentito ringraziamento va a Lorusso Editore, che ci ha consrntito di arrivare a tutto quello che ha portato a questa collaborazione. Ringrazio anche Antonio Sinisi e Martoz per le risposte. Gentilissimi entrambi e mi auguro di sentirli in futuro!

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