Intervista ad Anita Orso

Intervista ad Anita Orso, autrice del romanzo “Il filo rosso”

L’intervista di oggi vede protagonista la scrittrice Anita Orso (che ringrazio di cuore per aver accettato di rispondere alle mie domande), autrice del romanzo “Il filo rosso”, del quale potete anche trovare la mia recensione al seguente link: https://www.nerdsbay.it/il-filo-rosso-romanzo-di-anita-orso/.

Anita Orso, autrice del romanzo "Il filo rosso"

1. Per cominciare, ti andrebbe di dirci di cosa parla il tuo libro e a chi consiglieresti di leggerlo?

Il filo rosso parla di due fratelli che crescono in un ambiente difficile per vari motivi e che cercano di salvare sé stessi, nonostante tutto. Da lettrice posso dire che sono molto selettiva, per questo motivo, a chi consigliare la lettura del libro “Il filo rosso” mi risulta piuttosto difficile. Ti posso dire, però, che finora ho avuto dei riscontri da lettori disomogenei per età e genere e quindi… leggetelo!

2. Com’è nato questo romanzo?

Il filo rosso è nato gradualmente. Ha avuto una gestazione lunga! Nel senso che all’inizio volevo scrivere un racconto breve su due fratelli e volevo dare voce, per la prima volta, ad un “io” narrante maschile. Poi, a mano a mano che scrivevo, la trama si è srotolata e così da un racconto è diventato un romanzo.

3. Quanto tempo ha richiesto la sua stesura?

Come dicevo prima, la storia si è sviluppata nel lungo termine, alternando momenti di arresto a momenti intensi di scrittura. Non riesco a definire un arco temporale preciso per la stesura, ma nel lockdown del 2020, periodo difficile per tutti per innumerevoli ragioni, l’ho editato impegnando il mio tempo “libero”. È stata una esigenza, quella di accendere il pc e di leggere e rileggere il manoscritto. In quel periodo, la voglia di esprimere e di riflettere intimamente è stata determinante per mettere un punto finale al romanzo.

4. La tematica narrata fra queste pagine è molto delicata, per quale ragione hai deciso di affrontarla?

Partiamo dal presupposto che sono estremamente empatica. Piango alla visione di certi film, mi emoziono guardando espressioni performative artistiche di qualsiasi genere e sono molto sensibile alle tematiche sociali. Anni fa, ho ideato e portato in scena uno spettacolo teatrale che trattava la tematica del libro, credo che parlarne, in generale, sia sempre una cosa positiva per sensibilizzare le persone.

5. In questo romanzo, sbaglio o i veri protagonisti sono l’amore fraterno e la speranza? Perché?

Non sbagli, l’amore fraterno è il filo conduttore della trama e la speranza di Isacco di dare una svolta alla sua vita lo conduce alla ricerca della felicità. Parola quest’ultima che definirei essere il “leitmotiv silente” nella narrazione. Ho voluto dare spazio all’unione di due fratelli perché non credo sia una cosa così scontata, ovvero nascere dallo stesso utero non significa amarsi automaticamente. Infatti, io credo che l’amore nasca per la relazione e non per lo stesso DNA.

6. Cosa hai provato durante la stesura di questo libro?

Ti confesso che quando scrivo, spesso, ascolto la musica e molto di quello che mi esce dalla testa è contaminato dal sound, infatti, in alcune pagine più “forti” sono stata influenzata dalla musica e ne ho sentito le vibrazioni. Riconosco che la mia parte creativa artistica influenza il mio stile di scrittura. Quando scrivo immagino le scene, le vedo inquadrate e ne faccio un montaggio filmico nella mia testa.

7. Quali emozioni vorresti che il romanzo suscitasse nel lettore?

Vorrei che il lettore, arrivato a pagina 150, possa pensare che leggere non sia stata una perdita di tempo, ma piuttosto che abbia scelto di restare, per tutta la storia, accanto ad Isacco e che abbia provato a mettersi nei suoi panni per immaginare la sua vita e quella di Maddalena.

8. Qual è il personaggio che preferisci? Quale quello che ti è stato più difficile delineare?

Il personaggio che ho preferito da subito è stato ovviamente Isacco, sono entrata nel suo corpo e ho voluto vedere con i suoi occhi, parlare con la sua voce e provare i sentimenti da un’altra angolazione, quella maschile. Non ci sono stati personaggi difficili da delineare, ma paradossalmente il “preferito” potrebbe essere stato quello più “difficile”.

9. Ti piacerebbe scrivere un altro romanzo?

Certo che sì, ho già un’idea del soggetto! (Non so voi, ma io non vedo l’ora di scoprire di cosa si tratta)

10. Hai un libro del cuore? Se è sì, quale?

Ho letto molti libri, ma non ho il libro del cuore, ho il libro che in un determinato periodo della mia vita mi ha dato qualcosa di particolare e allora potrei citarti per esempio Austen, Guy de Maupassant, Stendhal, Kundera, Mazzantini, Ammaniti e molti altri.


Non vedo l’ora di potermi immergere di nuovo fra le pagine del prossimo romanzo di Anita Orso, che ringrazio nuovamente per la sua gentilezza e disponibilità. Alla prossima!


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