Il Sognatore, un libro per tutti i lettori

Strange The Dreamer (Il Sognatore) è il libro per chi non smetterà mai di sognare

Il sognatore

Con Il Sognatore Laini Taylor decide di omaggiare tutti quei bambini che non vogliono crescere, tutti quei Peter Pan che cercano disperatamente l’Isola che non c’è, tutti quei sognatori che, presto o tardi, la troveranno.

Lazlo Strange è un orfano, e come tanti altri orfani ha un sogno. Il suo, però, non è trovare la sua famiglia o le sue origini, ma la scomparsa città di Pianto. Lazlo, infatti, sa che qualcosa, quando era molto piccolo, si è rotto, nel mondo. La magia è stata da esso strappata con la forza, così come il vero nome della città, e Lazlo sembra essere l’unico ad accorgersi che questo è accaduto. Pianto diventa la sua ossessione, la sua vita da bibliotecario viene completamente risucchiata dai libri che trattano di magia, del magico, e della sua Città Invisibile. Ma un giorno, con l’arrivo di una delegazione straniera, tutto cambia, per Lazlo Strange il Sognatore.

Inutile che ci giriamo in giro, ve lo dico qui e ve lo dico subito: questo libro mi è piaciuto tantissimo. Si tratta di una dichiarazione d’amore, delicata e coinvolgente, come soltanto Laini Taylor sa fare, a tutti i lettori, a tutti i sognatori, a tutti gli amanti della magia, a tutti noi, lettori di fantasy, insomma. E prima che vi dica altro sappiate che sì, le similitudini con Harry Potter finiscono qui: un bambino orfano, dell’amore per le storie e una scrittura incredibile, poi si va per un’altra strada, altrettanto emozionante.

Il worldbuilding non ci viene davvero mai raccontato, ci viene solo mostrato, dal punto di vista di Lazlo, che in quel mondo vive. Viere rappresentato così bene, così vividamente e così per gradi che all’inizio ho creduto che il Sognatore vivesse nel nostro mondo, un mondo privo di magia, basato sulla praticità, dove soltanto chi ha abilità tecniche sembra valere qualcosa… Sembra la storia della mia vita.

Ma poi si inizia a parlare di regine, di creature e noi sconosciute, e quel punto ho compreso che Lazlo non vive sulla Terra. E questo, esattamente, perché non mi ha turbata? Il worldbuilding è sacro, secondo solo ai personaggi, quindi dovrebbe essere dettagliato e minuzioso, nella mia visione. Eppure il fatto che tutto sia nebuloso e grigio quanto la vita di Lazlo non fa altro che rendere ancora più splendente la Pianto dei suoi sogni, che ci viene raccontata nel dettaglio, con tutta la sua magia.

I personaggi sono caratterizzati alla perfezione, soprattutto, devo dire, i due protagonisti, Lazlo e Sarai, mentre gli altri rimangono sempre, abbastanza, sullo sfondo, senza diventare macchiette. Un Sognatore e una Musa degli Incubi, che da essi vorrebbe solo scappare. Una giovane ingenua e un ragazzo insolitamente saggio, per aver visto così poco, che insegna a lei, ma anche a tutta Pianto, un nuovo modo di fare le cose, che prevede affrontare le paure, non fuggirne.

La trama è avvincente, intricata, emozionante. I colpi di scena non sono mai telefonati, neanche per me che di solito li prevedo a pagina 3 (forse dovrei iniziare a leggere altri libri, tipo questo). Durante le prime pagine si viene in contatto con Lazlo e soltanto con lui, non si ha idea di dove la storia andrà a parare, non si capisce quello che Laini immaginava venisse dopo, finché questo non avviene. E nonostante questo si è coinvolti sempre, non si vuole altro che sapere che cosa accade.

La Taylor, come molti dei miei autori preferiti, ha uno stile poetico che la sua traduttrice italiana rende benissimo. Le atmosfere sono quelle di un sogno, evanescenti e dolci, così come tutte le parole che scrive e sceglie con attenzione. Si nota anche la differenza lessicale e sintattica che intercorre tra le parti di Sarai e di Lazlo, per lo meno nella prima metà del libro, scelta da me apprezzatissima e necessaria.

Insomma, che dire, Strange the Dreamer è proprio una storia per tutti i sognatori, che non so perché non avessi letto finora. Invito tutti voi a rimediare, come ho fatto io.

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