Il Silmarillion – La Porta per un mondo che non conosce fine

Da il Silmarillion: “Esisteva Eru, l’Unico, che in Arda è chiamato Ilúvatar; ed egli creò per primi gli Ainur, Coloro che sono santi, progenie del proprio pensiero, ed essi erano con lui prima che ogni altra cosa fosse creata.”

Ainulindalë, La Musica degli Ainur

Il Silmarillion
Il Silmarillion

È con immenso piacere che vi presento la mia prima recensione su questo fantastico blog. Avrei potuto scegliere un testo più semplice del preambolo di tutta la saga di Tolkien? Assolutamente sì. Voglio complicarmi la vita perché altrimenti non sono contenta? Di nuovo, assolutamente sì. Cercherò di conseguenza di non scrivere castronerie e di spiegare quali sono state le emozioni provate durante la lettura di questo testo.

Per chi non conoscesse “Il Silmarillion”, esso non è altro che la base di tutte le successive opere di Tolkien. Qui vengono descritti gli eventi della Prima e della Seconda Era, dalla creazione di Arda e della Terra di Mezzo, fino a giungere alla forgiatura dei Silmaril, gemme di inspiegabile bellezza bramate da chiunque vi posasse gli occhi sopra. Nucleo centrale dell’opera è quindi la storia del furto e della ricerca di queste ultime e del temibile giuramento pronunciato da Fëanor, principe degli Elfi e creatore dei Silmaril, e dai suoi sette figli.

Il Silmarillion

Viene poi dedicato uno spazio all’Akallabêth ovvero la storia di Númenor, grande isola nel mare di Belegaer donata dai Valar (gli Ainur) agli uomini che avevano aiutato gli Elfi durante l’ultima grande battaglia contro Morgoth, Oscuro Signore e nemico incontrastato del mondo di Arda. Il testo si chiude poi con una parte dedicata interamente agli Anelli Del Potere, ovvero 20 strumenti (19 minori e 1 maggiore) con i quali Sauron, il più temibile seguace di Morgoth, aveva intenzione di ingannare tutti i popoli della Terra di Mezzo. I portatori degli anelli minori infatti (3 donati agli Elfi, 7 ai Nani e 9 agli Uomini) potevano essere interamente controllati dall’Unico, creato personalmente da Sauron tra le fiamme del Monte Fato.

Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.”

Il Silmarillion

Il Silmarillion nella sua bellezza

Si tratta di un testo estremamente complesso, quantomeno per la moltitudine di nomi e luoghi geografici che viene menzionata al suo interno. E’ molto difficile orientarsi nella Terra di Mezzo senza l’aiuto di mappe o alberi genealogici e se c’è una cosa che ho apprezzato è proprio la presenza di tabelle nella parte finale del libro. Ciò mi ha permesso di riuscire a seguire abbastanza bene il filo della narrazione, facendomi di conseguenza amare un mondo che fino ad oggi non avevo approfondito del tutto.

Questo è il motivo per cui non mi sono mai considerata una fan di Tolkien. Con il suo stile, tutto sommato abbastanza semplice e diretto, Tolkien è però riuscito a farmi affezionare a luoghi, personaggi e destini che mai immaginavo avrei seguito in prima persona. Per quanto possa sembrare solo ed esclusivamente una Storia di Guerra e Slealtà, il Silmarillon racchiude tra le proprie pagine anche magnifiche storie d’amore (vedesi Beren e Luthien) e di incontrastata ricerca della serenità (come nel caso della magnifica città di Gondolin) che mi hanno tenuta incollata alle pagine fino all’ultima frase.

Il Silmarillion

Non credo di essere mai stata tanto stupita dalla lettura di un libro. C’è un mondo così vasto e carico di storie dietro alla penna di Tolkien che non si può non considerare la sua opera come una delle pietre miliari della letteratura, non solo fantastica, ma dell’intera società contemporanea.

“E così alla fine la dimora dei Figli d’Ilúvatar venne edificata nelle Profondità del Tempo e al centro delle stelle innumerevoli.”

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐/5

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